“Un lavoro utile e dignitoso per tutti” – Molto più di una parola d’ordine, un modo per promuovere l’organizzazione delle masse popolari

LDP assemblea

Alla Redazione di Resistenza

Cari compagni,

Vi scrivo questa lettera per condividere l’esperienza che stiamo compiendo nella Federazione Lombardia-Piemonte nell’ambito della Campagna Agitazione e Propaganda – Amministrazioni Locali di Emergenza, sperando che gli insegnamenti che ricavo siano utili anche per le altre Federazioni e siano da stimolo ai nostri lettori.

In questa Campagna abbiamo deciso di dedicare le nostre forze a promuovere l’organizzazione dei disoccupati nell’area metropolitana milanese (dove operano la Sezione di Milano e quella di Sesto San Giovanni e puntiamo a costruirne una terza nella zona sud della città). Non lo abbiamo deciso perché ci piaceva, ma perché analizzando il contesto in cui operiamo abbiamo compreso che ogni problema specifico che le masse popolari vivono è riconducibile alla chiusura delle aziende e in generale alla disoccupazione crescente (dal degrado all’abbandono dei quartieri, dall’emergenza abitativa alla devastazione ambientale e alla tutela della salute). Per questo abbiamo deciso di agitare la parola d’ordine “Un lavoro utile e dignitoso per tutti”.

Avendo come riferimento l’esperienza della Lista Disoccupati e Precari (LDP) del VII Municipio di Roma (di cui avete scritto su Resistenza 3/2016) abbiamo iniziato dal promuovere la costruzione di due Liste simili nel Municipio 2 (dove opera la Sezione di Milano) e a Gratosoglio, coinvolgendo nella costruzione l’organismo popolare GTA – Gratosoglio Autogestita (di cui anche avete trattato su Resistenza) raccogliendo l’interesse dei giovani che lo animano, infine abbiamo proposto che anche a Sesto San Giovanni si avviasse questo lavoro promuovendo la partecipazione degli occupanti della Casa Rossa Rossa (per legare l’emergenza abitativa alla questione del lavoro, sua principale causa).

Aver sollevato la questione e aver dato fin da subito una forma con cui affrontarla ha destato l’interesse di tante persone, dai nostri simpatizzanti e collaboratori storici a persone che stiamo conoscendo strada facendo. Voglio sottolineare come intorno a queste liste e in loro sostegno stiamo raccogliendo non solo i disoccupati, ma anche lavoratori, studenti, pensionati e anche alcuni candidati ai municipi (di cui un paio hanno partecipato all’assemblea di coordinamento tenutasi il 14 maggio). Ognuno di loro vuole contribuire, chi mettendo a disposizione le proprie ore per partecipare ai banchetti per raccogliere le iscrizioni alla Lista, chi promuovendo l’iniziativa attraverso i suoi canali, chi mettendo a disposizione le competenze acquisite nel corso di studi nonché le relazioni con tecnici, ricercatori, professori. In poco tempo quindi, da che abbiamo iniziato a porre la questione del lavoro e della disoccupazione come questione principalmente politica e da affrontare collettivamente, le stesse masse popolari hanno raccolto positivamente e si stanno mobilitando perché esiste la necessità di parlare della disoccupazione, di condividere la propria esperienza e c’è la volontà di trovare soluzioni. A dimostrazione che i comunisti se vogliono organizzare le masse popolari devono analizzare il contesto, raccogliere elementi di inchiesta, rielaborarli e portare una sintesi superiore alle masse.

Questa forza è data principalmente dall’aver fatto un passo avanti nel passaggio dall’adesione identitaria (di bandiera) all’adesione cosciente alla causa del comunismo che ci ha permesso di assumere un ruolo nuovo verso le masse popolari, promuovendone il protagonismo. Concretamente vuol dire che non ci siamo limitati a individuare un problema e indicare la soluzione, ma stiamo promuovendo le liste come strumento per affrontarlo, mobilitarsi e lottare per risolverlo. Con la Lista Disoccupati e Precari puntiamo a censire i disoccupati e i precari del territorio, le loro competenze e professionalità, aggregarli in un organismo di lotta per l’autorganizzazione del lavoro attraverso la mappatura del territorio e comprendere quali sono le esigenze e le necessità che la creazione di posti di lavoro risolverebbe; un organismo che si pone come punto di riferimento per la ricerca collettiva del lavoro e lo scambio di esperienze (contro la concezione che la disoccupazione è un problema individuale), che si pone di risolvere la contraddizione fra necessità immediata del lavoro e lotta di prospettiva per il lavoro.

Per il momento ai banchetti di propaganda che facciamo nei mercati o davanti ai supermercati stiamo usando principalmente due strumenti: un modulo di “iscrizione alla lista” come strumento per censire i disoccupati, le loro competenze e professionalità in modo da capire come possono essere valorizzate nella riqualificazione del quartiere; un questionario per conoscere i principali problemi, le necessità e le “emergenze” del quartiere, i luoghi che stanno a cuore alle masse popolari che vi abitano e le loro proposte.

Questo processo è ancora in fase embrionale, ma su spinta ed esempio delle LDP che stiamo costruendo ne stanno nascendo altre due in altri quartieri della città a opera di elementi avanzati e compagni che sono attivi in altri organismi e che prima conoscevamo poco o non conoscevamo affatto.

Insomma, sapevamo fin dall’ideazione che sarebbe stato un percorso entusiasmante e ricco, ma i risultati dei primi passi compiuti vanno oltre le aspettative!

Vi saluto a pugno chiuso,

La responsabile della Campagna AP-ALE della Federazione Lombardia-Piemonte

 

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