Segnaliamo la nota del compagno Mauro Gentile, colpito tra i tanti dalla repressione per i fatti accaduti in piazza il 15 Ottobre 2011. Ribadiamo la piena solidarietà al compagno e a tutte le vittime della repressione, di quel giorno e di sempre, consci che oggi l’unica strada che possiamo imboccare per impedire che sempre più compagni siano vittime delle misure repressive è costruire la rivoluzione socialista nel nostro paese. Finchè ci sarà capitalismo ci sarà repressione, quindi a questo sistema dobbiamo opporne un altro.
Concretamente oggi vuol dire estendere e sviluppare mille iniziative di solidarietà, legarle alle mobilitazioni che le masse popolari oppongono agli effetti della crisi, renderle scuola pratica di applicazione dei principi democratici e progressisti della Costituzione, fare una scuola di comunismo imparando a fare a meno della Borghesia. Rendere queste iniziative strumento di mobilitazione e organizzazione per costituire un Governo di Emergenza Popolare, e avanzare verso la costruzione del socialismo.
Il miglior contributo che possiamo dare ai compagni colpiti dalla repressione è rendere la solidarietà nei loro confronti uno strumento di sviluppo della lotta di classe. Fare dell’Italia quindi un paese socialista!
15 Ottobre…resistenza, repressione, solidarietà
Mauro Gentile·Lunedì 17 ottobre 2016
Ricordo bene il 15 ottobre di cinque anni fa, delle ragioni che mi spinsero a scendere in piazza con diverse centinaia di migliaia di persone contro le politiche di austerità dettate da UE, BCE e FMI, della rivolta popolare che decise di dire basta alla vile aggressione delle forze dell’ordine e conquistare la piazza con la resistenza. Una rivolta che animò la città di Roma e che fu l’espressione più schietta e sincera della lotta di classe contro il sistema capitalistico.
La persecuzione politica che ne è seguita e di cui sono stato fatto oggetto ha prodotto una condanna di 5 anni, in via definitiva, con l’accusa di devastazione e saccheggio e di 3 anni in primo grado nell’ultimo filone processuale, conclusosi il 12 maggio 2016, con l’accusa di lesioni gravi nei confronti del carabiniere Tartaglione, oltre agli ingenti risarcimenti alle parti civili. Ho già scontato 37 mesi di arresti preventivi ed ora dovrò affrontare il periodo restante della pena. Il 4 novembre ci sarà l’udienza al Tribunale di Roma dove decideranno come e dove scontare la pena.
La repressione del 15 ottobre non è finita, c’è chi come me che agli arresti ci deve tornare, c’è chi è ancora sotto processo e soprattutto c’è Davide, rinchiuso tra le mura del carcere di Teramo. Questo è il nostro 15 ottobre in cui bisogna lottare ora, per la liberazione di tutti e tutte, per l’abrogazione del reato di devastazione e saccheggio e di tutte le misure restrittive fasciste a cui gli apparati repressivi ricorrono per continuare a colpire le avanguardie operaie e popolari più attive nel nostro paese.
La solidarietà è la forza di chi subisce la repressione, è l’arma che i padroni non possono arrestare, è costruire un lotta comune, è organizzarsi con gli imputati, è resistenza.
Con Chucky nella rabbia e nel cuore. In memoria del compagno Culone.
A pugno chiuso
Mauro Gentile