La lettera che riportiamo è un contributo all’iniziativa “Non vogliamo contrapposizione tra lavoro e ambiente: bonifiche, salvaguardia del territorio, strade e ferrovie, UNA LOTTA COMUNE!” promossa dal coordinamento “Articolo 1 – Camping CIG” di Piombino all’interno del “Camping ABD ELSALAM AHMED ELDANF” (tenuto a Piombino dal 23 al 30 settembre) a cui una compagna del Partito dei CARC ha partecipato. L’iniziativa ha avuto come obbiettivo il confronto tra diverse realtà di lotta sugli obiettivi da porsi per risollevare un territorio come Piombino martoriato dallo smantellamento del suo polo industriale e dalla grave crisi ambientale in cui si ritrova. Lo scritto vuole essere un ulteriore strumento per alimentare il dibattito sulle prospettive che oggi le masse popolari organizzate e la classe operaia possono mettere in campo per mettere mano alla crisi in corso, a cui la classe dominante non vuole e non può trovare soluzione.
***
Ho partecipato ad un’assemblea che si è tenuta presso Camping Cig, col proposito di portare la mia esperienza e dare un contributo per lo sviluppo della lotta comune per un lavoro che sia utile e dignitoso.
La tematica del tavolo era relativa alla bonifiche e anche se poi gli organizzatori hanno deciso di trattare di altro, sono emersi spunti che si legano alla mia esperienza e che mettono in evidenza che per ogni questione che ci troviamo ad affrontare, che sia la perdita di posti di lavoro, che sia la realizzazione di un piano industriale o la costruzione di una strada, ci ritroviamo a discutere di qual è l’amministrazione comunale, regionale o governo nazionale che rispetta il bene comune e che caratteristiche deve avere: quella della “sudditanza” alle multinazionali e a chi ha ricchezze o quella di stare dalla parte di chi le ricchezze le produce, di chi vive sul territorio e ne incarna lo sviluppo?
Si è trattato anche della contraddizione tra lavoro e ambiente e ho pensato alla realtà di Massa, in cui vivo, dove, dopo gravi incidenti dell’84 e dell’88, alcune fabbriche furono smantellate perché inquinanti e si persero posti di lavoro, invece di procedere nell’immediato alla bonifica del territorio e alla riconversione assegnando a quelle aziende un altro tipo di produzione di beni e servizi utili alla collettività.
Il punto è questo: si tratta di eliminare produzioni inutili e dannose, riconvertire le fabbriche destinandole alla produzione di beni e servizi utili alla collettività mantenendo posti di lavoro e creandone anche degli altri e laddove le fabbriche sono utili, si tratta di ridurre al massimo l’inquinamento che producono: è una questione di volontà politica e di amministrazioni disposte ad attuare questa strada, disposte ad agire per il bene e nell’interesse della collettività e nel fare questo abbiano il coraggio e la spinta a prendere le misure necessarie che porteranno inevitabilmente ad uno scontro perché saranno per lo più misure di rottura con gli interessi delle multinazionali e in generale dei poteri forti. Tutto ciò è emerso molto bene nella discussione presso il tavolo organizzato da Camping Cig, dove in diversi hanno messo in evidenza come l’attuale amministrazione sia completamente al servizio di Rebrab, ma a differenza delle precedenti non si troverà neppure ad avere una contropartita in posti di lavoro stante la crisi dell’acciaio, la mancanza di fondi e di piani industriali chiari e seri.
Oggi abbiamo bisogno di Amministrazioni che tutelino il posto di lavoro, così come l’ambiente, la sanità, l’istruzione, le infrastrutture, i sentimenti e le aspirazioni delle masse popolari e dei lavoratori di condurre una vita dignitosa. È possibile questo? Si, è possibile se ci organizziamo in comitati in ogni fabbrica, nei quartieri, nelle scuole e se ci coordiniamo per difendere e migliorare i diritti conquistati fino ad arrivare a fare quello che le istituzioni non fanno. In altre parole si tratta di applicare quanto dice la Costituzione che non a caso vogliono riformare, per avere mano ancora più libera nel produrre profitti che distruggono le nostre vite, che non ci assicurano il lavoro, la sanità, le scuole, i trasporti efficienti …
L’esperienza di Coordinamento Camping CIG va in questa direzione, così come quella delle Mamme No Inceneritore della piana fiorentina, il Movimento No Tav … Quello che si sta muovendo sui territori è quindi molto importante e dev’essere ampliato, valorizzato perché è l’unica strada che realmente può portarci verso l’uscita dal marasma.
Dobbiamo prendere in mano l’iniziativa, passare dalla protesta alla proposta di nuove soluzioni e di attuarle noi stessi laddove è già possibile farlo e con i mezzi di cui disponiamo altrimenti i mezzi ce li dobbiamo cercare. È importante lo scambio di esperienze ed è fondamentale il coordinamento di questi organismi che oggi ci sono, esistono, combattono, ma ancora in maniera confusa e scoordinata. Questi sono i primi passi per vedere rispettati nuovamente i nostri diritti e come dice bene il Coordinamento camping CIG a partire dall’articolo 1 che recita che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.
Elena Tartarini