Class Unions: il sindacato ai tempi del Job’s Act. Operai che si occupano dell’azienda ed escono dall’azienda

Parliamo molto di organizzazioni operaie e di organizzazioni popolari (OO e OP), le indichiamo come la base materiale della mobilitazione per costruire il Governo di Blocco Popolare (che infatti “non è il governo dei comunisti, ma delle OO e OP”) e nel corso del tempo siamo arrivati a definire quali sono le principali caratteristiche che le distinguono da altri organismi (sindacali, associazioni, comitati, ecc.).
Per organizzazione operaia e organizzazione popolare intendiamo organismi che operano con continuità, che sono composti da operai, lavoratori, studenti, pensionati, casalinghe, immigrati e altri semplici membri delle masse popolari (nessuno dei quali ha di per sé, cioè al di fuori dell’organizzazione, alcun potere sociale) e in cui i membri sono protagonisti anche del processo decisionale (democrazia interna). Simili organismi esistono e sono costituiti alcuni su base aziendale, altri su base territoriale, altri su singoli temi e questioni.
Facciamo un esempio di un organismo che opera con le caratteristiche di organizzazione operaia.

Firenze. I lavoratori di CSO e GKN hanno promosso per il 6 giugno una giornata seminarial: Class Unions, il sindacato ai tempi del Job’s Act. Sono stati in prima fila nell’organizzazione della mobilitazione per respingerlo (hanno promosso scioperi senza aspettare i vertici sindacali, hanno organizzato in ottobre “Occupy Osmannoro”, sono stati i protagonisti di uno spezzone combattivo allo sciopero del 12 dicembre), oggi rilanciano, promuovendo un bilancio pubblico e collettivo di quella esperienza.
Nella convocazione dell’iniziativa indicano di “voler costruire una consapevolezza diffusa fra i colleghi di ciò che succede in azienda, nel resto del mondo del lavoro e nella società in genere”. Questo è il passaggio attraverso cui legano la lotta alla necessità di formarsi e formare i colleghi più giovani e gli altri operai.
Benchè alla CSO non ci siano vertenze aziendali in corso hanno costituito il Comitato degli iscritti FIOM (in realtà aperto a tutti i lavoratori); è stato lo strumento che ha permesso di combinare un’attività di analisi e inchiesta sull’azienda con l’attività verso l’esterno: verso gli operai di altre aziende (ad esempio sostenendo gli operai GKN nella costruzione di un organismo simile), verso la FIOM (con la presentazione di vari ordini del giorno che chiedevano al Direttivo di prendere posizione in sostegno al movimento di lotta per la casa, al movimento antifascista, ecc.) e verso le altre mobilitazioni delle masse popolari (hanno promosso ben prima del sindacato l’adesione allo sciopero del 5 maggio in difesa della scuola pubblica).

 

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