La lotta per il referendum sulla Sanità in Toscana: un esempio di mobilitazione popolare

Firenze. Nei mesi di settembre e ottobre i comitati sorti in tutta la Toscana hanno raccolto le firme per indire il referendum abrogativo della Legge 28/2015 che sancisce l’accorpamento delle 12 ASL in sole tre grandi aziende, con tutto ciò che ne conseguirà in termini di servizi ai cittadini e posti di lavoro. In meno di due mesi sono state raccolte più di 50.000 firme, numero ben superiore di quello necessario per indire il referendum, il che la dice lunga sull’approvazione che le politiche di Rossi suscita tra le masse popolari! Per evitare il referendum, il PD, ha messo in campo una vera e propria “truffa antidemocratica” proponendo una nuova normativa che contiene, formalmente, l’abrogazione della legge 28, ma che ne mantiene la sostanza.
Il 15 dicembre i comitati provenienti da tutta la Toscana, hanno manifestato davanti al Palazzo Regionale per ottenere, anzitutto, la garanzia che il referendum venisse svolto. Sebbene ci fossero accordi per poter assistere alla seduta consiliare e per ottenere risposte esaustive sull’iter referendario, il PD si è trincerato dietro cordoni di carabinieri e polizia schierati di fronte all’ingresso.
I comitati non si sono rassegnati, la volontà era quella di oltrepassare il cordone e assistere ai lavori della seduta consigliare, ma i manganelli hanno fatto presto ad alzarsi e i comitati sono stati respinti, ma non si sono dispersi: il presidio è rimasto compatto fuori dal palazzo fino a tarda sera.
Eccola, la forza della Giunta Rossi di fronte ai comitati che vogliono una sanità pubblica ed efficiente: colpi di mano antidemocratici per mandare alle ortiche le firme del Referendum e colpi di manganello democratico per chi manifesta.

La mobilitazione di questi mesi ci mette di fronte a due realtà: quella dei comitati che giorno per giorno, attraverso la raccolta firme, sono nati, allargati e rafforzati e quella dei Consiglieri Regionali d’opposizione che continuano a riporre la loro fiducia nelle Istituzioni per poi rimanere indignati di fronte a un teatrino che non prevede più, per loro, alcun ruolo.
La verità è che l’unica soluzione per vedere affermato il diritto alla salute e gli altri ambiti di interesse collettivo è quella di cacciare la Giunta Rossi e ogni altra, che al suo pari, agisce per mano e nell’interesse di affaristi e speculatori, ma per farlo protestare non basta, serve un progetto e organizzazione.

Anzitutto i comitati possono e devono iniziare a operare come Nuove Autorità Pubbliche dei territori, cioè organismi le cui direttive sono accolte dalle masse popolari, che indicano, caso per caso, il da farsi per garantire il diritto alla salute. Che indicano e promuovono, ad esempio, scioperi dei ticket, la costituzione di sportelli sanitari popolari, che chiamano infermieri e personale ausiliario disoccupato a fare scioperi al contrario per tenere aperti i distretti sanitari, i consultori, per garantire assistenza alle famiglie con anziani e disabili.

Parallelamente, il ruolo dei consiglieri, in particolare di quelli del M5S per il prestigio e l’autorevolezza di cui ancora godono tra le masse popolari, dev’essere quello di legarsi alla mobilitazione di questi comitati, sostenerli campagna dopo campagna, iniziativa dopo iniziativa, fino a determinare la caduta della Giunta Rossi e a sostituirla con un’amministrazione che sorge dalla mobilitazione.
Costruire un’Amministrazione Locale di Emergenza, questo è il contenuto della campagna elettorale che il P.CARC lancerà per le prossime elezioni amministrative e anche se la Regione Toscana non è coinvolta, la mobilitazione per la difesa della sanità pubblica è un esempio per tutti. Perché non è una questione di “poltrone” ma di costruire una reale alternativa di governo per il territorio.

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