[Cassino] Rilanciare la vittoria del Referendum costituzionale, difendere e applicare le parti progressiste della Costituzione

ATTUARE LA COSTITUZIONE! “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.” (art.21)

Dal processo di Cassino: rilanciare la vittoria del Referendum costituzionale, difendere e applicare le parti progressiste della Costituzione.

Giovedì 23 febbraio 2017 presso il Tribunale di Cassino, si terrà  l’udienza per il processo contro Chiara De Marchis (Federazione Lazio PCARC), per “uso non autorizzato del megafono” durante la manifestazione del 15 marzo 2014 “Napolitano non è il mio Presidente”. L’imputazione è quella di aver violato le prescrizioni della Questura di Frosinone, che imponevano il divieto di usare “mezzi di diffusione sonora” durante la manifestazione.

Ricordiamo infatti che quel giorno i movimenti della città di Cassino e del resto della provincia di Frosinone, scesero in piazza in centinaia, denunciando il ruolo politico di Giorgio Napolitano (quale servo della Troika, gran promotore delle misure di “lacrime e sangue” contro le masse popolari, della ripetuta violazione della Costituzione e smantellatore della democrazia nel nostro paese, oltre che implicato nella trattativa Stato-Mafia) e mettendo sulla piazza il volto reale della crisi del capitalismo e dei suoi effetti sugli operai, i lavoratori, i giovani del paese e del territorio (oltre l’immagine patinata della parata di regime svoltasi quel giorno a Cassino).

A quasi tre anni di distanza, continuiamo a portare avanti questa  battaglia perché rientra a pieno titolo nella lotta più generale per la difesa dei diritti Costituzionali, lotta che il 4 dicembre 2016 ha dato un sonoro schiaffone al governo Renzi-Napolitano, dimostrando su scala nazionale che la Costituzione non va cambiata, ma applicata nelle sue parti progressiste e democratiche, anche quando questo significa violare la legalità della classe dominante.

Di quale legalità parliamo?

– Di quella che sta smantellando il CCLN dei metalmeccanici in favore dei contratti aziendali: una misura che non solo fa regredire l’unità di classe, ma peggiora le condizioni lavorative degli operai e prepara l’attacco ai lavoratori e dipendenti pubblici (la grancassa sugli assenteisti è il cavallo di battaglia per sfondare anche su questo terreno);

– Di quella che con il Job’sAct ha legalizzato lo sfruttamento lavorativo, il lavoro nero (con i vaucher), il licenziamento dopo i tre anni di lavoro sottopagato e senza costi per l’azienda;

– Dei progetti come Garanzia Giovani, Alternanza Scuola-Lavoro cui sono sottoposti migliaia di giovani del nostro paese (spesso con grandi qualifiche, anni di studio sulle spalle) ma nella maggior parte dei casi “futuri licenziati”;

– Del trattamento riservato agli immigrati (il principale terreno su cui oggi viene promossa la mobilitazione reazionaria e la guerra tra poveri), alle donne, agli anziani, ai giovani: tutti esuberi di una società fatta dove spadroneggiano ricchi, mafiosi, cardinali e padroni di ogni sorta, tutelati dalle forze dell’ordine;

Tutto questo avviene in un momento in cui nel nostro paese si muore per una nevicata (come il caso dell’Hotel Rigopiano), per la scarsa manutenzione delle strade e dei territori, per l’ambiente insalubre e nocivo, per depressione (in un mese due giovani sotto i 30 anni si sono tolti la vita) dovuta al peggioramento delle condizioni di vita delle masse popolari. Un complesso di “effetti” di altri grandi riforme, ricordiamo la Legge Delrio (riforma enti locali) e Legge Madia (pubblica amministrazione).

Anche a Cassino, gli effetti di questa situazione sono evidenti:

Dalla settimana prossima, inizieranno i trasferimenti degli operai di Pomigliano nello stabilimento FCA di Piedimonte S.Germano; si tratta di  “deportazioni” in piena regola, basate sul ricatto (o ti sposti o non lavori più) e mostrano bene la politica dei Marchionne: spremere il più possibile i lavoratori, quando a Cassino ci sono circa 700 cassintegrati! Il trattamento riservato agli immigrati e le speculazioni quotidiane sulla loro pelle, l’emergenza abitativa che costringe diverse famiglie con figli piccoli e anziani a stare in case senza luce, gas e acqua perché “sono finiti i finanziamenti”, mostra bene il volto reale di una amministrazione comunale che riflette pienamente la classe politica dominante, di non avere interesse e intenzione a governare e a risolvere le principali emergenze del territorio, a partire dalla casa e il lavoro.

