Ancora, ancora e ancora. Il 15 ottobre non vi ha insegnato nulla e e nemmeno Genova nel 2001. Vedete fantasmi ovunque e gridate al complotto. La dietrologia è la vostra religione. nessun culto, tuttavia, può nascondere il corso delle cose o cambiarlo. E se ci fossimo rotti le palle di botte, arresti gratuiti, violenze arbitrarie? e se qualcuno volesse giocare la partita (illudendosi di essere) ad armi pari? Guardate che la violenza è orribile quando il potere la esercita contro le masse popolari. Ma quando le masse popolari la esercitano contro il potere, è invece salutare, esemplare, liberatoria, educativa, emancipatrice. Condannate i mandanti dello schieramento poliziesco chiamato a massacrare giovani, lavoratori, precari e disoccupati, lasciate perdere chi ha creduto che bastasse un cartello stradale dato bene sul casco per pareggiare il conto della violenza e del degrado che ogni giorno siamo obbligati a subire. Manifestare è un diritto conquistato da chi ha liberato il paese. All’epoca c’era il Partito comunista che quella liberazione l’ha diretta, organizzata, animata e incoraggiata, oggi no. Ecco, di questo parliamo. Non delle stronzate sul fatto che i pacifici manifestanti hanno preso le botte. I pacifici manifestanti prenderanno sempre le botte. Saranno sfrattati. Saranno licenziati. Saranno oppressi. Il fatto è che per darle, le botte, fisicamente, ma più di tutto politicamente, ci vuole l’intellettuale organico che lega testa, cuore, braccia e gambe, intelligenza e forza, delle masse popolari. Se eludete il discorso, non posso che essere portato a credere che non stiate facendo altro che alimentare delazione e dissociazione. Insomma, non state dalla nostra parte. Non quella del NO, quella della liberazione. Con gli infiltrati e con le spie faremo i conti a tempo debito. Non di nascosto, pubblicamente. Adesso però il nemico principale è un altro. E voi confondete le acque e mestate nel torbido
[Firenze] Confondere le acque sul 5 Novembre
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