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La rivoluzione socialista è in corso
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La necessità di trasformare la società diventa sempre più evidente e diffusa, tanto più quanto più procede la crisi generale del capitalismo. La trasformazione necessaria è quella impersonata dal movimento comunista a partire dal 1848, quando venne pubblicato il Manifesto del partito comunista di Engels e Marx. Il movimento comunista, infatti, dopo la grande Rivoluzione d’Ottobre, di cui ricorre il centenario l’anno prossimo, ha impresso al mondo intero una trasformazione senza precedenti nella storia dell’umanità per universalità e rapidità.
Nella seconda parte del secolo scorso, però, il movimento comunista si è gradualmente indebolito e molte sue conquiste sono state eliminate o stravolte fino alla scomparsa dell’URSS e di altri paesi socialisti e alla fine di grandi partiti come il Partito comunista italiano. Da allora la borghesia con tutti i mezzi che ha, a partire dall’insegnamento scolastico di ogni ordine e grado accompagnato da stampa, televisione, internet, letteratura, cinema, musica, fumetti e tutto il resto, ripete che il comunismo è morto: è il suo scongiuro.
Tanto ossessivo baccano non arresta il movimento storico che i comunisti scoprono e promuovono, così come nel passato nei paesi cattolici neanche l’Inquisizione arrestò lo sviluppo del capitalismo. Il movimento storico, però, avanza per azione degli esseri umani, e gli esseri umani per intraprendere un percorso devono farsene una ragione, darsene spiegazione, e anzi, nel caso del movimento comunista, hanno bisogno di pensare prima di fare. Nel nostro caso, oggi ci sono due questioni a cui pensare: una a cui effettivamente pensano moltissimi, un’altra a cui pensano molto pochi.
Quella a cui pensano moltissimi è perché il movimento comunista, che a metà dello scorso secolo governava un terzo della popolazione mondiale, dal fiume Elba e dal mare Adriatico in Europa fino al Pacifico meridionale in Asia, e che contava milioni di aderenti nei partiti comunisti dei paesi imperialisti e coloniali, è arretrato e molti paesi socialisti sono caduti. Quella a cui pensano ancora molto pochi è perché in nessun paese imperialista (USA, Germania, Francia, Regno Unito, Italia, Giappone, ecc.) i partiti comunisti hanno fatto la rivoluzione, come invece l’hanno fatta in Russia, in Cina e in altri paesi.
Le due questioni sono legate. Per quanto grande sia stata la forza del movimento comunista che ha vinto in paesi arretrati come la Russia e la Cina, grande tanto da estendere la sua influenza nel mondo intero per tutto un secolo, e per quanto siano importanti le ragioni interne che in ognuno di questi paesi hanno portato quel movimento ad arretrare, la ragione fondamentale dell’indebolimento generale è che la rivoluzione socialista non ha vinto nei paesi imperialisti, cosa che ancora oggi ostacola in tutto il mondo l’avanzata del movimento rivoluzionario.
Le due questioni dunque si riducono a una, e con la risposta a questa riprendiamo di nuovo il percorso, la costruzione di un futuro luminoso, difficile da immaginare perché va oltre ogni aspettativa, come e più di quanto, ad esempio, l’Italia dei decenni successivi alla Seconda Guerra Mondiale era inimmaginabile nei decenni che l’hanno preceduta.
La risposta è stata individuata a partire da una ricerca iniziata alla fine degli anni Settanta dello scorso secolo da un nucleo di comunisti, alcuni dei quali studiarono in carcere. Il nucleo era quello della Carovana del (nuovo)Partito comunista italiano, così chiamata perché si è mossa in esplorazione come insieme di forze, di collettivi e di singoli, il cui obiettivo era ricostruire il PCI (obiettivo raggiunto anche formalmente il 3 ottobre 2004). È una risposta semplice, anche se ha richiesto molto per essere scoperta: quelli che l’hanno scoperta hanno affrontato repressione, persecuzioni e carcere, come è sempre successo nella storia a chi elabora una scienza che rivoluziona la concezione del mondo della classe dominante.
La risposta è la seguente: la rivoluzione socialista in un paese imperialista era un’impresa più complessa che in un paese arretrato (qui essa si è avvalsa anche dei risultati raggiunti nei paesi capitalisti). Quindi richiedeva e richiede una scienza che fino a ieri non era stata elaborata a sufficienza. In parole povere, non si sapeva come fare. La rivoluzione in Russia è stata possibile grazie a un’elaborazione scientifica che è stata chiamata leninismo; quella cinese grazie a un’elaborazione scientifica che è stata chiamata maoismo e che è, ad oggi, lo stadio più avanzato del pensiero comunista. Invece nei paesi imperialisti nessun dirigente comunista si è impegnato senza riserve nell’elaborazione scientifica dell’esperienza particolare della lotta di classe nel proprio paese, con l’eccezione di Antonio Gramsci le cui idee, però, non sono state sperimentate immediatamente né elaborate collettivamente dato il suo stato di prigionia e isolamento.
