Combattere il nemico dei lavoratori e delle masse popolari che governa il paese e i suoi mandanti. Usare ogni mobilitazione per creare le condizioni necessarie a costituire il Governo di Blocco Popolare

Aderiamo, partecipiamo e chiamiamo a partecipare alle mobilitazioni popolari contro la guerra e contro il governo Renzi:

  • alle manifestazioni del 12 marzo
  • allo sciopero generale promosso dai sindacati di base e conflittuali del 18 marzo
  • alle manifestazioni del 4 aprile

Combattere il nemico dei lavoratori e delle masse popolari che governa il paese e i suoi mandanti, i vertici della Repubblica Pontificia!

Usare ogni mobilitazione per creare le condizioni necessarie a costituire il governo di emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare.

 

        Approfondimento:Dieci tesi sulla situazione attuale e sulla tendenza alla guerra

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Da settimane il governo Renzi – Bergoglio, per bocca di suoi ministri e altri mestatori nel torbido, annuncia l’impegno per evitare una spirale di guerra a livello internazionale in cui sarebbe intruppato anche il nostro paese, ma intanto prepara manovre e regole di ingaggio, dispositivi e impianti per intruppare anche il nostro paese in una nuova campagna di Libia al carro della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti. I vertici della Repubblica Pontificia probabilmente sperano che gli effetti di queste manovre illegittime, illegali e criminali passeranno inosservati ai lavoratori e alle masse popolari, ma per quanto si affannino a nasconderli, i fatti hanno la testa dura. La guerra contro il terrorismo e per la democrazia, come la chiamano, pesa sui lavoratori e sulle masse popolari e man mano che le imprese di rapina e oppressione aumentano di numero e di intensità, il peso diventa sempre maggiore:

          l’aumento delle spese militari si tradurrà in ulteriori tagli ai servizi, all’istruzione e alla sanità, peggioreranno le condizioni di vita, aumenteranno prezzi e tasse, si restringeranno i diritti democratici;

          la partecipazione dell’Italia, in prima fila con i criminali di guerra della Comunità Internazionale, espone le masse popolari alla controffensiva della resistenza dei paesi oppressi e attaccati.

Quello che la borghesia chiama ordine e pace in verità è un periodo di guerre e sconvolgimenti in tutto il mondo e i regimi di democrazia borghese esistenti nei paesi imperialisti devono ricorrere alla violazione della loro legalità e al progressivo accentramento del potere. E’ esemplare il contenuto delle riforme costituzionali di Renzi, l’entrata in guerra in violazione della Costituzione e senza neanche informare il Parlamento, per fare l’esempio del nostro paese.

Non si può fermare una guerra solo con le proteste! Quindi che fare? 

Approfittare di una condizione nefasta, a tutti gli effetti, come la guerra in Libia che i vertici della Repubblica Pontificia stanno preparando (se non già segretamente conducendo) per costruire e sviluppare, in ogni ambito che si riesce a raggiungere, organizzazione e coordinamento fra le masse popolari. Fare rete, aprire canali di inchiesta e di propaganda, avere il polso delle aspirazioni, delle paure, delle ambizioni, delle frustrazioni e delle capacità della classe lavoratrice e convogliare il malcontento e la protesta  (aspetto principale), degli studenti, delle donne, degli immigrati, dei disoccupati nella lotta contro la borghesia e il suo sistema criminale. Organizzare quello che è possibile fare da subito per mettere mano alla situazione in cui versa il paese (già ora, non quando scoppierà la guerra) per cacciare il governo Renzi e per costruire un governo di emergenza delle masse popolari organizzate.

Usare tutte le mobilitazioni per combattere il nemico che abbiamo in casa, il governo Renzi – Bergoglio e i vertici della Repubblica Pontificia! Le iniziative contro le chiusure e delocalizzazioni di aziende, quelle per il rinnovo dei contratti di lavoro, le mobilitazioni contro la devastazione ambientale e la difesa delle conquiste e delle tutele, la campagna elettorale per le prossime elezioni amministrative, quella per il SI al Referendum del 17 aprile contro le trivellazioni in mare, le manifestazioni di fronte alle basi NATO promosse dalla Piattaforma Sociale Eurostop per il 12 marzo, quella (se confermata) promossa dal Coordinamento contro la guerra, le leggi di guerra, la NATO del 4 aprile, ma in particolare lo sciopero del 18 marzo del sindacalismo di base (il 19 per i lavoratori dei trasporti) sono il terreno in cui promuovere la mobilitazione contro la guerra mettendo a bersaglio il nemico che è in casa nostra: il governo Renzi – Bergoglio. In questo percorso possiamo fare pezzi di strada con chi si identifica in Bergoglio e le sue prediche sulla pasce e la giustizia, con chi crede ancora a Vendola, con chi simpatizza per i movimenti di resistenza islamici, persino con chi crede che D’Alema o Bersani sarebbe meglio di Renzi, con chi vuole sventolare la bandiera della pace perché sinceramente pacifista e con chi promuove le azioni dirette di lotta. Il principio è uno: unire quello che spontaneamente procederebbe in ordine sparso per rafforzare la corrente di sinistra che compone la mobilitazione rivoluzionaria delle masse.

Usare tutte le mobilitazioni particolari e specifiche per creare le condizioni per costituire il governo di emergenza delle masse popolari organizzate, il Governo di Blocco Popolare!

1. Propagandare l’obiettivo della sua costruzione fino a farlo diventare la sintesi consapevole delle aspirazioni delle organizzazioni operaie e popolari, in particolare occorre spiegare e dimostrare che solo costituendo un loro governo d’emergenza ognuna di esse può realizzare il suo obiettivo particolare e superare quello che lo contrappone all’obiettivo di altre: ogni lotta oltre al proprio obiettivo specifico (non importa se in contrasto con quello di altre: vedi ambiente e lavoro) deve perseguire la costituzione del Governo di Blocco Popolare.

2. Promuovere in ogni modo e a ogni livello la moltiplicazione e il rafforzamento politico e organizzativo delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari.

3. Promuovere il coordinamento per obiettivo e territoriale (di zona, provinciale, regionale e nazionale) delle organizzazioni operaie e delle organizzazioni popolari.

Questo è il compito che il P.CARC si assume in questa fase e a cui chiamiamo a contribuire le compagne e compagni che cercano una via per la rinascita del movimento comunista, quelli che sono attivi nel campo della lotta sindacale e che cercano una via efficace per lanciare la mobilitazione di operai e lavoratori all’offensiva (dato che giocare sempre e solo sulla difensiva li ha portati a perdere quasi tutte le conquiste), quelli che pure si impegnano con rinnovata speranza nei progetti di costruzione di liste alternative, antagoniste, comuniste per le prossime amministrative.

Il Governo di Blocco Popolare è argine e risposta positiva ai tentativi della borghesia imperialista di mobilitare le masse popolari in senso reazionario, è risposta agli interessi immediati e contingenti dei lavoratori e delle masse popolari e, in quanto sintesi organica delle soluzioni urgenti per fare fronte agli effetti della crisi, è parte della soluzione complessiva e definitiva alla crisi del sistema capitalista che possiamo e dobbiamo costruire, il socialismo.

 

 

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