Ciao L.,
come ti ho anticipato rispondo a quello che hai scritto su Facebook riguardo alla “polemica” ANPI – PD sul referendum costituzionale attraverso le pagine di Resistenza. Se la Redazione riterrà che la mia risposta è utile anche ad altri, oltre che alla nostra discussione, la pubblicherà. Scrivo a Resistenza perché l’argomento è di quelli che si prestano al passaggio dalla confusione di Facebook allo spazio ordinato e “scientifico” del nostro giornale.
Tu dici che il PD si è mostrato (raffino i termini per un’eventuale pubblicazione) antidemocratico, ha mostrato la sua vera faccia e non invitando l’ANPI alle feste dell’Unità ha caricato a picche le provocazioni della Boschi che aveva avuto la faccia di affermare che “chi vota NO al referendum sulla riforma costituzionale è come Casa Pound” e che “i veri partigiani voteranno SI”. Beh… hai ragione! Così ragione che la tua propaganda contro il PD ha raccolto molti consensi su Facebook, ma probabilmente anche fuori, nella “vita reale”. Fermiamoci un attimo qua, parliamo di questa “vita reale” che spesso si intreccia e a volte si confonde con gli stati d’animo espressi dalla tastiera sul social network. Chiariamoci, come sai non sono contrario all’uso di Facebook, sono contrario all’uso della denuncia come principale, se non unica, attività politica e su Facebook abbonda la denuncia e scarseggiano le proposte. Non è così sempre, certo, ma è così spesso. Allora, vediamo un po’ questa cosa…
I “comunisti su Facebook” passano molto del loro tempo a scrivere, stringatamente, quanto fa schifo una cosa o un’altra, quanto è pessimo quel personaggio o quell’altro, a denunciare, a insultare… un sano, ma elementare, se non infantile, esercizio di rabbia. Bada che anche nel mondo reale molti che si definiscono comunisti fanno la stessa cosa. Quanti ne conosciamo che passano il tempo, le riunioni, le assemblee, le serate a fare l’elenco di tutte le cose che non vanno? I più dotati e brillanti sono quelli che lo dicono meglio, con metafore e aggettivi più pungenti e disgustosi. Quindi, per quanto attiene alla denuncia delle cose che non vanno (fino a piangersi addosso per le cose che non vanno), mondo virtuale e mondo reale si combinano per mezzo degli stessi atteggiamenti di chi piange e denuncia.
Tutta questa premessa per arrivare al punto: lamentarsi non è roba per compagni e compagne! Qui chiudo con la dissertazione su Facebook (che è buono per noi per fare propaganda, tenere relazioni, prendere contatti… non per discutere, né per confrontarsi in modo approfondito) e prendo di petto il motivo della lettera.
Tu sei una che ha la falce e il martello nel cuore. E una che ha anche una testa, che ha esperienze di lotta e di militanza in partiti che però hanno sedimentato in te due “pestilenze”: la prima è la frustrazione (per cui ora dici “basta partiti, mi hanno rotto le palle, non si combina niente”) e la seconda è, permettimi di dirlo in pubblico, te lo dico sempre di persona, una certa sottomissione alla mentalità della sinistra borghese.
La polemica ANPI / PD ne è prova provata e io non me la lascio scappare per farti riflettere.
A te che sei una compagna (con al falce e il martello nel cuore) iscritta, frequentatrice, attivista e animatrice dell’ANPI le parole di Smuraglia (che dell’ANPI è il Presidente Nazionale – ndr) dovrebbero farti imbestialire. Quando dice che “il PCI di Togliatti e Berlinguer era diverso, si poteva discutere democraticamente”, quando dice che “Il PD non ha rispetto per la nostra storia, meglio non andare alle Feste dell’Unità” sta facendo tre operazioni insieme: a. sta lodando quel PCI revisionista che, con l’opera dei suoi dirigenti mischiata alle arretratezze della sinistra, ha sancito la disgregazione del Partito, ha aperto le porte a gente come Napolitano, ha disperso un patrimonio di organizzazione, risorse, cultura, militanza. Forse a Smuraglia interessava avere libertà di parola, di certo quello che veniva fuori da quei dibattiti fra becchini del movimento comunista era interessante solo per le cricche di potere, il Vaticano, gli imperialisti USA che governavano il paese a colpi di repressione, governi DC e bombe nelle stazioni. b. sta ammorbando l’opinione pubblica con la supposta possibilità che il PD possa o debba essere diverso da quello che è. Il PD è uno schieramento politico-affaristico emanazione dei vertici della Repubblica Pontificia, a loro volta eredi e del sistema capitalista dopo la caduta del fascismo. c. la terza operazione poggia sulle altre due che ho detto, è quella delle tre che ha manifestazioni pratiche immediate. Smuraglia è il Presidente dell’ANPI, è un esempio e dà l’orientamento. Di fronte alle posizioni del PD, alle provocazioni della Boschi alla chiusura per l’ANPI dei palchi delle feste dell’Unità che fa? Si lamenta sui giornali!
