Cacciamo i baroni del marmo, trasformiamo la rabbia in coraggio di lottare!

Un ennesimo incidente in cava, avvenuto nel bacino di Colonnata ha portato nella giornata di ieri, giovedì 13 aprile alla morte di due operai travolti da una frana di duemila tonnellate. Un terzo lavoratore che stava lavorando assieme a loro si è salvato per miracolo.

Quattro morti negli ultimi otto mesi, undici morti dal 2005 ad oggi, sono questi i dati di quello che è un vero e proprio bollettino di guerra. Perché quella del marmo anche se non è dichiarata è una vera e propria guerra. Una guerra che i baroni del marmo conducono contro le masse popolari delle nostre città. Una guerra dalla quale i padroni del marmo e del carbonato di calcio ricavano profitti altissimi mentre per le masse popolari rimangono i morti, i feriti, il dissesto idrogeologico, l’inquinamento e le montagne devastate.

Questa ennesima tragedia dimostra ancora una volta con evidenza come il modello capitalista sia incompatibile con il benessere collettivo. Il capitalismo per sua natura poggia e non può fare a meno di poggiare sulla valorizzazione continua e sempre maggiore del capitale, sullo sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente sulla concorrenza tra capitalisti; per questa sua caratteristica non può fare a meno di essere distruttivo.

Conseguentemente alla sua natura, il capitalismo applicato al settore estrattivo non può proprio fare a meno delle escavazioni selvagge, di cercare la sua valorizzazione attraverso i settori e i canali che garantiscono maggiori profitti come la lavorazione del carbonato di calcio anche se questa accelera in maniera notevole la distruzione delle montagne, di risparmiare sulla sicurezza e di accrescere i ritmi della produzione avvalendosi delle più moderne tecniche di sfruttamento, di ritenere proprio diritto sacro santo pagare due spiccioli per le concessioni dei bacini marmiferi mentre una città langue nella miseria e nella continua preoccupazione che una pioggia più forte del previsto abbia conseguenze drammatiche a causa del dissesto idrogeologico che loro stessi causano.

I padroni del marmo non portano lavoro e non portano benessere! I padroni del marmo stanno alle masse popolari delle nostre città come una forza di occupazione straniera sta alle masse popolari di una città occupata.

Al di là dello stomachevole rito della disperazione nel quale si cimentano gli Zubbani e i Rossi di turno (“le vite vengono prima dei profitti”), al di là delle proposte dei Sindacati che chiedono maggiore sicurezza (peccato che siano i padroni a dettare le regole del gioco) la verità è una sola: finché saranno i padroni a gestire le cave le masse popolari di Carrara continueranno a pagare un prezzo altissimo in termini di miseria, di sicurezza e di devastazione ambientale.

L’unica proposta politicamente sensata e di prospettiva dal punto di vista del benessere collettivo, della redistribuzione della ricchezza e del ristabilimento di un equilibrio con l’ambiente è quella di cacciare i padroni e rendere le cave un bene comune. Occorre un “Amministrazione Comunale di Emergenza” (o comunque la si voglia chiamare), che sia decisa ad attuare fino in fondo questa e le altre “misure di emergenza” necessarie a far fronte alla drammatica situazione nella quale le masse popolari stanno sprofondando ogni giorno sempre più (disoccupazione, smantellamento della sanità pubblica e degli altri servizi, povertà diffusa ecc) anche se sono misure in rottura con la “legalità” dei padroni (violazione del patto di stabilità, espropri ecc). Un amministrazione che sia composta da quei soggetti che godono della fiducia della parte più attiva, combattiva e già organizzata delle masse popolari (perché non sono compromessi e legati con gli interessi dei soliti noti), che sia disposta ad avvalersi della forza e della pressione delle masse popolari già organizzate e che ne promuova l’organizzazione per costruire queste soluzioni di emergenza e difenderle dall’inevitabile sabotaggio che i “grandi interessi” cercheranno di mettere in campo.

Solo un Amministrazione con queste caratteristiche può riassumere l’aspirazione e le legittime rivendicazioni che oggi le masse popolari richiedono (lavoro, sanità, casa, tutela dell’ ambiente) e dare un senso e una prospettiva all’attività di quei sinceri democratici che vogliono contribuire a far fronte alla drammatica situazione nella quale il modello capitalista ci sta sprofondando.

Solidarietà alle famiglie e ai colleghi dei lavoratori morti!

Costruiamo un Amministrazione Comunale di Emergenza!

Partito dei Carc sezione Massa

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