Con la campagna Lavoro Giovani abbiamo compreso meglio che la nostra attività deve principalmente puntare a mobilitare e organizzare i giovani per l’instaurazione del socialismo attraverso la costituzione del governo di Blocco Popolare. Significa promuovere lo studio e la formazione sulla concezione comunista del mondo e sul bilancio della prima ondata della rivoluzione proletaria. Una formazione finalizzata a comprendere i compiti del nostro tempo.
Nella prima settimana di maggio abbiamo tenuto due lezioni su natura e sviluppi della crisi economica all’Istituto Vilfredo Pareto di Pozzuoli, di fronte a circa venti tra studenti e studentesse per volta. Si tratta di interventi di carattere formativo del Partito dentro alle scuole, di cui primi sono stati il corso sul Manifesto Programma del (nuovo)PCI tenuto sempre al Pareto tra novembre e dicembre del 2015 e la lezione sempre sulla crisi economica tenuta all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli nello stesso periodo, ultime sono due sessioni di studio sul Manifesto del Partito comunista di Marx ed Engels tenute con studenti del Liceo Artistico G. B. Alberti di Firenze sempre in questo mese di maggio.
Gli interventi nelle scuole e all’università sono stati possibili grazie alla mobilitazione di alcuni insegnanti che hanno lavorato e collaborato con gli studenti rompendo, così, con il settarismo che spesso vede contrapposti in una logica di “scontro generazionale”.
Sia per il contenuto che per il metodo questi interventi, per quanto embrionali, sono un salto di qualità rispetto al modo borghese di educare i giovani, il che si vede subito nell’interesse e nell’attenzione da parte di tutti loro e per tutto il tempo rispetto a temi molto complessi come quelli economici, politici e filosofici che la concezione comunista del mondo tratta.
Al Pareto, data soprattutto la ristrettezza del tempo disponibile, non abbiamo potuto adottare il metodo del leggere insieme a voce alta i testi che parlano della materia in discussione, metodo che è molto efficace per elevare insieme studenti e insegnanti, che favorisce la discussione, che getta luce su ogni dettaglio e in cui ciascuno è chiamato a partecipare attivamente. Abbiamo però posto fin dall’inizio la questione principale che è fondamento di ognuno di questi interventi: ciò che il Partito insegna va oltre l’utilità immediata e l’interesse individuale, serve per estendere la conoscenza sulla propria vita in generale e interessa il contesto globale. Questo è anche il principio da cui si parte per imparare a pensare in modo collettivo, a non restare chiusi nell’interesse particolare, perché nessuno si salva da solo.
La crisi economica è materia grazie a cui si può fare un salto. E’ il salto dal sapere limitato, confuso ed essenzialmente falso insegnato nelle scuole di ogni grado dello Stato della Repubblica Pontificia, al punto avanzato che la Carovana del (nuovo)PCI ha raggiunto nell’elaborazione della scienza delle attività con cui gli uomini fanno la loro storia, quella che Mao descrive come la “teoria più elevata che il pensiero umano abbia mai creato, la teoria scientifica del marxismo- leninismo”. Il Partito viene sollecitato a portare chiarezza su un fenomeno così importante come la crisi in corso da studenti che sulla materia vogliono fare tesi di laurea, vogliono fare tesi per le scuole medie superiori, vogliono rispondere a interrogazioni.
Rispondiamo facilmente a questa richiesta, perché l’analisi della crisi che la Carovana ha elaborato è scientifica e della scienza ha le qualità: la chiarezza, la sinteticità, la coerenza tra le sue componenti interne e con la realtà oggettiva, l’organicità e soprattutto la facoltà di essere fatta propria da tutti, di poter essere trasmessa. Questo è il valore della scienza rispetto a ogni altro sapere che si presenta come misterioso e proprietà di uno, non comunicabile, come è nel pensiero magico, nel pensiero religioso e ogni pensiero idealistico secondo il quale il “vero sapere” si fa vivo nella mente degli uomini geniali. La verità si sa per illuminazione, genio o fede, dicono personaggi tra loro molto diversi come il fascista Giovanni Gentile e il prete Lorenzo Milani. La verità invece è nel fare insieme, nel costruire la strada che ci porta a realizzare gli interessi materiali e spirituali delle donne e degli uomini che costituiscono la società.
Il Partito, però, in questi interventi spiega agli studenti che la crisi in corso è ben altro che materia di studio scolastico, dato che è la condizione su cui si possono sviluppare i loro progetti di vita, il terreno su cui darsi una direzione, cioè un senso, e quindi in definitiva è il fondamento in base al quale decidere il senso della propria vita. Il Partito, quindi, in questi casi ha come interlocutori soggetti che sono, oggi, studenti e studentesse, ma che sono soprattutto uomini e donne giovani ai quali è obbligatorio (e anche bello) spiegare come vanno le cose, come sono andate fino a oggi, come possono andare domani e che l’andamento delle cose di domani dipende da loro.
Abbiamo descritto natura, cause e sviluppi possibili in modo sintetico, come in questo numero di Resistenza facciamo nell’articolo Conoscere la crisi… a pag.1, inducendo gli studenti a riflettere sul perché la borghesia imperialista non rivela la verità sulla materia di cui stiamo parlando. Siamo arrivati a comprendere insieme che la causa del suo mentire non sta nella volontà di ingannare le masse, cosa che senz’altro esiste per molti aspetti particolari della crisi, ma soprattutto perché la borghesia imperialista non conosce la verità sulle cause fondamentali della crisi, sulle sue caratteristiche e sui suoi sviluppi possibili. I suoi servi, politici e intellettuali di destra o di sinistra che si pretendono scienziati o artisti, ostentano tanta cultura per coprire la loro ignoranza del corso delle cose. “Solo esteriormente hanno l’atteggiamento di chi dice la verità. Con loro il guaio è che non conoscono la verità”.
La crisi è molto più grave di quanto la borghesia imperialista vuole fare credere e i comunisti hanno il dovere di spiegarlo alle masse popolari, ma la spiegazione deve comprendere immediatamente il carattere positivo della crisi. Parlando ai giovani, quindi, il Partito spiega senza mezzi termini che la soluzione della borghesia alla disoccupazione che investe in ampie aree del paese più della metà dei giovani delle masse popolari, è lo sterminio, e di questo spiega i motivi e trae esempi dalla storia molto chiari. D’altro lato, questi giovani che per la borghesia nella loro grande maggioranza sono superflui, in eccesso, “esuberi” sono uno per uno preziosi per il movimento comunista, tanto che il Partito cura ciascuno di quelli che si avvicinano con massima determinazione, costanza, attenzione e scienza, per trasformarli e farne uomini e donne nuovi.
In tutte le società divise in classi abbiamo visto divise anche le caste dei guerrieri e degli uomini di scienza, unite, però, nel garantire un sistema che prevedeva l’oppressione e lo sfruttamento di una classe, di cui loro facevano parte, su un’altra classe, cui era vietato sia combattere (se non al servizio dei potenti e contro altri oppressi come loro) e soprattutto era vietato studiare e prima di tutto imparare a leggere e a scrivere. Gli uomini e le donne nuovi che si stanno formando e trasformando, con i giovani delle masse popolari all’avanguardia, sono invece scienziati e combattenti insieme. “Un soldato che ha capito le ragioni della lotta, è un combattente formidabile”, che nessuno può vincere, che non si arrende mai e che trae forza sia da ogni vittoria come anche da ogni sconfitta.