[Pistoia] Chi è che può garantire la salute ed il benessere collettivo?

Il seguente resoconto di un compagno pistoiese racconta della immediata mobilitazione popolare sorta a Pistoia in seguito all’incendio della discarica del Cassero, i cui fumi hanno investito una zona circostante ampia; risalta bene la conclamata incapacità delle autorità della classe dominante nel prendere decisioni che non ledono gli interessi delle masse popolari, in questo caso la salute, uno dei fondamentali. Si conferma come questi soggetti portino avanti, seppure in modo indireto e contrastandoli solo a parole, i disastrosi effetti del sistema produttivo capitalistico, che in questo caso si manifesta nella produzione smodata dei rifiuti e la loro crescente ingestibilità. E alla fine indica la soluzione da opporre a chi ostinatamente vuole portare avanti la guerra di sterminio non dichiarata contro le masse popolari, che vuole riaprire la discarica fregandosene della salute: organizzarsi perchè questo non accada, passare dal protestare contro queste schiera di delinquenti a costruire un’alternativa attingendo alle numerose esperienze di mobilitazione già presenti nella Piana di Firenze, Prato e Pistoia, coordinandosi con gli altri, tanti comitati popolari, tematici e operai che lottano contro le nocività prodotte dalla società capitalista. Un passo avanti per costruire una società di tipo superiore, la società socialista, che consenta di superare questo modo di produzione ormai antistorico, costituito da forme di gestione delle attività umane arcaiche e velenose.

Il segretario della sezione di Firenze del P_Carc

Martedì 5 luglio – ore 19.00 Conferenza Stampa del Comune di Serravalle Pistoiese aperta ai cittadini sull’incendio alla discarica del Cassero.

Già diversi minuti prima dell’ora stabilita la sala presso la sede distaccata del Comune di Serravalle P.se a Casalguidi, adibita alla conferenza stampa organizzata dal Comune è strapiena; le persone occupano anche il corridoio antistante e le scale di accesso. La conferenza viene spostata in tutta fretta presso la sala Franchini alla Biblioteca collocata nella stessa piazza.
Anche questa sala, sebbene molto più capiente, vede molte persone in piedi. La partecipazione è veramente grossa.
Prende la parola il sindaco per informare la popolazione dell’incendio avvenuto alla discarica del Cassero, presso Cantagrillo, il giorno precedente. Le cause sono tuttora da accertare: si pensava, in un primo momento ad una autocombustione; ma successivamente, avendo il giorno precedente trovato parte della recinzione tagliata (di questo vi è denuncia presso i carabinieri) non si può scartare il dolo. Le autorità competenti indagano.
L’incendio ha interessato una parte della discarica già coltivata e pertanto già messa in sicurezza.
In questo lotto della discarica erano presenti tre tipologie di rifiuti, tra cui scarti di lavorazioni tessili altri non pericolosi e rifiuti provenienti da trattamenti dei rifiuti (o robe simili). Tutti comunque di categoria 3, cioè non nocivi, non pericolosi. Il fumo nero era dovuto al telo di copertura e alle gomme di camion che poggiavano sul telo. Ha tanto parlato dell’unità di crisi che già alle ore 22.00 era in opera. (Da notare che l’incendio aveva inizio alle 16.00 circa). Ha parlato dei venti che hanno fatto si che la nube si spostasse oltre il Montalbano, coinvolgendo gli abitati di Larciano e Lamporecchio. Per tutta la notte squadre di operai provvedevano a portare grosse quantità di terra per mantenere circoscritto l’incendio. Incendio che è stato domato solo intorno alle ore 6 del mattino. Successivamente un elicottero dei vigili di Bologna ha provveduto a gettare acqua in quantità per debellare definitivamente l’incendio. La popolazione è stata avvisata prontamente (alle ore 23.00 circa, mia nota), invitandola a tenere chiuse porte e finestre ed evitare di respirare (sic.). Come provvedimento preventivo, su disposizione dell’ARPAT si invitano i cittadini, in un’area di due chilometri dalla discarica a non mangiare i prodotti alimentari. L’ordinanza sarà presa domani.
Durante l’intervento del sindaco prima molti mormorii, successivamente interventi, cioè interruzioni del sindaco, per denunciare i ritardi, per chiedere la chiusura dell’impianto, per chiedere maggiore chiarezza sui rifiuti andati a fuoco, sulla tossicità della nube e altre questioni ancora.
Ha preso poi la parola il responsabile dell’ARPAT, già presente dalla sera all’unità di crisi. Non ha detto molto di più di quanto detto già dal sindaco, definendo solo gli aspetti tecnici di quanto l’ARPAT stà facendo per arrivare alle analisi, che avranno tempi non del tutto brevi, sulla tossicità della nube sprigionata, sugli inquinanti nella ricaduta sui terreni. Ha spiegato come si sono mossi i venti nella serata di ieri e nella notte e successivamente anche nella mattinata di oggi. Ha spiegato come sono arrivati a definire i due chilometri di distanza dalla discarica per i provvedimenti di prevenzione, in attesa dei dati certi, proposti. Dopo varie interruzioni con domande, con affermazioni che ne denunciavano le falsità dette, le non verità, oltre ai termini incomprensibili utilizzati, ha avuto una vera e propria interruzione tanto da obbligare il sindaco a prendere il microfono e dire che se non avessero fatto terminare l’intervento al responsabile dell’ARPAT avrebbe chiuso l’Assemblea (che era una conferenza stampa, secondo loro e tale evidentemente doveva rimanere, mia nota) e mandato tutti a casa. Fatelo terminare e dopo potete fare tutte le domande che volete. Un applauso ironico e un forte grido: tutti a casa. Indirizzato molto a lorsignori. Comunque il responsabile dell’ARPAT ha chiuso il suo intervento lì. Si è alzato, si è allontanato dal tavolo e non si è più visto. Altro che risposte.
Successivamente è stata data la parola ad un dirigente ASL. Ha parlato per circa dieci minuti senza dire niente, se non ripetere quanto già detto da chi lo aveva preceduto. Voleva arrivare ad affermare dei provvedimenti cautelativi presi, aveva molto parlato di insalate e verdure varie; ma non ci è riuscito per le urla che lo hanno accompagnato fino a farlo chiudere.