Adesso, cara L., dimmi tu… ma tu ti senti rappresentata da questo piagnisteo? Tu, antifascista nelle idee e nelle pratiche, generosa, coraggiosa militante, tu con la bandiera rossa nel cuore… a te sta bene una cosa del genere? Ti senti sollevata ora che il divieto all’ANPI di parlare alle feste dell’Unità è stato allentato?
Abbiamo già parlato di cosa deve fare una comunista nell’ANPI… lo riscrivo per te e per quei tanti compagni e compagne che sono ancora tesserati (anche io lo sono…anche senza partecipare, però). Lascia perdere la campagna di opinione sul SI o sul NO. Dire NO non basta, dobbiamo compiere il passo di portare le organizzazioni operaie e popolari ad applicarla, la Costituzione. Dal basso. E l’ANPI, quelle Sezioni come la tua, più di sinistra, più attive, dove ci sono dentro altri compagni, ha un ruolo decisivo. Date battaglia per schierare la Sezione nelle mobilitazioni popolari! Schierate le Sezioni contro il TAV, con gli operai che si mobilitano contro il Jobs Act e per il Contratto Collettivo Nazionale, sostenete le liste dei disoccupati, le organizzazioni studentesche che vengono sempre più spesso criminalizzate e represse. La Costituzione vive lì.
Abbiamo già parlato anche del fatto che Renzi non è Mussolini… ma insomma, ci pensi se i partigiani si fossero appellati alla democraticità del fascismo? Se si fossero limitati a disperarsi e agitarsi perché il fascismo aveva portato il paese alla rovina, fucilava gli operai, deportava gli ebrei, incatenava le donne ai dettami del Vaticano, faceva dei giovani carne da macello…e tante altre cose orribili e nefaste…
I comunisti hanno impiegato 20 anni a organizzarsi in modo efficace contro il fascismo, e per 20 anni sono stati in prima fila, pagando un prezzo altissimo, con eroismo e imparando dall’esperienza. Il biennio 1943 / 1945, la Resistenza, non fu solo lotta armata. Il Partito Comunista orientò e diresse i CLN nei paesi, nei quartieri e nelle fabbriche non solo nelle operazioni militari, ma curando tutti gli aspetti della gestione della società che dalla clandestinità e nel corso della Resistenza, conquistando la fiducia delle masse prostrate dalla guerra, metteva le basi per la società che sarebbe potuta essere dopo la Liberazione. I comunisti erano quelli che avevano un progetto, una visione più ampia, di prospettiva… per questo furono la spina dorsale della Resistenza e il motore della Liberazione.
Concludo su mondo reale e mondo virtuale. La sinistra borghese di cui Smuraglia è eminente esponente vive in un mondo virtuale, una sorta di social network per gente in vista, dove tutto ciò che conta sono le dichiarazioni ai giornali… noi, i comunisti, gli operai e le masse popolari stiamo nel mondo reale, quello che se piangi troppo anneghi e perdi il referendum, la Costituzione progressista e democratica, la possibilità di combattere per il socialismo. Perché poi il nesso è questo, anche se te sei troppo amareggiata per vederlo e non hai fatto un bilancio serio della tua militanza nel PRC: il referendum passa, la lotta per i diritti sanciti nella Costituzione, che si vinca o si perda il referendum, rimane. La lotta per il socialismo, quella, è già in corso. A te, a quelli come te, la scelta. Anche se… indipendentemente dalla tua delusione e il tuo scetticismo, anche se vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti.
LM
La Redazione, ritenendo interessante il contributo, lo pubblica. E consiglia alla compagna L. la lettura dell’articolo “Recensione di Teresa Noce” oltre che il libro “Rivoluzionaria professionale, autobiografia di T. Noce”. L’articolo è “mappa” per comprendere quello che è scritto nel libro e anche i limiti e gli errori della sinistra del vecchio PCI che nel libro non sono chiaramente indicati.