Difendere e applicare la Costituzione, passare dalla difesa all’attacco!
Organizzare subito la più ampia mobilitazione in vista del Referendum di ottobre con cui il Governo Renzi vuole fare carta straccia della Costituzione nata dalla Resistenza Partigiana. Il mantenimento “dell’ordine pubblico”, le sanzioni amministrative, i tanti procedimenti penali in corso sono alcune delle formule con cui le autorità e le istituzioni al servizio dei poteri forti, cercano di sedare la legittima organizzazione e mobilitazione delle masse popolari che difendono i propri diritti. Proprio per questo, anche in questo campo, bisogna affermare il principio che è legittimo tutto ciò che corrisponde agli interessi delle masse popolari, anche se illegale dal punto di vista della legge borghese: vale in tutti quei casi in cui le autorità usano la legge per eliminare diritti (dalla casa all’acqua, dal diritto di sciopero a quello di manifestazione e di espressione), vale in questo caso e in questo preciso contesto politico, per passare dalla difesa all’attacco e organizzare la più ampia mobilitazione contro la Riforma della Costituzione. La sua migliore difesa oggi è l’applicazione in ogni campo
NAPOLITANO NON E’ MAI STATO IL NOSTRO PRESIDENTE!
Negli ultimi due anni i Tribunali di Roma e Cassino (FR) hanno aperto diversi procedimenti contro i nostri militanti e il 13 luglio, presso il Tribunale di Cassino, si svolgerà il processo contro Chiara De Marchis (Federazione Lazio Partito dei CARC), per la manifestazione “Napolitano non è il nostro presidente”, che si è svolta in occasione della visita di Giorgio Napolitano il 15 marzo 2014. Quel giorno i movimenti della città di Cassino e del resto della provincia di Frosinone, scesero in piazza in centinaia, con gli obiettivi di denunciare il ruolo politico di Giorgio Napolitano (quale servo della Troika, gran promotore delle misure di “lacrime e sangue” contro le masse popolari , smantellatore della democrazia nel nostro paese nonché implicato nella trattativa Stato-Mafia ) e di mettere sulla piazza il volto reale della crisi del capitalismo e dei suoi effetti sugli operai, i lavoratori, i giovani del paese e del territorio (oltre l’immagine patinata della parata di regime svoltasi quel giorno a Cassino). Nonostante una città militarizzata e il clima di paura suscitato contro la manifestazione, gli obiettivi sono stati raggiunti. Proprio per questo motivo, giudici e polizia politica hanno posto in atto i propri provvedimenti repressivi, questa volta attaccando la compagna Chiara De Marchis , condannata al pagamento di una multa di 1700 euro per uso “non autorizzato” del megafono durante la manifestazione (megafono che, tra l’altro, le fu sottratto e distrutto da un manipolo di poliziotti). Con la moltiplicazione dei processi all’opposizione politica e sociale esistente nel paese, cercano di intimidire e scoraggiare quanti si organizzano e lottano contro i responsabili dell’attuale disastro economico e sociale. Con la chiamata alle armi per la nuova “guerra al terrorismo” e la retorica reazionaria contro questo o quel settore delle masse popolari, cercano di eliminare quel che resta dei diritti democratici conquistati nel nostro paese.
Sappiamo bene che questo accanimento repressivo non riguarda soltanto i militanti del P.CARC, ma è il regime speciale a cui, in barba alla democrazia e alla Costituzione, sono sottoposti oggi tutti coloro che si fanno promotori delle lotte in difesa delle conquiste delle masse popolari che i governi della Repubblica Pontificia giorno dopo giorno vanno smantellando: le grandi contro-riforme del Job’s Act, la Buona Scuola e dello Sblocca Italia vanno a precedere l’ennesima manovra eversiva con la Riforma della Costituzione, nata dalla Resistenza Partigiana. Inoltre, il mantenimento “dell’ordine pubblico”, le sanzioni amministrative, i tanti procedimenti penali in corso sono alcune delle formule con cui le autorità e le istituzioni al servizio dei poteri forti, cercano di sedare la legittima organizzazione e mobilitazione delle masse popolari che difendono i propri diritti. Proprio per questo, anche in questo campo, bisogna affermare il principio che è legittimo tutto ciò che corrisponde agli interessi delle masse popolari, anche se illegale dal punto di vista della legge borghese: vale in tutti quei casi in cui le autorità usano la legge per eliminare diritti (dalla casa all’acqua, dal diritto di sciopero a quello di manifestazione e di espressione), vale in questo caso e in questo preciso contesto politico, per passare dalla difesa all’attacco e organizzare la più ampia mobilitazione contro la Riforma della Costituzione. La sua migliore difesa oggi è l’applicazione in ogni campo.
La nostra esperienza e la storia del movimento comunista e rivoluzionario, ci insegna che la solidarietà di classe è la miglior arma per rispondere e sconfiggere la repressione e che la pratica dei diritti conquistati con la Resistenza è il modo più avanzato a nostra disposizione per difenderli. E’ con questa linea di condotta, che risponderemo a questo e al resto dei procedimenti a danno dei nostri compagni e che facciamo appello a sostenere le lotte contro la repressione in cui siamo e saremo impegnati. I procedimenti relativi a questi attacchi repressivi, sono la parte più gravosa dell’insieme delle denunce, dei processi e delle sanzioni che nel corso di questi anni hanno colpito militanti della nostra organizzazione a Roma e nel Lazio. Si tratta di tre procedimenti gravosi soprattutto dal punto di vista economico: tra spese legali, pretese di risarcimenti economici e multe i nostri compagni sono individualmente esposti per migliaia e migliaia di euro. Chiediamo quindi ad ogni compagno, ai cittadini attivi, ai sinceri democratici e alla parte sana di questo paese, che condivide le motivazioni di questo appello a fornire anche un sostegno economico ai nostri compagni per far fronte alle “spese straordinarie” che ci troviamo costretti ad affrontare. Noi sappiamo, perché lo sperimentiamo su noi stessi, quanto sia spesso difficile fare sacrifici ulteriori rispetto a quelli che i padroni ci impongono ogni giorno, le difficoltà che abbiamo per far quadrare i conti e arrivare a fine mese. Ma sappiamo anche che è importante organizzarsi e lottare, che qualcosa è sempre possibile fare per sostenere le cause giuste, ognuno a partire dalle condizioni concrete in cui si trova e in proporzione alle sue possibilità. Chiediamo quindi un contributo per resistere, avanzare, rafforzare ed estendere la nostra organizzazione e con essa l’orientamento e la forza dei comunisti! Invitiamo tutti a partecipare al presidio di solidarietà con Chiara De Marchis, che si svolgerà il 13 luglio presso il Tribunale di Cassino, alle ore 10.
Difendere l’azione e l’agibilità dei comunisti!
Difendere e applicare la Costituzione!
Federazione Lazio- PCARC