Dichiarazione generale

Con il suo IV Congresso il Partito dei CARC assume il compito di mobilitare le masse popolari e in primo luogo gli operai a costituire un proprio governo d’emergenza, a farlo ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia (il Vaticano, la Confindustria e le altre organizzazioni padronali, le Organizzazioni Criminali, le agenzie dei gruppi imperialisti americani, sionisti ed europei operanti nel nostro paese) e a orientarne, sostenerne e difenderne l’opera dall’opposizione, dal sabotaggio, dalle pressioni e dai ricatti dei vertici della Repubblica Pontificia e della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti.

Con questa decisione il P.CARC accoglie l’indicazione e l’appello del (nuovo)Partito comunista italiano: il P.CARC condivide le motivazioni dell’appello e l’analisi nazionale e internazionale da cui il (n)PCI lo deriva. Il P.CARC è il partito dei comunisti che si battono per la costituzione del Governo di Blocco Popolare, il governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari (cioè delle masse popolari organizzate) composto da persone che godono della fiducia delle organizzazioni operaie e popolari (dirigenti della sinistra sindacale, esponenti democratici della società civile e delle amministrazioni locali, personalità della sinistra borghese non accecate dall’anticomunismo) e che danno forma e forza di legge nazionale alle misure da esse indicate.

 

  1. LE CONDIZIONI GENERALI IN CUI SI SVOLGE LA LOTTA NOSTRA E DEI COMUNISTI DI TUTTO IL MONDO

1.1 La seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale

Il nostro paese, come tutto il mondo, è coinvolto e sconvolto dalla seconda crisi generale per sovrapproduzione assoluta di capitale, iniziata a metà degli anni ’70 del secolo scorso e dal 2008 entrata nella sua fase acuta e terminale. È una crisi per sovrapproduzione assoluta di capitale: a livello mondiale e considerando tutti i settori produttivi, il capitale accumulato è tanto che, se i capitalisti lo impiegassero tutto nelle loro aziende che producono merci (beni e servizi), estrarrebbero una massa di plusvalore (quindi di profitto) inferiore a quella che estraggono impiegandone solo una parte. La crisi attuale ha la sua fonte nelle attività produttive (l’economia reale, la produzione di beni e servizi fatta da aziende capitaliste), cioè nella struttura della società (in questo senso è una “crisi strutturale”). Dalla crisi dell’economia reale capitalista, come suo rimedio provvisorio, si è formata l’enorme massa di capitale finanziario e speculativo la cui valorizzazione ora è il fattore economico determinante delle manovre dei gruppi imperialisti per conservare il loro potere, i loro privilegi e le loro ricchezze nonostante la crisi del capitalismo. È una crisi generale, cioè che riguarda tutto il sistema di relazioni sociali all’interno di ogni singolo paese e il sistema delle relazioni internazionali (in questo senso è una “crisi sistemica”): la crisi economica ha generato la crisi politica (degli istituti, degli ordinamenti e delle relazioni politiche interne e internazionali) e la crisi culturale (intellettuale, morale); la crisi ambientale, generata anch’essa dal capitalismo, è una componente e un’aggravante  della crisi generale.

È la seconda crisi generale del capitalismo: l’umanità si è già trovata una volta in una situazione simile all’inizio del secolo scorso, nel periodo 1900-1945, e ne è uscita con la prima ondata della rivoluzione proletaria che ha portato alla creazione dei primi paesi socialisti e con due Guerre mondiali, cioè con una combinazione di eliminazione del capitalismo in alcuni paesi e distruzione delle forze produttive in quantità tali da permettere la ripresa dell’accumulazione capitalista in altri.

La borghesia imperialista e il suo clero non possono niente contro la crisi del loro sistema sociale. L’unico risultato reale delle loro operazioni è quello di guadagnare tempo spremendo le masse popolari, mettendo una parte delle masse popolari contro l’altra e un popolo contro l’altro, devastando l’ambiente e moltiplicando i focolai di guerra in tutto il mondo.

