Agitatevi perché avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo
Organizzatevi perché avremo bisogno di tutta la vostra forza
Studiate perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza.
Nel corso dell’ultimo anno abbiamo dedicato vari articoli alla mobilitazione dei giovani nella lotta di classe: articoli di storia (i giovani nella Resistenza contro il nazifascismo e nella costruzione dei primi paesi socialisti), di orientamento generale (il ruolo nella società attuale e le prospettive) o articoli che riguardavano le mobilitazioni studentesche. Abbiamo anche promosso specifiche iniziative rivolte ai giovani (il campeggio estivo del 2014, esperienze sperimentali di lettura e discussione collettiva di Resistenza in varie parti d’Italia, le riunioni e gli attivi alle Feste della Riscossa Popolare nel 2014 e nel 2015): sono stati i passi necessari per preparare il terreno e le condizioni a una specifica campagna nazionale che il Partito ha avviato da luglio, ma che entra nel vivo da settembre, e che chiuderemo nel gennaio 2016, la Campagna Lavoro Giovani.
Con questa campagna ci poniamo principalmente due obiettivi: la costruzione del settore Lavoro Giovani del Partito per sviluppare un intervento organico e continuativo (lavoro interno) e un intervento straordinario nelle scuole superiori e nelle università (lavoro esterno) per legare la parte più attiva degli studenti alla costruzione del Governo di Blocco Popolare.
La decisione di costruire uno specifico settore di lavoro dedicato all’intervento sui giovani è la combinazione di due aspetti.
Il primo è che nel percorso di trasformazione del P.CARC (partito del Governo di Blocco Popolare, sancito nel IV Congresso nazionale del giugno scorso) sono moltissimi i giovani (moltissimi, relativamente alle nostre forze) che si sono avvicinati, che hanno avviato una relazione con noi, che ci hanno chiesto prima di tutto formazione alla concezione comunista del mondo, che hanno voluto scoprire cosa vuol dire diventare comunisti, che ci hanno dato parte del loro entusiasmo, vitalità, voglia di cambiare il mondo. Molti di loro si sono affidati al Partito, hanno imparato a fare politica, hanno imparato a operare nel collettivo per dare soddisfazione a quel senso di riscossa su cui la borghesia fa leva per alimentare le tendenze retrive e disgreganti (arrivismo, individualismo, prevaricazione). Questi giovani sono diventati in breve una componente importante del nostro Partito: alcuni sono dirigenti, altri stanno studiando per diventarlo, altri ancora sono nel pieno della lotta fra vecchio e nuovo, pur non risparmiandosi nel dare un contributo decisivo all’attività del Partito.
Il secondo aspetto, che per certi versi è dimostrato dal primo, rientra nella traduzione nella pratica della linea del Governo di Blocco Popolare: i giovani sono una parte importante della società, quasi tre milioni fra di loro (di età fra i 18 e i 30 anni) non studiano e non lavorano (sono “gli esuberi” per la borghesia e un bacino di potenziali assistiti dal Vaticano e dalla sua rete di ricatti e sottomissione), ma neppure “fanno la rivoluzione”. Poco meno di 3 milioni sono gli studenti delle scuole medie superiori (fonte: ISTAT 2012) e poco più di 1,5 milioni gli studenti universitari (fonte: ISTAT 2012): fra scuole medie superiori e università è coinvolto quasi il 10% della popolazione.
Le scuole medie superiori (e in una certa misura ancora anche le università) rappresentano l’ambito in cui spontaneamente si sviluppano livelli di aggregazione e organizzazione dei giovani in un modo per alcuni aspetti analogo a quello in cui si sviluppano in fabbrica per gli operai.
Infatti, nonostante i processi di privatizzazione e il ritorno ad una scuola e università di classe, queste restano ancora il principale serbatoio d’aggregazione anche per i giovani delle masse popolari tra i 15 e i 25 anni.
Questa prima campagna Lavoro Giovani ha quindi come principale ambito di intervento le scuole medie superiori e le università: perché sono il più alto concentrato di giovani delle masse popolari; perché sono già, in qualche misura, un centro di produzione di servizi con specifiche competenze, conoscenze e relazioni; perché sono collettivi di studenti (e anche di lavoratori) oggettivamente costituiti, capaci di una vita politica, sindacale e culturale propria; perché sono già in una certa misura centro di orientamento, aggregazione e organizzazione delle masse popolari della zona in cui sono situate.
Dimostrazione di ciò sono le vaste, numerose, articolate mobilitazioni studentesche che si susseguono ogni anno (in certi casi più partecipate e in altri meno): ci limitiamo a ricordare qui quelle degli scorsi mesi contro la Buona Scuola (che riprenderanno in queste settimane).
Il centro della campagna, tuttavia, non sono le mobilitazioni studentesche e universitarie: il centro dell’intervento sono le scuole e le università. E’ una campagna rivolta non solo agli studenti più combattivi, ma a quelli che vogliono capire come funziona la società capitalista, quali sono i presupposti del comunismo nella società capitalista, a quelli che vogliono avere un ruolo nella costruzione dell’alternativa ai governi della Repubblica Pontificia, a quelli che vogliono avere un ruolo nella costruzione del Governo di Blocco Popolare.
Pertanto il nostro intervento si sviluppa su quattro filoni.
Promozione dell’appello a diventare comunisti, della formazione sulla concezione comunista del mondo: la linea e la concezione del P.CARC e della Carovana del (n)PCI come strumento per leggere la realtà e per trasformarla (dove sta andando il mondo, dove lo vogliamo far andare, come fare).
Sostegno alle mobilitazioni per resistere agli effetti della crisi che gli studenti promuovono e intervenirvi per farne una scuola di comunismo. Le lotte rivendicative che hanno impegnato il movimento studentesco in questi anni mostrano che la strada per un’istruzione pubblica è quella dell’uscita dall’orizzonte del capitalismo. La situazione generale chiama il movimento studentesco a compiere un salto qualitativo: passare dal rivendicare alla classe dominante diritti, trincerarsi dietro al “no” a questa o quella riforma, al lanciarsi con energie e senza riserve nella lotta politica rivoluzionaria per contribuire a costruire il socialismo nel nostro paese.
Promozione di organizzazioni studentesche (e unità d’azione con quelle esistenti: bando al settarismo!) perché si coordinino tra loro e con le organizzazioni dei lavoratori della propria scuola e università per iniziare ad occuparsene direttamente, prendendo in mano la direzione di tutte quelle attività che la borghesia lascia andare in malora (ad esempio promuovendo scioperi al contrario per la manutenzione degli edifici scolastici e universitari). Ma anche uscire dalle proprie scuole e università per coordinarsi con il resto delle organizzazioni popolari e in particolare con le organizzazioni degli operai delle aziende capitaliste: il cuore del processo rivoluzionario è rappresentato dalla classe operaia e attorno ad essa i giovani devono mobilitarsi e organizzarsi, gli studenti devono andare dagli operai!
Reclutamento di quegli studenti disposti a diventare comunisti, a mettersi alla scuola del Partito per imparare a dirigere la costruzione della rivoluzione socialista, disposti a impiegare il proprio tempo e le proprie energie al servizio della lotta di classe, per la rinascita del movimento comunista e lo sviluppo della seconda ondata della rivoluzione proletaria.