Con i lavori del IV Congresso abbiamo ufficialmente costituito la sezione di Pisa. Arriviamo a questo traguardo forti di un lavoro iniziato nel giugno 2013 quando un gruppo di giovanissimi compagni ha fatto richiesta di candidatura nel Partito. I motivi che li hanno spinti sono stati due: 1. l’adesione alla causa del comunismo (che ancora molti giovani oggi vivono, soprattutto in regioni come la Toscana dove il movimento comunista ha avuto e mantenuto una forte influenza tra le masse popolari e la classe operaia) e 2. la ricerca di risposte chiare e pratiche di fronte al marasma della crisi.
La sezione di Pisa è nata da un percorso di studio teorico finalizzato a dare ai compagni gli strumenti necessari per agire in maniera consapevole e incisiva nel contesto della lotta di classe della città: al centro della loro formazione c’è stato il corso sul Manifesto Programma del (n)PCI. Nonostante la giovane età (la segreteria della sezione ha 19 anni!) i compagni si sono fin da subito inseriti nel contesto delle mobilitazioni studentesche, hanno promosso diffusioni di Resistenza nei quartieri popolari e diretto la discussione pubblica del giornale negli spazi occupati della scuola Marconi. Al lavoro tra i loro coetanei, hanno fin da subito legato l’intervento nella classe operaia (in particolare sulla Piaggio di Pontedera).
Facendo il bilancio delle attività e delle iniziative i giovani compagni hanno compreso in maniera più chiara il motivo per cui non basta “fare i compagni”, ma è necessario costruire una sezione del Partito: la creazione delle condizioni per la costruzione del Governo di Blocco Popolare è la via per intervenire nella situazione concreta di Pisa, la seconda città toscana per numero di lavoratori impiegati nelle imprese (110mila) e con circa 26mila lavoratori delle aziende pubbliche. Ai numeri bisogna aggiungere che, con lo sgretolamento del teatrino della politica borghese e dei sindacati di regime, gli elementi avanzati delle masse popolari, ma in particolare gli operai avanzati, prendono spontaneamente delle iniziative che vanno nella direzione che noi indichiamo: organizzarsi direttamente e indipendentemente dal sindacato dentro la propria azienda (“occupare le aziende”) per prevenire gli attacchi padronali, coordinarsi con altri operai e lavoratori di aziende pubbliche, organismi e movimenti popolari (“uscire dall’azienda”) con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro e i servizi del territorio.
Il percorso di costruzione della sezione di Pisa non è stato certamente lineare, il processo di trasformazione da giovani che principalmente e spontaneamente lottavano contro il sistema capitalista e le sue ingiustizie a giovani comunisti costruttori della nuova società non è lineare a tantomeno naturale.
I compagni sono stati “curati e formati” secondo il principio che si impara a diventare comunisti praticando (e dirigendo) la lotta di classe in corso. I freni iniziali sono stati quelli di trovare il modo per far capire alle masse la nostra linea, la paura dei compagni di non essere compresi insomma tutte manifestazioni sane della paura di fare una cosa nuova ma la costruzione della sezione di Pisa ci conferma che siamo noi comunisti “(…)che bisogna raccogliere le idee della masse (frammentarie, non sistematiche), sintetizzarle (attraverso lo studio trasformarle in idee generalizzate e sistematiche), quindi portarle di nuovo alle masse, diffondere e spiegare queste idee finché le masse non le assimilano, vi aderiscono fermamente e le traducono in azine e verificare in tale azione la giustezza di queste idee. Poi sintetizzare ancora una volta le idee delle masse e riportarle quindi alle masse perché queste idee siano applicate con fermezza fino in fondo. E sempre così, ininterrottamente, come una spirale senza fine; le idee ogni volta saranno più giuste, più vitali e più ricche (…)” [Alcune questioni riguardanti i metodi di direzione – Mao Tse Tung]. Dalle prime difficoltà il nascente collettivo di sezione ha continuato, nell’ultimo anno, da una parte il suo lavoro all’interno dell’Istituto scolastico Marconi attraverso la partecipazione ai dibattiti organizzati durante l’autogestione, l’occupazione di uno spazio all’interno della scuola (che di fatto è la sede della sezione) fino ad arrivare alla candidatura di un’altra giovanissima compagna, e dall’altra ha combinato la formazione sul ruolo che la classe operaia ricopre nella trasformazione della società con la mobilitazione pratica.
A tutti i compagne e a tutte le compagne facciamo i complimenti e gli auguri: il loro esempio di giovani che non si limitano a denunciare i mali del capitalismo, che non cercano una via di fuga individuale, che si organizzano e lottano per costruire il futuro è molto più che un “segnale positivo” per il Partito, è un segnale positivo per la rinascita del movimento comunista, è l’orgoglio di avere a che fare con la parte migliore del nostro Paese.
Il Segretario della Federazione Toscana