1.2 La crisi ambientale

Per la prima volta nella storia dell’umanità la crisi generale del capitalismo si combina con la crisi ambientale. Il capitalismo per sua natura deve espandere all’infinito la produzione e il consumo. Esso quindi ha saccheggiato la terra e modificato l’ambiente, per di più in modo caotico dettato dal profitto dei singoli capitalisti, dei singoli produttori di merci, dei singoli individui. L’inquinamento, la devastazione e il saccheggio dell’ambiente sono oramai giunti a un livello tale da mettere con ogni verosimiglianza in pericolo la sopravvivenza della specie umana e del pianeta.

La crisi ambientale confluisce con la crisi generale a rendere l’instaurazione del socialismo e la transizione al comunismo indispensabili per la sopravvivenza dell’umanità oltre che per il suo progresso.

1.3  L’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria

La Rivoluzione d’Ottobre e la creazione dell’Unione Sovietica, la formazione di partiti comunisti in tutti i paesi del mondo, la vittoria sul nazifascismo, la fondazione della Repubblica Popolare Cinese, la formazione di altri paesi socialisti (dall’Europa Orientale alla Corea, a Cuba, al Vietnam e altri), lo sviluppo della rivoluzione anticoloniale e antimperialista, democratica e antifeudale nei paesi oppressi e gli altri aspetti della prima ondata della rivoluzione proletaria avevano avviato il superamento del capitalismo in tutto il mondo. I primi paesi socialisti sono stati la dimostrazione concreta che la classe operaia grazie alla sua avanguardia organizzata nel partito comunista è capace di prendere in mano le redini della società strappandole dalle mani della borghesia e di instaurare il socialismo. Noi traiamo un bilancio ampiamente positivo dell’esperienza dei primi paesi socialisti, come Marx ed Engels trassero un bilancio positivo dall’esperienza della Comune di Parigi, benché anch’essa sia stata sconfitta.

La prima ondata della rivoluzione proletaria ha ottenuto grandi vittorie e successi, ma non è riuscita a instaurare il socialismo in nessun paese imperialista e a causa di ciò via via, a partire dagli anni ’50, ha perso slancio e i revisionisti moderni (gli esponenti dell’influenza borghese nel movimento comunista) hanno preso la direzione di gran parte dei partiti comunisti. Questo ha causato un declino complessivo del movimento comunista a livello mondiale e i primi paesi socialisti, che erano stati instaurati in paesi ai margini del sistema imperialista oppure oppressi da esso, hanno via via smesso di svolgere il ruolo di base rossa della rivoluzione proletaria (esempio per le masse oppresse di ogni parte del mondo, fonte di aiuto e ispirazione per ogni movimento rivoluzionario o anche solo progressista), sono decaduti fino a che o sono crollati o hanno cambiato natura e ruolo. Dopo l’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, la borghesia imperialista e il suo clero hanno ripreso in mano la direzione del mondo: il vortice di crisi, miseria, devastazione ambientale e guerra in cui siamo immersi è il risultato della loro direzione.

I revisionisti moderni hanno potuto prevalere nel movimento comunista perché la sinistra dei partiti comunisti (i membri più decisamente dediti alla causa della rivoluzione) aveva una comprensione insufficiente di aspetti essenziali delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe nei paesi imperialisti e nel mondo:

  • la crisi generale del capitalismo e la situazione rivoluzionaria in sviluppo che ogni crisi generale genera,
  • il regime di controrivoluzione preventiva che la borghesia ha instaurato nei paesi imperialisti,
  • la Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (GPRdiLD) come strategia universale della rivoluzione socialista, – la linea di massa come metodo principale di lavoro e di direzione dei partiti comunisti,
  • la lotta tra le due linee come strumento indispensabile di sviluppo dei partiti comunisti,
  • la rivoluzione di nuova democrazia come fase necessaria della rivoluzione proletaria nei paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale,
  • gli aspetti specifici della lotta di classe nei paesi socialisti e la natura della nuova borghesia di questi paesi.

