Le attenzioni delle forze della repressione ci confermano che siamo sulla strada giusta!Il giorno 14 dicembre i nostri compagni sono andati a Genova in occasione di un processo: si trattava di uno dei diversi processi che i nostri compagni hanno affrontato in seguito alla mobilitazione contro le ronde SSS promosse dal consigliere comunale di Massa Stefano Benedetti, noto fascista della zona. Questa volta l’accusa era di aver occupato i binari della stazione di Massa per protestare contro il fermo dei compagni che nel luglio 2009 si erano mobilitati per opporsi alla riabilitazione del fascismo e per applicare nella pratica i valori dell’antifascismo contenuti nella Costituzione.
Arrivati nei pressi del tribunale alcuni compagni si sono messi a volantinare e diffondere il nostro giornale Resistenza. Per tutto il tempo sono stati spiati da agenti in borghese che, in modo nemmeno troppo celato, hanno scattato foto e fatto dei video. Addirittura sono arrivati a pedinare una compagna che si è staccata dal gruppo per andare in bagno: in particolare un agente si è accanito continuando a scattare foto in modo provocatorio anche a distanza ravvicinata.
Che spiegazione diamo a questo comportamento della polizia?
Non si tratta di una normale prassi: anche la repressione e il controllo hanno un carattere di classe. Non vale per tutti!
I ricchi padroni che sfruttano, non rispettano le norme di sicurezza non vengono spiati. Anzi i nostri “cari agenti” si guardano bene dal fare il loro dovere e controllare le condizioni di lavoro nei cantieri, nelle fabbriche e nelle campagne, dove muoiono ogni giorno dei lavoratori per la mancanza di sicurezza.
Gli agenti non hanno fotografato l’assassino fascista di Casa Pound Gianluca Casseri autore della strage di Firenze, quando nel 2010 entrava con simboli fascisti nel tribunale di Pistoia per provocare i compagni processati per essersi opposti alle ronde razziste di Maroni (l’allora ministro dell’interno). Se la polizia avesse tenuto sotto controllo Casseri nel 2010 , non avrebbe ucciso nel 2011 a sangue freddo i lavoratori immigrati Samb Modou e Diop Mor.
Chissà se oggi la polizia tiene sotto controllo il consigliere fascista di Casa Pound Andrea Bonazza che si permette di indossare, durante una seduta del Consiglio Comunale di Bolzano, una maglia con i simboli delle SS!
Perché invece contro i comunisti non risparmia mezzi e uomini per spiare, schedare e intimidire?
Non ci interessa “fare le vittime”: anzi le attenzioni delle forze della repressione ci confermano che siamo sulla strada giusta!
Oggi il Partito dei Carc è impegnato in ogni fronte a propagandare, creare le condizioni necessarie all’affermazione di un governo di emergenza popolare a livello nazionale, e a livello locale delle amministrazioni di emergenza: l’unica soluzione possibile per mettere in campo quelle misure d’emergenza che oggi sono assolutamente necessarie per rispondere alle esigenze delle masse popolari, a fronte della disoccupazione dilagante, della precarietà, del dissesto idrogeologico che minaccia le nostre vite, della difficoltà ad accedere ai servizi minimi per una vita dignitosa (istruzione, sanità, casa). Dobbiamo lavorare per la creazione di un governo d’emergenza popolare, un governo espressione della classe operaia e delle masse popolari organizzate che è una tappa necessaria per far sì che acquisiscano la consapevolezza di poter dirigere la società. Creare oggi un governo d’emergenza popolare rappresenta quell’esperienza pratica decisiva per abbattere definitivamente questo sistema e, facendo tesoro dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria del secolo scorso, costruire il socialismo nel nostro Paese!
Cari padroni, cari poliziotti, fate bene ad avere paura dei comunisti perché il vostro sistema sta crollando pezzo dopo pezzo e si apre la strada ad un governo di emergenza popolare!!!
Ne approfittiamo anche per ricordare che i compagni sotto processo il 14 dicembre a Genova al termine della mattinata sono stati assolti per non aver commesso il fatto!!!
Il 15 febbraio si terrà presso il tribunale di Genova un altro processo ad un compagno del P-Carc per l’accusa di aver chiamato “picchiatore fascista” un agente della Digos di Massa: Angelo Valentini (questo è il nome dell’agente) che nel 2009 invece di fermare le ronde SSS si preoccupava di arrestare i compagni che si erano mobilitati per difendere i valori dell’antifascismo!
Invitiamo tutti ad unirsi alla mobilitazione in difesa del compagno sotto processo e contribuire anche economicamente, in modo da spuntare le armi della repressione che tenta di colpirci costringendo chi lotta a sostenere continue spese legali.