Ancora un morto sul lavoro nel settore marmo e questo elenco è destinato ad allungarsi a causa dei turni di lavoro sempre più pressanti e delle condizioni di lavoro sempre più insicure.
Farà rabbia, ancora una volta, sentire il lamento ipocrita di Sindaci e Presidente della Regione in testa che, invece di vigilare sulla sicurezza dei cittadini e dei lavoratori, sono tra i primi responsabili di queste condizioni di morte e disperazione, perché legati da mille interessi agli industriali del marmo.
Quindi, se il corso delle cose cambierà (può e deve cambiare!), gli unici e i soli che potranno farlo sono i lavoratori e le masse popolari di Carrara.
Imporre ritmi di lavoro che siano davvero sostenibili, imporre il rispetto delle norme di sicurezza e una lavorazione più razionale e sostenibile del marmo.
Fare questo è possibile e dipende dalla mobilitazione e dall’organizzazione degli operai sul posto di lavoro e da quanto questi saranno in grado di legarsi e lavorare in stretta sinergia con la restante parte delle masse popolari del territorio che già si mobilitano per il bene e nell’interesse della collettività.
È per questo che nell’esprimere le nostre più sentite condoglianze ai familiari, amici e colleghi di Carlo Morelli, morto schiacciato dalle lastre di marmo in una segheria di Massa, vogliamo incoraggiare tutti i lavoratori del settore a guardare avanti. Tutti devono seguire l’esempio dei cavatori che oggi sono impegnati nella ricostruzione della loro storica Lega.
La storia insegna che sono i lavoratori organizzati la forza motrice per il progresso!!!