Raccogliamo e pubblichiamo il resoconto commento che i compagni della sezione di Pisa hanno prodotto dell’iniziativa del 5 giugno.
I tre punti principali emersi durante la presentazione del MAL (il piccolo Manuale di Autodifesa Legale a cura del P-CARC ) organizzata dalla sezione di Pisa del P-CARC che ha visto la partecipazione di giovani studenti e operai che hanno riportato la propria esperienza sono:
1. vietare, attraverso minacce, sospensioni e altre misure punitive, qualsiasi forma di mobilitazione studentesca controla buona scuola;
2. licenziare gli operai più combattivi che si organizzano all’interno della propria fabbrica;
3. denunciare e arrestare i comunisti che mirano alla ricostruzione del Partito comunista e a cambiare la società.
Dalle occupazioni studentesche del Liceo artistico Leon Battista Alberti di Firenze, passando al processo affrontato degli studenti senesi per le mobilitazioni contro la riforma Gelmini del 2010, fino al licenziamento politico e la repressione aziendale: abbiamo attinto da queste esperienze pratiche per capire in che modo affrontare la repressione.
Per quanto riguarda la lotta degli studenti, è emersa l’importanza di attuare una “linea d’attacco” (passare da accusati a accusatori), cioè non farsi demoralizzare o rassegnare ma usare l’attacco repressivo per il rafforzamento del collettivo.
Dopo l’ intervento della compagna Eugenia Babini, studentessa del Liceo Alberti di Firenze, abbiamo trattato della lotta che si è sviluppata in ambito aziendale e della repressione che viene attuata nei confronti di quei lavoratori che non si fanno sottomettere dalle decisioni padronali ma che, anzi, si ribellano e si organizzano per farvi fronti. Questo è il caso del licenziato politico Sandro Giacomelli, lavoratore Cobas della DNA (indotto Piaggio), reintegrato grazie alla lotta decisa e unita del coordinamento di lavoratori nato in suo sostegno.
Le lotte di studenti e di lavoratori sono un esempio pratico di come la repressione può essere respinta e sconfitta, grazie a una concezione avanzata, messa in campo per rispedire al “mittente” gli attacchi repressivi a danno di studenti e lavoratori.
Ma l’obiettivo dell’iniziativa non era quello di fermarsi alla mera testimonianza bensì quello di partire dall’esperienza e dalla testimonianza per favorire il coordinamento tra elementi avanzati delle masse popolari: studenti e lavoratori, in questo caso, che si organizzano per fare fronte alla situazione di catastrofica crisi in cui la borghesia li getta, giorno dopo giorno.
Estendere la solidarietà di classe per promuovere e rilanciare un coordinamento tra studenti e lavoratori che faccia fronte agli effetti della crisi del capitalismo e che favorisca;
– la costruzione di posti di lavoro,
– un’alternanza scuola-lavoro, in linea con gli interessi delle masse popolari
– la sicurezza nelle scuole e nelle fabbriche
– il censimento dei giovani disoccupati
– la centralità della classe operaia nella lotta per estendere una nuova governabilità.
L’iniziativa ci ha dato, inoltre, la possibilità di affrontare pubblicamente la questione delle scritte apparse sui muri della Piaggio, in solidarietà delle operaie licenziate.
Gli agenti della borghesia usano la repressione anche per distogliere le informazioni e avvelenare le notizie.
Per l’ennesima volta siamo stati accusati di essere terroristi.
Ma non ci siamo fatti intimidire, abbiamo usato l’attacco contro di noi per sviluppare a un livello superiore il dibattito sulla repressione.
La borghesia vorrebbe generare paura attraverso queste provocazioni in realtà ci rafforzano sempre più, ci spronano a costruire le basi per la costruzione di una società superiore: il SOCIALISMO.
“Il nemico avanza, noi arretriamo; il nemico si accampa, noi facciamo azioni di disturbo; il nemico è stanco, noi attacchiamo; il nemico arretra, noi lo inseguiamo”.
(MaoTse-Tung)