Mi abbono a Resistenza perché… La nostra opera è grande, il contributo di ognuno è prezioso!

Leggo Resistenza, penso sia un giornale molto interessante, ma anche scorrevole e comprensibile, è unico perchè racconta, senza tentennamenti, la situazione attuale e i nostri compiti; usa esempi di ragazzi che si organizzano per levarsi dalla strada, al contrario di come vorrebbe la società borghese e capitalista. È un giornale con articoli che parlano dei problemi senza nessuna distrazione, come nei “quotidiani” dove a ogni pagina si parla di calcio. Lo consiglio a tutti i giovani perché affronta le problematiche e ti dà anche la soluzione e a noi servono quelle, perché i problemi, bene o male, li sappiamo e li vogliamo combattere, ma spesso non sappiamo come fare. Resistenza è utile e andrebbe letto seriamente, perché a me, come ad altri, aiuta molto nel vedere aspetti della vita che fuori non vediamo.
M.P. studentessa (13 anni) – Cecina (LI)

Cosa porta una giovane compagna come me, che fino a poco tempo fa non si era mai interessata in prima persona di politica, a leggere ora con estrema attenzione ogni articolo di questo giornale? Cos’ha di diverso dagli altri? Falce e martello in copertina, a prima vista, possono spaventare un giovane (ma non solo!) perché per tutta la vita e con ogni mezzo, dai libri di scuola alla TV, il comunismo è stato presentato a noi tutti come uno spauracchio da cui prendere le distanze o, nel migliore dei casi, come una bella, ma irraggiungibile utopia.
Leggendo Resistenza si capisce che la costruzione di una nuova società non è solo possibile, ma doverosa e in tanti già si muovono: non mancano mai articoli che testimoniano esperienze di auto-organizzazione dal basso. Ciò che avvicina le persone a questo giornale non sono l’aspetto accattivante, i colori sgargianti, ecc., ma il fatto che ciò che viene scritto possiamo verificarlo nella realtà. Il punto di vista di Resistenza è diverso da quello di qualsiasi altro giornale: si cerca di capire “cosa c’è dietro”, si fanno analisi approfondite, non si ha paura di chiamare le cose col loro nome (ad esempio la “Repubblica Pontificia” italiana). Una cosa che si nota subito è il fatto che nessun articolo è firmato perché quello che conta non è il singolo in quanto tale, ma il singolo come parte del collettivo; i soldi di chi compra il giornale non vanno ad arricchire qualcuno, l’abbonamento o una sottoscrizione rientrano nell’attività di raccolta economica per fini politici, serve al Partito per alimentare la sua stessa attività e, quindi, è una ricchezza che ritorna indietro a tutti.
Voglio concludere questa lettera con un invito rivolto soprattutto ai giovani: informatevi, studiate, ma fate sì che questo studio non sia fine a se stesso; la teoria è giusta ed efficace se e solo se trova riscontro nella pratica. Per non subire il cambiamento, che comunque è inevitabile, ma esserne protagonisti.
G.D. studentessa universitaria – Colle Val D’Elsa (SI)

Da alcuni anni sono abbonato a Resistenza e sono simpatizzante del P. CARC. Ammetto che pur ricevendo ancora il giornale ne trascuravo la lettura, poi, qualche giorno fa, ho ricevuto il numero 1/2016. Stufo di buttare parte del mio tempo nel web, in una ricerca di informazioni che molte volte è un semplice perdere tempo, ho preso in mano il giornale e mi sono messo a leggere l’ articolo “Sei tesi sulla situazione attuale e sulla tendenza alla guerra”. Mentre proseguivo nella lettura mi sono chiesto perché mai avessi trascurato il giornale negli ultimi tempi, mi sono entusiasmato nella lettura dell’articolo che in maniera semplice, chiara e diretta descrive la situazione presente con l’utilizzo di quel materialismo dialettico e di quella concezione comunista che sono le armi e gli strumenti che permettono, veramente, di fare la differenza e di essere, per il P.CARC, un’avanguardia dal punto di vista dell’analisi della realtà. E poi, la lettura della “Lettera di ricandidatura” mi ha fatto ripensare agli ambienti della sinistra antagonista che anche io ho frequentato; mi sono ritrovato, in parte, nel racconto ripensando a quella realtà politica, comunque importante, ma che senza la concezione comunista, cade nel vortice dei personalismi e della ricerca di un conflitto senza fine e senza obbiettivi, rischiando solo di aumentare lo sbandamento e le dinamiche distruttive e settarie. Ho voluto scrivervi la mia riscoperta del nostro giornale, per rendervi partecipi di quanto sia importante il vostro lavoro, per tanti compagni che, come me, molte volte sono presi dai dubbi e dallo sconforto. Vi ringrazio per il vostro lavoro e per il vostro impegno.
P. A. lavoratore – Brescia

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