Cosa sono e cosa fanno le organizzazioni operaie e le organizzazioni popolari

Per organizzazioni operaie e organizzazioni popolari intendiamo organismi che operano con continuità, che sono composti da operai, lavoratori, studenti, pensionati, casalinghe, immigrati e altri semplici membri delle masse popolari (nessuno dei quali ha di per sé, cioè al di fuori dell’organizzazione, alcun potere sociale) e in cui i membri sono protagonisti anche del processo decisionale. Simili organismi esistono e sono costituiti alcuni su base aziendale, altri su base territoriale, altri su singoli temi e questioni.

Principali e decisive sono le organizzazioni operaie delle aziende capitaliste perchè la classe operaia è la forza dirigente della trasformazione della società capitalista in società comunista.

Le organizzazioni popolari formate dai lavoratori delle aziende pubbliche per dare continuità alla funzione produttiva e sociale (contro la privatizzazione e contro l’eliminazione o riduzione dei servizi pubblici), hanno un ruolo analogo alle organizzazioni operaie delle aziende capitaliste.

Le organizzazioni popolari territoriali sono organismi che si occupano di una qualche attività necessaria alle masse popolari di una data zona (tutela del territorio e dell’ambiente contro l’incuria delle autorità e le grandi opere speculative, difesa dei servizi pubblici, lotta al degrado, ecc.).

Le organizzazioni popolari tematiche sono organismi formati intorno a un qualche obiettivo (mobilitazione contro la guerra, solidarietà internazionale, cultura, ecc.).

Le organizzazioni operaie delle aziende capitaliste e le organizzazioni popolari delle aziende pubbliche (e in una certa misura quelle territoriali) sono espressione di un aggregato sociale oggettivo, non determinato dalla volontà e dalla decisione di creare l’organismo ma preesistente ad esse, sono espressione di un gruppo di lavoratori che le relazioni correnti della società e la loro funzione nella produzione riuniscono stabilmente, contrappongono alla stessa controparte, inseriscono in uno stesso quadro legislativo e contrattuale quanto al loro reddito e alle loro condizioni di lavoro, legano in un’unità stabile e duratura indipendente dalla loro volontà, dai loro sentimenti e dalla loro coscienza e connessa con la necessità duratura di ognuno di essi di guadagnarsi da vivere.

Un ingrediente del rafforzamento organizzativo e politico delle organizzazioni operaie e popolari è che ognuna di esse a sua volta promuova l’organizzazione delle masse popolari non ancora organizzate, cioè si occupi di far nascere altre organizzazioni, in particolare per quanto riguarda i servizi pubblici, di promuovere la mobilitazione e l’organizzazione degli utenti: la “pubblica utilità del servizio” che le autorità usano per mettere gli utenti contro i lavoratori che scioperano, va presa in mano dai lavoratori per chiamare gli utenti a decidere della quantità, del funzionamento e della qualità dei servizi pubblici.

Cosa fanno? Le organizzazioni operaie di aziende capitaliste e le organizzazioni popolari di aziende pubbliche che con cui siamo in contatto o che conosciamo:

– conoscono il processo produttivo dell’azienda e le sue prospettive (cosa produce, come, da chi si rifornisce e a chi vende, cosa può produrre per il paese e per il resto del mondo);

– sanno come vanno le cose nell’azienda, conoscono la situazione nei vari reparti;

– sono autorevoli presso i lavoratori dell’azienda, cioè esercitano un’egemonia sul grosso dei lavoratori;

– svolgono un’azione di orientamento e di direzione all’esterno dell’azienda (di questo, al momento, abbiamo solo una conoscenza dall’esperienza storica, il Consigli di Fabbrica degli anni ‘70).

Fra le organizzazioni operaie e popolari con cui siamo in contatto o che conosciamo una è più mobilitata e “forte” su un aspetto o su un altro dei quattro indicati, nessuna ancora combina compiutamente i quattro aspetti.

Le organizzazioni operaie delle aziende capitaliste e le organizzazioni popolari delle aziende pubbliche che “occupano le aziende ed escono dalle aziende” sono la condizione non solo per rendere il paese ingovernabile ai vertici della Repubblica Pontificia, ma anche per prendere in mano capillarmente l’economia del paese e far fronte al boicottaggio, al sabotaggio e alle sanzioni e aggressioni della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Quindi sono il presupposto per avviare la riorganizzazione generale dell’economia necessaria a porre rimedio almeno agli effetti peggiori della crisi del capitalismo, riorganizzazione di cui il Governo di Blocco Popolare è lo strumento e che sfocerà nella sostituzione su scala generale dell’azienda capitalista con l’azienda socialista.

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