7 luglio: la Resistenza insegna! Oggi come ieri no pasaran!

 

Oggi come allora difendiamo valori che la Resistenza antifascista ha affermato!

Costruiamo Nuove Autorità Pubbliche per far fronte agli effetti della crisi e alle manovre dell’illegittimo e antipopolare governo Renzi-Berlusconi!

Il 7 luglio si svolgerà la prima udienza del processo contro due dei 16 antifascisti che il 25 aprile 2014 a Reggio Emilia insieme a decine di compagni, lavoratori, giovani, donne, immigrati scesero in piazza e impedirono le gazzarre della Lega.

E’ il razzismo e il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! Non chi si mobilita per difendere i valori che la Resistenza antifascista ha affermato! La crisi generale avanza e il marasma economico alimenta e accresce l’emarginazione, la disoccupazione, la precarietà e lo sfruttamento. Le condizioni di vita e sopravvivenza delle masse popolari vengono attaccate e diventano sempre più precarie. Il problema della casa, del lavoro e di condizioni di vita dignitose per le masse popolari si inquadra in questo contesto. Un numero sempre maggiore di persone a causa della crisi economica si ritrovano senza lavoro, senza casa, senza possibilità di accedere all’assistenza sanitaria, all’istruzione, in totale assenza delle condizioni per una vita dignitosa. In questo contesto si inseriscono le organizzazioni che fomentano le prove di fascismo e la mobilitazione reazionaria.

E’ criminale restare inerti di fronte alle stragi degli immigrati perpetrate direttamente dai fascisti come quella compiuta da Casseri (militante di Casa Pound) a Firenze,nel dicembre 2011 che costò la vita a tre senegalesi cosi come a quelle perpetrate in via indiretta da chi approva leggi razziali come la Bossi-Fini o la precedente Turco-Napolitano e poi ipocritamente piange i morti di Lampedusa! L’iniziativa per cui gli antifascisti sono scesi in piazza è legittima. E se chi dovrebbe applicare la Costituzione non solo non lo fa, ma tollera, sostiene quando non foraggia e protegge i razzisti, fascisti, la loro propaganda xenofoba, le prove di fascismo e razzismo, allora ben vengano le mille iniziative di base volte a ostacolare e impedire derive reazionarie

Il Tribunale di Reggio Emilia continua la sua caccia alle streghe immemore della vittoria della Resistenza! E’ in atto il tentativo di fermare con la repressione un movimento inarrestabile perché erede della Resistenza che 70 anni fa ha liberato il nostro paese dall’oppressione e repressione nazista e fascista, che è espressione diretta dell’attuale lotta della masse popolari contro gli effetti e la guerra di sterminio che la crisi produce, che mette in discussione l’attuale sistema sociale e propone nuovi modi di produzione collettivi e condivisi e nuovi rapporti sociali.

Questo attacco repressivo dimostra che nel nostro paese chi ha a cuore, difende ed applica i principi della Costituzione antifascista nata dalla Resistenza viene perseguito politicamente. Che è in corso un tentativo di cancellare a colpi di denunce e processi i valori e le conquiste per cui centinaia di migliaia di partigiani con la Resistenza antifascista ha affermato.

Solidarietà e libertà per i compagni che fronteggiarono e impedirono le gazzarre della Lega! Con la campagna di solidarietà #‎unafirmanonciferma che ha orientato e determinato l’ampia e articolata mobilitazione popolare, il Tribunale nell’udienza del 13 aprile  non ha potuto accogliere pienamente il teorema accusatorio e assoggettarsi pienamente alle richieste e al piano del PM facendo comunque partire il processo a carico dei 16 antifascisti denunciati: 14 di questi, scegliendo il rito abbreviato, sono stati condannati a 5 mesi e 7 mesi di carcere pensa sospesa; gli altri due, il compagno Mattia Cavatorti (dirigente del Partito CARC) e un esponente del TPO di Bologna, hanno invece deciso di continuare questa battaglia e sono stati quindi rinviati a giudizio per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni colpose (derubricata da lesioni dolose).

Una campagna ampia e partecipata che si è sviluppata a partire dalla manifestazione dell’8 novembre 2014 promossa dai compagni del Laboratorio AQ16, da associazioni e dalle altre organizzazioni (tra cui Partito dei CARC e Comitato 28 aprile 2009) e che ha permesso di costruire solidarietà e coordinamento.

Una mobilitazione che si inserisce nel più ampio e articolato movimento popolare che nasce come resistenza agli effetti della crisi e si sta trasformando sempre più in un movimento che lotta per la ricerca e ridefinizione del concetto di democrazia (partecipazione attiva dei lavoratori e delle masse popolari nella gestione delle società), che mette in discussione l’attuale sistema sociale e propone nuovi modi di produzione collettivi e condivisi e nuovi rapporti sociali.La crisi generale avanza e il marasma economico alimenta e accresce l’emarginazione, la disoccupazione, la precarietà e lo sfruttamento.

La difesa delle condizioni di vita, le campagne in difesa dell’ambiente, per la casa, per il lavoro possono e devono innanzitutto basarsi e sviluppare il protagonismo (coscienza e organizzazione) della mobilitazione delle masse popolari organizzate. Possono essere vittoriose e alimentare la resistenza popolare all’avanzare delle crisi se sono costruite e determinano alcunecondizioni necessarie. Ma sopratutto devono andare oltre la singola rivendicazione, devono essere condotte per sostenere sviluppare il processo e creare le condizioni per la costruzione di un’alternativa politica all’attuale: il governo delle organizzazioni popolari e delle organizzazioni operaie.

Il 7 luglio: oggi come ieri! Il 7 luglio si svolgerà la prima udienza per i fatti del 25 aprile 2014: l’inconsistenza dell’accusa che viene mossa dal PM Pantani è insita nel fatto che in quella data gli antifascisti stavano difendendo i principi della Costituzione antifascista; e se non sono le istituzioni a far rispettare la Costituzione allora è giusto e legittimo anche se illegale che le masse popolari si organizzino dal basso per farle rispettare.

Il 7 luglio è anche un’importante data storica per la città di Reggio Emilia, data in cui nel 1960 morirono giovani operai antifascisti a seguito degli spari della polizia. È ricordando il loro martirio che proseguiamo la lotta contro la persecuzione degli antifascisti nel nostro paese e la lotta contro gli abusi di polizia.

La battaglia per la libertà degli antifascisti che il 25 aprile 2014 si sono opposti alla presenza della Lega Nord, organizzazione xenofoba e razzista, in città è ancora aperta!

La solidarietà verso chi promuove iniziative di“disobbedienza civile”, “diritto alla resistenza”, legittimo(il)legale o come lo si voglia chiamare, è un dovere per quanti oggi aspirano a un cambiamento reale della società e al contempo alimento di una trasformazione in senso positivo.

Resistere al tentativo di cancellare a colpi di denunce e processi i valori e le conquiste per cui centinaia di migliaia di partigiani con la Resistenza antifascista ha affermato!

 

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