Il 14 maggio Firenze è stata attraversata da un festoso e combattivo corteo di almeno 15mila persone organizzato dalle Mamme No Inceneritore e i Comitati della Piana contro la costruzione di nuovi inceneritori, un metodo di smaltimento dei rifiuti antistorico e superato dalle alternative ecocompatibili, ma fortemente voluto dal governo Renzi e sdoganato con il decreto Sblocca Italia. Il corteo nazionale, perché di questa portata è la questione, è una continuazione di quello “Basta veleni” che si è svolto a Brescia il 10 aprile, anch’esso molto partecipato.
L’iniziativa è stata un passo avanti nella battaglia contro il “termovalorizzatore” fiorentino per diversi motivi. Il primo, che va oltre l’importante aspetto quantitativo dei partecipanti, è che si è esteso il fronte della lotta, con il coinvolgimento dei sindacati di base e di organizzazioni operaie come quelle di GKN e CSO (vedi articolo a fianco). Il secondo è che si è trattato di una grande mobilitazione che entra in sinergia e in concatenazione con il dibattito del 24 maggio e con l’iniziativa del 29.
Nella prima occasione le Mamme No Inceneritore hanno costretto al pubblico confronto tutti i candidati sindaco a Sesto Fiorentino sul tema dei rifiuti, il 29 maggio è la data della “passeggiata” sui terreni dove le autorità vorrebbero costruire l’ecomostro. Obiettivo della passeggiata è la piantumazione di alberi portati dai partecipanti per dare vita al Parco della Piana in modo autonomo, dato che benché il parco fosse previsto dai precedenti progetti, non avrebbe alcun senso se venisse costruito l’inceneritore, allargato l’aeroporto e aggiunta la terza corsia all’autostrada….
Emanare diposizioni utili alle masse popolari che contrastano quelle nocive emanate dalle autorità borghesi, farle valere applicandole, mobilitare le masse popolari per realizzarle, questo è il ruolo delle organizzazioni operaie e popolari che sancisce il passaggio dalla rivendicazione di ragionevolezza e buon senso alle istituzioni, al mettere mano concretamente alle problematiche delle masse, avvalendosi della loro forza per risolverle.
E’ un percorso da rilanciare, per esempio con uno sciopero a rovescio, effettuando la raccolta differenziata porta a porta dei rifiuti in uno dei quartieri fiorentini; si dimostra che è possibile farlo senza aspettare sindaci e assessori di sorta, si mobilitano i numerosi tecnici ed esperti che finora hanno supportato il movimento, si organizzano i disoccupati: questo servizio, se assunto ed esteso alla città, creerebbe almeno 500 nuovi posti di lavoro, questi sì utili e dignitosi invece dei 20 circa, previsti dalla concessione in appalto al massimo ribasso che le istituzioni prevedono per la gestione dell’inceneritore…