Rilanciamo l’appello dell’OSP (Osservatorio sulla Sanità Pistoiese) come esempio di attuazione della Costituzione, in cui un organismo popolare non si limita solo a denunciare il cattivo presente, ma a mettere in discussione le misure concrete da attuare per garantire a tutti l’accesso ad una sanità pubblica, gratuita e di qualità, cercando e favorendo il coordinamento con tutti gli altri organismi del territorio.
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Appello alla mobilitazione in difesa della sanità pubblica
Scriviamo e condividiamo questo appello rivolgendolo agli utenti e ai lavoratori, ai cittadini e ai comitati e alle forze politiche cittadine interessate a sostenere e promuovere la mobilitazione popolare in difesa della sanità pubblica.
L’OSP (osservatorio sanità pistoiese), presente sul territorio pistoiese dal febbraio 2016, nasce a seguito della decisione da parte di un gruppo di cittadini, lavoratori e utenti del SSR (Servizio Sanitario Regionale), di partecipare alla campagna contro i ticket sanitari, un’imposta che oltre a rendere gravoso dal punto di vista economico per gli utenti ricorrere alla sanità pubblica, li spinge anche a rivolgersi alle strutture private. Negli ultimi anni, infatti, il SSN è stato oggetto di dure politiche di tagli e di austerità che hanno instradato un servizio nato per essere pubblico, efficiente e gratuito per tutti a diventare invece un servizio sempre più privatizzato.
Nell’ultimo anno abbiamo partecipato anche alla raccolta firme per richiedere prima l’abrogazione della l.r.t. 28/2015 in materia di riorganizzazione del SSR e poi di un articolo della l.r.t. 40/2005 che inserisce le convenzioni di sperimentazione gestionale e che apre ulteriormente la porta all’ingresso del privato all’interno della sanità pubblica toscana. Abbiamo inoltre condotto una piccola inchiesta, tramite sondaggio, fra un centinaio di lavoratori, operatori sanitari, infermieri e medici dell’ospedale San Jacopo di Pistoia per renderci meglio conto della situazione lavorativa interna ai nostri ospedali.
In questo percorso ci siamo sempre più convinti che le nostre ragioni fossero giuste e che sia un nostro interesse quello di persistere in un’opera di informazione e mobilitazione contro le politiche e le scelte amministrative che in campo sanitario vengono fatte sulla pelle dei cittadini, sopratutto di quelli che delle cure mediche necessitano maggiormente.
Come Osservatorio riteniamo che i punti critici principali, sia a livello cittadino, ma anche regionale su cui promuovere la ricerca di soluzioni allo sfascio della sanità siano tre.
L’unione tra lavoratori e utenti nella mobilitazione per la difesa del diritto alla salute per contrastare le logiche aziendalistiche guidate dalle amministrazioni locali e nazionali. Gli utenti spesso trovandosi davanti ai disservizi o allo smantellamento della sanità sono spinti a protestare contro i lavoratori stessi. Quando sono invece le decisioni politiche che determinano la mancanza di personale e quella di strumentazioni atte a svolgere un lavoro idoneo negli ospedali e che vanno a discapito sia della qualità della vita del personale lavorativo sia dei servizi da questi dati ai cittadini.
L’organizzazione sanitaria del territorio che è quella in cui concretamente si realizza l’efficienza e l’accesso gratuito per tutti al servizio pubblico. Per questo sosteniamo che la difesa e l’ampliamento dei presidi sanitari oggi in via di smantellamento deve essere garantita, opponendosi con decisione alla nuova formula di organizzazione regionale in 3 macro-aree.
Osserviamo con preoccupazione che il modello proposto passa invece attraverso il privato sociale (Misericordie, Croci Verdi e Rosse, Pubbliche Assistenze, ecc…) sempre più diffuso, per di più in forma convenzionata con il servizio pubblico, anche nella nostra provincia, e attraverso il pagamento di ticket esosi, come “il contributo obbligatorio alla digitalizzazione”, misure da considerarsi anticostituzionali visto che la sanità pubblica viene già sostenuta dai contribuenti attraverso il pagamento delle tasse.
Ultimo aspetto è quello legato alla prevenzione delle malattie che eviti inutili sofferenze ai cittadini, aspetto essenziale e in larga parte disatteso.
Prevenire significa difendere la salute favorendo la ricerca scientifica attraverso finanziamenti statali da destinare agli istituti pubblici di ricerca medica, ma allo stesso tempo significa anche attuare una politica orientata a difendere i beni comuni a partire dall’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo, dalla salvaguardia del mondo dalla devastazione ambientale, dall’inquinamento, dalla cementificazione dei territori. Prevenire le patologie anziché doverle curare significa anche sostenere chi non ha la possibilità economica di potersi comprare o permettersi di pagare un affitto in una casa salubre, in cui poter vivere e crescere i propri figli; riconoscere e tutelare i lavori usuranti, pericolosi o svolti in condizioni inquinanti.
La storia del nostro paese ci insegna che le misure progressiste a difesa degli interessi dei soggetti socialmente ed economicamente non garantiti, pur in parte previste e tutelate dalla Costituzione, come nell’art. 32, sono rimaste lettera morta per decenni pur essendo stata la costituzione approvata nel 1948 ed è stato soltanto nel momento in cui le masse popolari si sono organizzate e coordinate con i vari conflitti sociali presenti nei territori che sono riuscite a farle rispettare.
Invitiamo tutti coloro che intendono partecipare alle mobilitazioni che, a fronte di uno smantellamento sempre più avanzato del SSN, verranno messe in campo nei prossimi mesi e ad informarsi e sostenere le varie iniziative di sensibilizzazione e informazione.
Noi cominceremo a discutere di queste problematiche in una riunione aperta il 10 febbraio 2017, presso il Circolo ARCI di PONTENUOVO, via B.Sestini 246 alle ore 21,00.
Affronteremo il tema della privatizzazione del Servizio Sanitario: cosa significa e quali misure adottare per farvi fronte.
osservatoriosanitapistoiese@gmail.com
per informazioni: 348-3837114
Pistoia 31.01.2017