Nonostante le contraddizioni che caratterizzano il M5S, legate alla mancanza di prospettiva e programmi di governo che mettano al centro gli interessi delle masse popolari, (piuttosto che il rispetto delle regole e delle leggi del governo centrale, con l’illusione di cambiarle, prima o poi. Vedi Torino. Appendino vende l’acqua pubblica, protestano i comitati ), arriva oggi la notizia della delibera della Giunta Comunale di Torino che ufficializza l’inserimento del Movimento No TAV nel tavolo istituzionale di controllo sui lavori del TAV Torino-Lione. Questo è sicuramente un deciso passo in avanti, non tanto perchè si allarga una discussione istituzionale finora poco utile (utilizzata come strumento di ratifica delle decisioni prese dall’alto, privo di una efficacia reale), ma perchè si alimenta la contraddizione tra quello che è il Governo centrale e l’amministrazione locale. Non a caso, il PD ha avuto molto da ridire!
Basta questo per impedire la costruzione del tunnel TAV? No di certo! Ma mette sempre di più nelle condizioni il M5S di scegliere da che parte stare: continuare a “vivacchiare” governando con onestà, ma sempre nel rispetto delle regole imposte dall’alto, oppure promuovere iniziative di rottura che mettano al centro gli interessi delle masse popolari, quindi adottando misure concrete che boicottino e impediscano la costruzione del tunnel.
In questo processo, il ruolo principale e determinante ce l’ha il Movimento NO TAV e le miriadi di organizzazioni operaie e popolari che lo sostengono, a partire dalla posizione che è stata conquistata con questa delibera: promuovere una sempre più crescente mobilitazione, costringere la Giunta ad andare fino in fondo nelle responsabilità che stenta ad assumersi.
Utilizzare il tavolo istituzionale non per continuare a resistere quindi, ma per contrattaccare! Sono i passi decisivi per avanzare nella costruzione, a Torino, di una Amministrazione Locale di Emergenza che non solo si mette di traverso nel proseguo dei lavori per il tunnel TAV, ma che adotti ogni misura necessaria per impedirlo, che rompa con le direttive ingiuste ed antipopolari.
Torino, esperti No Tav affiancano il Comune. Pd: “Mai vista un’istituzione diventare comitato”
Politica
I componenti sono volti noti del movimento contro la grande opera e dovranno valutare l’impatto del progetto, che è in fase di revisione. E il Partito democratico attacca la delibera della giunta Appendino
di Andrea Giambartolomei | 11 ottobre 2016
Una commissione di esperti No Tav affiancherà il Comune di Torino, guidato da Chiara Appendino, nella valutazione dei progetti della Torino-Lione sul suo territorio. Lo ha deciso la giunta comunale di Torino guidata dal vicesindaco e assessore all’urbanistica Guido Montanari. Si compie così un primo passo di quanto promesso dalla sindaca Chiara Appendino dopo le elezioni: “Mi siederò al tavolo (istituzionale sul Tav, ndr) e valuterò le ragioni loro, io porterò il no e se non ci sarà dialogo lascerò il tavolo”. L’intento, infatti, è portare le ragioni contrarie all’opera nelle sedi istituzionali.
E i componenti sono volti noti del movimento, alcuni ricercatori e docenti del Politecnico di Torino ed esperti contrari alla grande opera, ragione per cui il Partito democratico ha già attaccato il provvedimento. Ironia della sorte, a porre la sua firma sull’atto c’è anche il direttore della Direzione ambiente e territorio Paola Virano, nipote di Mario Virano, ex commissario del governo alla Torino-Lione, ex presidente dell’Osservatorio istituzionale e ora direttore generale della Telt (Tunnel euroalpin Lyon-Turin), azienda che dovrà far costruire la tratta transnazionale della linea ferroviaria.
La deliberazione approvata oggi è stata proposta dal vicesindaco Montanari (docente del Politecnico anche lui) e dall’assessore alla viabilità Marina Lapietra. Stando all’atto, il compito degli esperti sarà quello di “effettuare in via preliminare, rispetto alle decisioni operativo/amministrative, approfondimenti, confronti e valutazioni sulle tematiche e sui progetti presenti e futuri dell’opera”. Questo perché il progetto è in fase di revisione ed “è probabile l’avvio di ulteriori procedure autorizzative e di valutazione di impatto ambientale inerenti opere ferroviarie che potranno interessare direttamente e indirettamente il territorio del Comune di Torino”. Per questa ragione l’amministrazione ha deciso di farsi affiancare da un gruppo di esperti per la valutazione dei progetti e dei loro impatti, così come fatto in passato dall’Unione Montana della Valsusa (presieduta da Sandro Plano, sindaco Pd osteggiato dai vertici del partito per la sua opposizione al Tav) e dalla giunta comunale di Rivalta, in cui Montanari era assessore fino all’assunzione del suo incarico a Torino.
A confrontare le tre delibere si nota che quasi tutti gli esperti scelti dall’amministrazione torinese sono gli stessi che partecipano – sempre gratuitamente – alle commissione di Rivalta e dell’Unione montana: ricercatori e docenti del Politecnico di Torino come Claudio Cancelli, Marina Clerico, Alberto Poggio, Angelo Tartaglia e l’ex ricercatrice Gabriella Soffredini, già consigliera comunale a Bussoleno; ingegneri come Roberto Vela e Michele Giacosa, il guardiaparco Luca Giunti, il metereologo Luca Mercalli, ma anche due attivisti No Tav come Simone Franchino e Claudio Giorno. “È la continuazione di quell’esperienza – spiega a ilfattoquotidiano.it Luca Mercalli -. Nel corso di questi anni abbiamo accumulato una quantità di lavori su cui ora vorremmo si ragionasse in maniera aperta. Da anni chiediamo alle istituzioni nazionali un confronto che ci è negato”.
Se l’iniziativa ottiene il plauso degli eletti del M5S nel Consiglio regionale piemontese e al Senato, al Pd la delibera non piace. Secondo il senatore Stefano Esposito si trasforma “il presunto gruppo di esperti del movimento No Tav in esperti della città”: “Non si era mai vista un’istituzione trasformata in un comitato Notav”. Per lui la sindaca Appendino è “costretta ad assecondare quel fanatico che ha nominato vice sindaco per pagare la cambiale al movimento No Tav”.