Una ragione importante per cui una risposta così semplice non è stata chiara subito è che sia nel movimento comunista che tra le masse popolari persiste l’idea che la rivoluzione non è un’impresa che richiede una scienza come e più delle imprese compiute in altri campi, ma sarebbe un evento che scoppia “quando la gente non ne può più”, per cui basterebbe prepararsi a quel momento. La rivoluzione socialista, però, non si svolge in questo modo: non avviene perché le masse popolari ribollono come fagioli in una pentola a pressione fino a quando scoppia. Si riduceva la rivoluzione socialista al suo atto finale. In realtà essa è un processo pratico nel corso del quale le masse popolari diventano sempre più capaci di dirigere la propria vita e la società e lo fanno. La rivoluzione socialista è in corso, si fa già oggi in ogni paese dove c’è un partito comunista che la promuove con scienza e coscienza.
Individuata la risposta, la Carovana del (nuovo)PCI si è messa ad articolarla in linee particolari e in operazioni e a propagandare in riviste, pubblicazioni e libri i risultati della sua elaborazione scientifica: un percorso lungo quasi quattro decenni di sperimentazione nella lotta di classe a fronte di una repressione prolungata senza soluzione di continuità fin dagli inizi. Sintesi dell’elaborazione è il Manifesto Programma del (nuovo)PCI, oggi manuale di insegnamento in decine di corsi che il Partito dei CARC conduce in più parti d’Italia, coinvolgendo centinaia di studenti e studentesse delle masse popolari di ogni età e preparazione culturale.
Oggi, nel Partito dei CARC, nel (nuovo)PCI, negli altri organismi della Carovana si raccolgono gli elementi più avanzati delle masse popolari, quelli che meglio si rendono conto della necessità di agire per trasformare la società, che più esigono di sapere come fare e che vi si dedicano con energia e disciplina. La Carovana costruisce per loro un sistema di scuole di vari livelli, dove la scienza elaborata viene insegnata e sviluppata, perché questa, come e più di ogni altra scienza, è tale se è fatta propria, appresa, assimilata e applicata nella lotta di classe da un numero crescente di donne e uomini, fino a che diventerà coscienza e guida di vita per tutta la società, nuovo modo di vivere e di pensare. Questo processo di apprendimento, assimilazione e applicazione della scienza della lotta di classe e della trasformazione di quanti vi partecipano in modo consapevole è un elemento fondamentale della costruzione della rivoluzione socialista: è la rivoluzione che stiamo facendo, qui e ora.
Si tratta di un’opera storica. Tu puoi partecipare a quest’opera dando il tuo contributo per finanziare la costruzione delle scuole e in generale l’insegnamento della scienza necessaria a trasformare la società. La rivoluzione socialista è già iniziata e tu puoi parteciparvi. Tu, magari, come tanti delle masse popolari già dai denaro per chi muore in altri paesi a causa di fame e guerre che non esisteranno più nel nuovo sistema sociale in costruzione, per disastri che non avverranno in quel sistema, per malati che in quel sistema sarà ovvio abbiano le migliori cure come oggi è ovvio che ogni essere umano respira, per la ricerca scientifica a cui lo Stato borghese taglia fondi; dai monete ai miseri ed emarginati che si moltiplicano nelle strade delle città (quanti ce n’erano prima della cosiddetta “fine del comunismo”, fine che doveva portare al mondo, finalmente, libertà e ricchezza per tutti?), per i minori abbandonati, maltrattati o allo sbando che nel nuovo sistema non esisteranno più, perché ogni essere umano che nasce sarà curato ed educato come garanzia del nostro futuro. Con un solo contributo per la rivoluzione e l’instaurazione del socialismo contribuisci alla lotta contro le malattie, la miseria, la guerra, le vittime dei terremoti e dei disastri ambientali e contro tutto il male crescente generato dalla persistenza del sistema capitalista, un sistema in cui tutto ciò che serve viene prodotto solo se si vende e moltiplica la ricchezza dei ricchi.
Contribuisci alla costruzione di un sistema dove si produce tutto e solo quello che serve. Associati a quest’opera bella e gloriosa. Quanto maggiore sarà il tuo contributo, tanto prima raggiungeremo l’obiettivo; tanto più sarà costante, tanto più il percorso sarà diretto.

Partito dei CARC – Centro di Formazione novembre 2016

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