19 giugno 1986-19 giugno 2016 Omaggio ai rivoluzionari peruviani nel 30° anniversario del loro sacri

Il Partito dei CARC unisce le proprie bandiere a quelle dei comunisti, dei rivoluzionari e delle masse popolari rivoluzionarie e progressiste del Perù e rende omaggio alle centinaia di rivoluzionari prigionieri assassinati il 19 giugno 1986 nelle prigioni dell’isola del Fronton, di Lurigancho, di Lima e del Callao dalle forze armate del governo reazionario del Perù e dei suoi padrini della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Il ricordo dei caduti del 19 giugno 1986 fa parte della memoria del movimento comunista internazionale.

Che in tutto il mondo i rivoluzionari e i combattenti per la causa della liberazione e del socialismo rendano loro omaggio! Che il ricordo del sacrificio dei nostri compagni caduti nella rivoluzione, l’indignazione per il crimine dei reazionari, la passione per la liberazione delle masse popolari dall’oppressione e dalla miseria si traducano in un rinnovato e più potente slancio di lotta!

In tutto il mondo imperversa la crisi generale del capitalismo. Guerra, miseria, emigrazione, sofferenze di ogni genere e devastazione dell’ambiente sono il risultato della sopravvivenza del capitalismo. Ma anche l’insofferenza e la ribellione dei popoli e delle classi oppresse sono ovunque. La loro rivolta scuote in tutti i paesi le istituzioni dei gruppi imperialisti. Il potere dei gruppi imperialisti traballa anche negli USA, in Europa e in Giappone. Essi ripongono tutte le loro speranze nella repressione, nel controllo e nello Stato d’emergenza. La corsa alle armi è universale. Se ancora sopravvivono, non è grazie alla loro forza, ma perché nel mondo il movimento comunista non si è ancora risollevato dall’esaurimento della prima ondata mondiale della rivoluzione proletaria messa in moto dalla Rivoluzione d’Ottobre guidata da Lenin e da Stalin.

Le classi e i popoli oppressi sono onnipotenti: sono gli opportunisti e i traditori che vedono solo la forza dei nostri nemici. Chi non vuole combattere, accampa la scusa che i nostri nemici sono potenti. Il sistema imperialista non è in grado di resistere all’assalto delle classi e dei popoli oppressi. Non è in grado di tollerare neanche quei miglioramenti delle condizioni di vita che a partire dall’avvento di Chavez al potere in Venezuela alla fine degli anni ’90 alcuni governi progressisti dell’America Latina hanno introdotto nei loro paesi: per questo fomenta colpi di Stato in un paese dopo l’altro. Eliminare le conquiste delle masse popolari è quello che sta facendo anche nei paesi imperialisti, da noi in Italia e in tutta Europa. L’Africa e il Medio Oriente sono già in fiamme. I gruppi imperialisti non sono in grado di mantenere e restaurare il loro ordine in nessuna parte del mondo. Anche i paesi già socialisti, come la Cina, la Russia e altri che in qualche misura si sono reintegrati nel sistema imperialista mondiale, sono travolti nel vortice della crisi generale del capitalismo.

Le classi e i popoli oppressi imboccheranno certamente la via della rivoluzione, ma i tempi e i modi dipendono da noi comunisti. Infatti le classi e i popoli oppressi sono in grado di dispiegare pienamente le loro forze onnipotenti solo se paese per paese sono mobilitati, organizzati, orientati e diretti da un loro gruppo organizzato d’avanguardia, il partito comunista. È quindi indispensabile che i comunisti facciano in ogni paese e a livello internazionale il bilancio della loro esperienza, capiscano perché la prima ondata della rivoluzione proletaria non è arrivata a instaurare il socialismo in nessun paese imperialista, eliminino gli errori e superino i limiti che li hanno arrestati nella marcia trionfale intrapresa a partire dalla Rivoluzione d’Ottobre. Non sono i gruppi imperialisti e il loro clero che sono forti. Sono le classi e i popoli oppressi che non hanno ancora dispiegato completamente la loro forza e sta a noi comunisti portarli a farlo.

Il Partito Comunista Peruviano diretto dal Presidente Gonzalo ha il grande merito di aver dato negli anni ’80 del secolo scorso un potente impulso al riconoscimento nel movimento comunista internazionale del maoismo come terza superiore tappa della concezione comunista del mondo, della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia. I frutti del marxismo-leninismo-maoismo stanno maturando, i comunisti via via correggono gli errori e superano i limiti del passato, in ogni angolo del mondo accrescono le loro file e aprono alle classi e ai popoli oppressi la via della vittoria.

La lotta è ancora dura ma la vittoria del socialismo è certa!

Che il ricordo dei combattenti della rivoluzione sia di sprone ai comunisti in tutto il mondo: dall’America Latina all’Europa, dall’Africa al Medio Oriente, dagli USA alla Cina!

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