Sono state poste diverse domande. La più importante: avete parlato dell’insalata, ma a noi umani cosa può produrre l’aver respirato l’aria che puzzava, cosa possono produrre le ricadute degli inquinanti?
Sindaco e ASL si son guardati, si son bisbigliati qualcosa e si son chiusi in un silenzio assordante. La più simpatica: sindaco se l’ordinanza la emette domani posso andare adesso nell’orto e cogliere tutte la verdure e mangiarle, che tanto fanno male solo da domani? La più impertinente, fatta all’ARPAT (che si era latitata, nota mia): i due chilometri escludono Larciano e Lamporecchio, eppure la nube si è diretta in quella zona e già ieri sera gli abitanti erano sommersi da una coltre di fumi neri e tossici.
Nessuno ha avuto la soddisfazione di sentire una qualche risposta. Proprio nessuna.
Solo la Fratoni ha risposto alla domanda di un ex consigliere, (che avevamo già visto ieri sera al cancello della discarica a fare propaganda elettorale, mia nota). La domanda chiedeva cosa fanno prima di riaprire la discarica e come la metteranno in sicurezza.
La risposta, molto in politichese, ha ribadito quanto già affermato dal sindaco: ossia che la discarica riaprirà. Parlando di percorsi autorizzativi, analisi corrette e sicure e quisquiglie simili, ma oramai nessuno più l’ascoltava.

Una cosa è uscita certa: LA DISCARICA RIAPRIRA’. Ciò significa che le analisi o sono a loro favore o non sono. Il Sindaco e la Regione non ammettono che vi possa essere delle analisi che possano dimostrare la non sicurezza della discarica. E, come ha detto la Fratoni: la discarica è un sito industriale e come tutte le industrie può incendiare e bruciare. Il fatto stesso che ciò possa accadere, o meglio è accaduto non deve rappresentare alcuna possibilità di chiusura.

All’uscita, il commento di molti partecipanti è stato che la discarica deve essere chiusa, ossia non deve riaprire. Oltretutto già espresso in vari modi, anche urlati, durante la conferenza stampa.
Il commento di quasi tutti: hanno parlato molto e detto niente; non ci s’è capito niente; a questi non interessa niente della nostra salute.

A.G.

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