Forte dell’appoggio del governo Renzi e dopo aver incassato l’eliminazione dell’art.18, il padronato conta di dare il colpo decisivo a un’altra delle conquiste che i lavoratori avevano strappato quando il movimento comunista era forte: il CCNL.
Questo è il senso della piattaforma contrattuale proposta il 22.12.15 da Federmeccanica, i cui punti chiave sono efficacemente illustrati nella presa di posizione di Paolo Brini (membro del Comitato Centrale della FIOM-CGIL ed esponente di “Sinistra Classe Rivoluzione”/ex Falce e Martello) pubblicata il 29.12.15 da Il Manifestino dei Lavoratori Piaggio, di cui riportiamo uno stralcio:
“I padroni di Federmeccanica in 7 pagine hanno messo nero su bianco quale deve essere non solo il prossimo contratto nazionale ma quali d’ora in avanti dovranno essere i principi fondanti del nuovo modello contrattuale. Se con la concertazione 22 anni fa si passò dal salario inteso come variabile indipendente al salario quale variabile dipendente attraverso l’abolizione della scala mobile e l’introduzione dei Premi di Risultato legati agli andamenti aziendali, oggi i padroni vogliono di più. (…) Il loro obiettivo di fondo è arrivare ad avere non solo il salario, ma il lavoratore stesso, nella sua interezza, quale variabile subordinata, non “alla” ma “della” azienda. (…) Quello coi lavoratori da accordo sindacale, si deve trasformare in un accordo di tipo commerciale come con qualsiasi altro fornitore.”
La FIOM ha presentato una sua proposta di piattaforma che, più che ispirata agli interessi dei lavoratori è un assist per permettere a Squinzi & C. di mettere a segno i loro propositi (vedasi Resistenza n. 1/2016). Paolo Brini fa alcuni esempi di ciò: “è innegabile che Federmeccanica, con una intelligente mossa tattica, abbia preso e fatte proprie alcune parti della piattaforma della FIOM. Questo dovrebbe senz’altro indurci a riflettere sulla poca bontà di alcune nostre richieste, ma soprattutto dovrebbe dirci quanto sia pericoloso mostrarsi alla controparte propensi a fare concessioni già in partenza. Emblematico l’esempio della nostra disponibilità all’assorbimento dell’elemento perequativo. Federmeccanica coglie la palla al balzo, ringrazia, incassa e ora noi siamo in difficoltà (…). Altrettanto dicasi per le nostre aperture sulla sanità integrativa. (…) Diventa molto difficile ora per il nostro sindacato rifiutare la sanità integrativa e i suoi costi, dal momento che l’ha rivendicata”.
Tra il 28 ottobre e il 20 novembre 2015 la piattaforma della FIOM è stata sottoposta a referendum nelle fabbriche. Sull’esito della consultazione (di cui non abbiamo trovato documenti che riportano i dati d’insieme azienda per azienda), l’1.12.15 Landini (segretario generale FIOM) ha dichiarato quanto segue: “i dati, non ancora definitivi, indicano che si è svolta in 4.050 aziende per un totale di 526.833 addetti – coinvolgendo cioè il 65% circa dei dipendenti delle imprese aderenti a Federmeccanica per cui è in corso il negoziato contrattuale. Al momento del voto erano presenti in azienda 424.870 lavoratrici e lavoratori; hanno votato in 238.034 (il 56%): 219.686 i sì, 14.208 i no, 6.040 bianche e nulle. La piattaforma della FIOM è stata perciò approvata con il 93,8% dei voti validi”.
Ma nelle fabbriche dove vi sono nuclei organizzati di operai avanzati emerge che l’ipotesi di piattaforma è stata bocciata (dalla Same di Treviglio-Bergamo, Oerlikon Graziano di Rivoli-Torino, FGS Colombo di S.Giorgio su Legnano-Milano, Somec di Treviso, All-Co di Padova, Marcegaglia di Forlì, Bonfiglioli e Motovario di Modena, Ocme e Sma Serbatoi di Parma, Perini di Lucca, CSO e GKN di Firenze) oppure che le RSU hanno preso posizione contro la piattaforma per il contenuto e per le modalità di voto, rifiutandosi di organizzare le votazioni (come alla Techno Sky di Milano, Necta di Bergamo, Electrolux di Forlì, Piaggio di Pontedera-Pisa).
