Il maoismo è la terza superiore tappa del pensiero comunista

Nella pratica rivoluzionaria arricchiamo e sviluppiamo la teoria

Quest’anno, 50° anniversario dell’avvio della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, abbiamo deciso di organizzare dei seminari sul maoismo alla Festa nazionale della Riscossa Popolare a Napoli. Svolti in due giornate, sono stati tenuti dal nostro Segretario Nazionale, Pietro Vangeli, e da un giovane docente (ha appena 27 anni) in formazione, Ermanno Marini (segretario Federale della Toscana); vi hanno partecipato circa 50 compagni fra i quali molti giovani.

Nella prima giornata sono stati illustrati i sei principali apporti del maoismo (vedi Resistenza n. 2/2016) e nella seconda siamo andati a fondo su due aspetti, la strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata e la lotta tra le due linee nel partito comunista e nei paesi socialisti.

Il nostro Segretario Nazionale ha illustrato come la Carovana del (n)PCI, dopo la sconfitta del movimento degli anni ‘70, ha ripreso il cammino della lotta per la ricostruzione del partito comunista e per fare dell’Italia un nuovo paese socialista partendo dalla scienza: dal bilancio dell’esperienza del movimento comunista, dall’analisi della situazione, dall’elaborazione della strategia e della linea adeguate. In questo percorso ha raccolto l’appello lanciato negli anni ‘80 dal Partito Comunista del Perù e dal Presidente Gonzalo per il riconoscimento del maoismo come terza superiore tappa del pensiero comunista, sviluppo del marxismo-leninismo che permette di comprendere e affrontare i limiti e gli errori che durante la prima ondata della rivoluzione proletaria hanno impedito la vittoria della rivoluzione socialista nei paesi imperialisti e quella contro i revisionisti moderni nei paesi socialisti. Per studiare e comprendere in profondità il maoismo, la nostra Casa Editrice Rapporti Sociali agli inizi degli anni ‘90 ha pubblicato le Opere di Mao Tse-tung, la raccolta più ricca di suoi scritti (25 volumi) pubblicata nei paesi imperialisti.

La concezione comunista è una scienza sperimentale, che si sviluppa attraverso la dialettica teoria-pratica. Così come Mao Tse-tung ha sviluppato il marxismo-leninismo applicandolo nella rivoluzione cinese, la Carovana ha sviluppato e arricchito il maoismo applicandolo nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. I principali apporti dati dalla Carovana e dal suo principale artefice, Giuseppe Maj, allo sviluppo del maoismo sono stati man mano sintetizzati nella rivista Rapporti Sociali, poi nella rivista La Voce del (nuovo)PCI e nel 2008 sono stati fissati in modo organico nel Manifesto Programma del (n)PCI. Gli apporti principali sono:

1. l’analisi sull’origine e sulla natura della crisi in corso (seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale),

2. la suddivisione dell’epoca imperialista in tre fasi (1900-1945: prima crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale e prima ondata della rivoluzione proletaria iniziata con la Rivoluzione d’Ottobre; 1945-1975: fase di ripresa dell’accumulazione di capitale e dell’affermazione del revisionismo moderno; 1975: inizio della seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale e avvio della seconda ondata della rivoluzione proletaria),

3. Mao ha messo in luce gli aspetti politici del revisionismo moderno. La Carovana ha analizzato e individuato anche le basi economiche (le condizioni oggettive) che hanno permesso l’affermazione del revisionismo moderno nei primi paesi socialisti e nei partiti comunisti dei paesi imperialisti (ossia la fase di ripresa dell’accumulazione di capitale iniziata nel 1945 e conclusa nel 1975 con l’entrata del sistema capitalista nella seconda crisi generale),

4. il carattere universale della strategia della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (tesi che già il Partito Comunista del Perù aveva indicato agli inizi degli anni ‘80),

5. il regime vigente nei paesi imperialisti a partire dagli anni ‘20-’30 (il regime di controrivoluzione preventiva),

6. la natura del regime vigente nel nostro paese dal 1945: la Repubblica Pontificia (imperialisti USA, Vaticano, Organizzazioni criminali e industriali),

7. la necessità dell’esistenza di due partiti di comunisti nel nostro paese (il (n)PCI e il P.CARC), entrambi funzionali alla strategia per la costruzione della rivoluzione socialista,

8. la tattica del Governo di Blocco Popolare.

Questo inquadramento è stato uno dei momenti di maggiore interesse dei seminari, che ha arricchito sia i giovani che si sono legati da poco alla Carovana, sia i meno giovani che hanno potuto così vedere dall’alto il percorso compiuto.

Nel corso dei seminari abbiamo riflettuto anche sulla nostra pratica, sulla nostra azione, sulla nostra esperienza, sulla fase che il movimento comunista in generale e la Carovana in particolare stanno vivendo, sulla lotta di classe che si sta sviluppando a livello nazionale e internazionale e su come avanzare più speditamente nella lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

A partire dagli apporti del maoismo e da quelli dati dalla Carovana al suo sviluppo, molte sono state le domande e gli spunti emersi sia da parte di membri del Partito che dei collaboratori e simpatizzanti:

l’analisi della mobilitazione reazionaria delle masse popolari promossa dalla borghesia imperialista e le difficoltà che il nemico incontra in questa fase nel promuoverla;

l’analisi della lotta anti-imperialista dei popoli arabi e musulmani e la linea che devono seguire i comunisti del nostro paese rispetto ad essa;

come avanzare nell’unità dei comunisti e la necessità di perseguire un’unità duratura e solida, basata sulla concezione comunista del mondo (l’unità sul bilancio dell’esperienza, sull’analisi della situazione, sulla linea da seguire) e non un’unità senza principi, unicamente organizzativa (“fare numero”) e che non ha alcuna prospettiva, come hanno dimostrato tutti i tentativi di “unire i comunisti” fatti d in questi venti anni seguendo questa linea;

perché la lotta tra le due linee nel Partito è una cosa normale (“senza contraddizione non c’è vita”), costante (“l’equilibrio è momentaneo, la lotta è costante”), indice di vitalità e strumento per lo sviluppo del Partito e della sua azione rivoluzionaria e non segno di debolezza, di poca saldezza ideologica, strumento a cui ricorrere solo in casi di emergenza o “fonte di guai” e problemi (perdita di compagni);

la dialettica qualità-quantità nella costruzione del Partito, perché la qualità è condizione per costruire su basi solide e, anche, sviluppare quantitativamente le nostre forze mentre è fallimentare un’unità a ribasso (unità senza lotta);

perché per diventare comunisti non basta fare di più e meglio di quello che già si fa, ma bisogna trasformare la propria concezione, mentalità e in una certa misura anche personalità, condurre una Riforma Intellettuale e Morale sotto la guida del Partito;

perché ci vogliono due partiti di comunisti nel nostro paese per costruire la rivoluzione (il (n)PCI e il P.CARC), perché il (n)PCI è clandestino e perché è impossibile arrivare al socialismo senza passare attraverso la guerra civile che la borghesia imperialista scatenerà contro il movimento comunista.

Queste le principali tematiche emerse nel corso dei seminari che ci hanno permesso di farci conoscere meglio dai collaboratori e simpatizzanti, alcuni dei quali si sono proposti per proseguire la formazione con i corsi sul Manifesto Programma del (n)PCI.

Usare il maoismo per riflettere sulla nostra opera e su come avanzare con passo più spedito è il miglior modo per celebrare il 50° anniversario dell’avvio della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria.

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