Il  processo in corso, così come i quotidiani tentativi di repressione verso quanti si organizzano e lottano contro i responsabili dell’attuale disastro economico e sociale, fanno parte di un disegno ben preciso che mira ad eliminare quel che resta dei diritti democratici conquistati nel nostro paese.

Oltre alle identificazioni, ai fermi, alle perquisizioni, ecc., le autorità ricorrono sempre più frequentemente alle “prescrizioni” e in nome del mantenimento dell’ordine pubblico, tentano in mille modi di dissuadere le masse popolari ad organizzarsi e mobilitarsi (ne sono esempio anche le zone interdette ai cortei, in particolare nelle grandi città). Ricordiamo che la legge che gli sceriffi del XXI secolo (prefetti, questori e polizia politica) usano contro le masse popolari è un Regio Decreto del 1931 (n.773) , in base al quale il Questore o il Prefetto diventa la massima autorità di riferimento, esautorando quella locale. Ma non è solo con gli atti di forza (minacce e distintivi) che la classe dominante rende difficile e ostacola l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari: per poter svolgere tanto una manifestazione quanto un banchetto di propaganda, per l’uso una piazza quanto di un metro al mercato rionale, bisogna affrontare un imponente iter burocratico che in molti casi arriva anche al pagamento di tasse e balzelli vari.

E’ questo quanto denunceremo il 23 febbraio nell’aula di tribunale ed è su questo che ci mobiliteremo per organizzare la giusta e dovuta resistenza al corso delle cose!

Oggi  difendere la Costituzione significa organizzarsi e mobilitarsi per applicarla, facendo valere il principio che è legittimo tutto ciò che corrisponde agli interessi delle masse popolari, anche se illegale dal punto di vista della legge borghese. Vale in casi come questo e in tutti quei casi in cui le autorità usano la legge per eliminare diritti (dalla casa all’acqua, dal diritto di sciopero a quello di manifestazione e di espressione).

In questo senso, esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro sostegno attivo a Nicoletta Dosio, esponente No Tav che ha violato gli arresti domiciliari (e affermato la legittimità a lottare per un ambiente sano, contro le devastazioni delle grandi opere inutili) e a Paolo Di Vetta, esponente dei Blocchi Precari Metropolitani di Roma e di Abitare nella Crisi, che ha dichiarato che non subirà inerte le misure restrittive di sorveglianza speciale cui è stato sottoposto. Sono entrambi esempi concreti che indicano una strada per tutti: rifiutarsi di rispettare leggi e regole ingiuste e antipopolari, denunciare sistematicamente i soprusi (grandi e piccoli) quotidiani, organizzare e mobilitare attorno alla violazione di provvedimenti che minano e ledono i diritti delle masse popolari è concretamente un modo per passare dalla difesa all’attacco.

Sono atti che portano in sé e mettono in evidenza il principio che se si passa dalla difesa all’attacco, sono le autorità borghesi a doversi mettere sulla difensiva. La forza di ogni atto di insubordinazione sta nel fatto che è reso possibile e si avvale della vasta complicità e mobilitazione delle masse popolari, che trasforma l’insubordinazione individuale in atto politico, in linea di prospettiva, in organizzazione popolare.

Ringraziamo quanti ci hanno ci stanno esprimendo la propria solidarietà e facciamo appello ai compagni, ai sinceri democratici, ai progressisti di continuare a sostenere in ogni modo l’azione e l’agibilità dei comunisti e di tutti coloro che lottano per costruire una alternativa politica nel nostro paese.

Chiamiamo tutti a partecipare al presidio in solidarietà con Chiara De Marchis, il 23 febbraio davanti al Tribunale di Cassino.

Il 26 febbraio, presso la Trattoria S.Croce di Roccasecca dei Volsci (LT) si terrà una cena di finanziamento per le spese legali.

Per info e prenotazioni: 324-6903434- fedlaziopcarc@rocketmail.com

Federazione Lazio- PCARC

fedlaziopcarc@rocketmail.com

FB: Partito dei Carc-Federazione Lazio

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Manuale di Storia contemporanea

La conoscenza della storia è uno strumento della lotta...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...

Quando i sionisti attaccano hanno paura della verità

Liliana Segre e la denuncia all'attivista Cecilia Parodi

La lotta per la formazione

La formazione è un pilastro dell’attività del P.Carc. Si...