In particolare, la presa di posizione dell’assemblea dei lavoratori della GKN di Firenze non solo denunciava come la piattaforma della FIOM ha facilitato Federmeccanica, ma forniva anche un orientamento, un’indicazione di voto, una proposta e una linea (motivo per cui l’abbiamo pubblicata su Resistenza n. 11-12/2015).
Il 7 e 8 gennaio il Comitato Centrale della FIOM si è riunito per valutare la proposta di Federmeccanica e decidere come proseguire la battaglia per il rinnovo del CCNL in vista dei prossimi incontri di trattativa fissati per il 21 e il 28 gennaio. In questa riunione è stato approvato con 116 voti a favore il documento della Segreteria Nazionale, che sostanzialmente conferma la linea, fin qui seguita dalla FIOM per il rinnovo del CCNL, di cedimento ai sindacati apertamente complici dei padroni (CISL e UIL) e ai complici camuffati come la Camusso e il resto della destra che dirige la CGIL. Il documento della Segreteria Nazionale, infatti, mette in primo piano l’unità con FIM e UILM nella trattativa anziché la mobilitazione degli operai e del resto dei lavoratori; si concentra su singoli aspetti della proposta di Federmeccanica (in particolare quelli salariali) anziché sul progetto generale di eliminare il CCNL perseguito da Federmeccanica; si limita ai metalmeccanici anziché perseguire l’alleanza con le altre categorie di lavoratori coinvolti nella battaglia con le masse popolari mobilitate (e mobilitabili) contro il governo Renzi e le sue misure; appoggia a spada tratta l’operato della direzione della CGIL; ribadisce la stretta adesione alle regole stabilite dall’Accordo del 10 gennaio 2014 in materia di rappresentanza sindacale.
Nella stessa riunione, la Segreteria nazionale della FIOM ha inoltre sospeso la candidatura al Comitato Centrale di Domenico (Mimmo) De Stradis, RSA FIOM alla FCA di Melfi, perché “colpevole” di aver promosso un coordinamento con operai FIAT appartenenti ad altre organizzazioni sindacali.
Sempre a gennaio si sono tenuti gli Attivi regionali, di cui la FIOM ha dato notizia solo all’ultimo momento (come nel caso dell’Attivo regionale della Lombardia che si è tenuto il 13 gennaio e il sito della FIOM ha postato la notizia il 14 gennaio!). Questo metodo non è casuale e fa il paio con le misure disciplinari che colpiscono in questo periodo i delegati combattivi della FIOM. I lavoratori come De Stradis sono colpiti perché i sindacalisti complici sanno che “una scintilla può dare fuoco alla prateria”, che sono o possono diventare centro di coagulo, di mobilitazione e di organizzazione degli iscritti scontenti della linea di resa del sindacato. Gli attacchi contro di loro confermano che i lavoratori sono in numero crescente insofferenti della complicità dei sindacati di regime con i padroni e il governo, sono in numero crescente insoddisfatti dei risultati della linea di resa dei sindacati di regime.
Dopo gli Attivi regionali saranno le assemblee di fabbrica che la FIOM organizzerà il principale terreno per il prosieguo della battaglia per il rinnovo del CCNL in cui interverremo per affermare che non è una questione sindacale, perché il suo esito è strettamente legato allo sviluppo della lotta per cambiare il paese, per cacciare il governo Renzi e costituire un governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari. L’aspetto fondamentale a questo fine è che gli operai e gli altri lavoratori avanzati sfruttino la battaglia per il CCNL per formare organizzazioni operaie che si occupino del futuro della propria azienda, che in virtù della mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori proseguano la battaglia per salvaguardare le proprie condizioni contrattuali. Che ne approfittino per collegarsi e coordinarsi con i lavoratori avanzati delle altre categorie, perché la battaglia per il CCNL dei metalmeccanici dà il la ai CCNL delle altre categorie, quindi gli operai metalmeccanici possono e devono creare un ampio fronte di alleanze.