Non è andata a buon fine la raccolta firme, promossa da sindacati e organizzazioni studentesce, per indire un referendum contro la legge 107. A prescindere dal risultato, dobbiamo fare tesoro degli insegnamenti che ci vengono dalle ultime campagne referendarie che hanno visto coinvolte decine di organizzazioni, centinaia di comitati, alla luce proprio dell’esito non rispettato dal Governo centrale e dalle Amministrazioni locali sul SI alla ripubblicizzazione dell’acqua del 2011.
Questa esperienza ha dimostrato che nonostante la volontà popolare, se decidiamo di rimettere le decisioni che vanno negli interessi delle masse popolari ai governi espressione della Borghesia, questi troveranno sempre una scappatoia, un modo per continuare a perpetrare le loro politiche di lacrime e sangue a nostro danno.
Che fare quindi? Non disperdere l’enorme adesione raccolta che dimostra la forte sfiducia che hanno le masse popolari nel governo Renzi, partire da questa per organizzare le decine, centinaia, migliaia di studenti, insegnanti e lavoratori che hanno aderito per costruire organismi giovanili nelle scuole, organizzazioni popolari territoriali. Una mobilitazione che da subito si attiva per far fronte agli effetti più nefasti della Buona Scuola: ai tagli all’edilizia, opporre la costituzione di comitati di disoccupati che in sinergia con studenti e insegnanti fanno i lavori che da anni vengono rimandati; all’accentramento dei poteri nella figura del preside, opporre commissioni di studenti e insegnanti che esautorano chi dirige in maniera criminale e decidano della didattica, delle politiche scolastiche, di quanto e come deve funzionare nelle scuole!
A decidere, devono essere le masse popolari organizzate, che si pongono come Nuove Autorità Pubbliche!
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Buona scuola, il referendum non si farà: le firme valide sono meno di 500 mila
Da LaRepubblica.it
L’esito della verifica della Cassazione sulle oltre 530 mila sottoscrizioni: il numero minimo per rendere possibile la consultazione sulla Legge 107 è stato mancato per poche migliaia di firme. I promotori: “E’ stata comunque un’esperienza straordinaria”
Non si farà il referendum sulla Buona scuola. Più di 530mila persone in tutt’Italia erano andate a firmare i quattro quesiti contro la legge 107, chiedendo di poter decidere sul tanto contestato provvedimento del governo Renzi. Ma dopo l’esame delle firme, quelle valide, secondo la Corte di Cassazione, sono poche migliaia meno delle 500mila necessarie per andare a votare.
“E’ stata comunque una straordinaria esperienza di confronto e che ha dato voce a centinaia di migliaia di cittadini e lavoratori, pensionati e studenti che con la loro firma – scrive il Comitato che ha promosso il referendum- hanno manifestato contrarietà per i contenuti di una legge che snatura il valore costituzionale della scuola pubblica”.
L’avvio dell’anno scolastico in corso, secondo i promotori dei referendum, “ha evidenziato le contraddizioni, ha messo a nudo tutti gli aspetti, negativi, confusi e anticostituzionali della cosiddetta ‘Buona scuola’: contenziosi legali infiniti, cattedre vuote, alunni disabili ancora senza sostegno, uffici nel caos, tutto per l’arrogante pretesa di poter fare a meno di ogni serio confronto con il mondo della scuola, con i lavoratori, con gli studenti e chi li rappresenta. “Il consenso alle nostre battaglie sostenuto dai quasi due milioni di firme, indica una direzione,
ci invita ad andare avanti, non arretrare. Le associazioni e le organizzazioni sindacali che hanno dato vita alla campagna referendaria proseguiranno nel contrasto alla legge 107 e alle sue nefaste conseguenze per la scuola della Costituzione” assicura quindi il Comitato.