Per l’illustrazione dei limiti della sinistra del movimento comunista, rimandiamo all’opuscolo del (nuovo)Partito comunista italiano “I quattro temi principali da discutere nel movimento comunista internazionale” che il P.CARC fa suo.

Il movimento comunista rinasce superando i limiti a causa dei quali non ha instaurato il socialismo in nessun paese imperialista durante la prima ondata della rivoluzione proletaria. Gli insegnamenti più avanzati che il movimento comunista ha tratto dall’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria sono sintetizzati nel maoismo, terza superiore tappa del pensiero comunista dopo il marxismo e il leninismo: in Italia e nel mondo il movimento comunista rinasce sulla base del marxismo-leninismo-maoismo. Nella Risoluzione n.1 sono illustrate le linee generali del lavoro internazionale del P.CARC.

L’unica soluzione definitiva e generale della crisi generale del capitalismo è l’instaurazione del socialismo, un nuovo sistema di relazioni sociali corrispondente alle esigenze delle masse popolari, democratico (non perchè periodicamente le masse popolari sono chiamate a votare, ma perché fondato sulla loro organizzazione e sulla loro crescente partecipazione alla gestione della società), ecocompatibile, adeguato alle forze produttive materiali e intellettuali oggi esistenti, corrispondente ai sentimenti e alle concezioni più avanzate che l’umanità ha finora concepito. Il socialismo ha come pilastri portanti:

  1. il potere in mano alle masse popolari organizzate e in primo luogo alla classe operaia organizzata attorno al suo partito comunista (dittatura del proletariato), che ha il compito principale di reprimere i tentativi di rivincita della borghesia imperialista e del clero e di promuovere l’universale partecipazione delle masse popolari alle attività da cui le classi dominanti le hanno sempre escluse,
  2. la sostituzione dell’azienda creata e gestita dal capitalista per aumentare il suo capitale con l’unità produttiva costruita e gestita dai lavoratori organizzati che lavora secondo un piano pubblicamente deciso per produrre tutti e solo i beni e i servizi necessari alla vita dignitosa della popolazione (al livello di civiltà che l’umanità ha oggi raggiunto) e ai rapporti di solidarietà, di collaborazione e di scambio con gli altri paesi,
  3. la partecipazione crescente di tutta la popolazione alla gestione, alla direzione e alla progettazione della vita sociale e al resto delle attività propriamente umane.

Arriveremo a instaurare il socialismo o attraverso la mobilitazione rivoluzionaria delle masse popolari dirette dalla classe operaia tramite il suo partito comunista (questa è la via più diretta, meno distruttiva e dolorosa per le masse popolari) o facendo fronte alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari dirette dai gruppi più criminali della borghesia imperialista e del clero che porterà a un periodo di distruzioni e tormenti immani e alla guerra imperialista (questa è la via meno diretta, più distruttiva e dolorosa per le masse popolari). In sintesi: o la rivoluzione precede la guerra o la guerra genererà la rivoluzione. Siamo nuovamente in una situazione di guerra e di rivoluzione per tanti versi analoga a quella della prima metà del secolo scorso, ma in un contesto in cui lo sviluppo raggiunto dalle forze produttive, l’unificazione del mondo realizzata con il ferro e il fuoco della globalizzazione, l’eredità della prima ondata della rivoluzione proletaria e la crisi ambientale che colpisce per la prima volta l’intera umanità, rendono molto difficile che la borghesia imperialista possa instaurare un nuovo ordine mondiale ancora capitalista.

Il sistema imperialista mondiale incatena ogni paese in un unico sistema commerciale, monetario, finanziario; allo stesso tempo, però, il mondo è ancora oggi diviso in paesi ognuno con un suo Stato, una sua storia, una sua cultura, un suo sistema di relazioni sociali, una combinazione sua propria di classi dominanti e di classi oppresse, una sua specifica posizione e relazione con il resto del mondo. Per questo, pur essendo la rivoluzione socialista un processo internazionale, alla conquista del potere i comunisti arriveranno paese per paese. Il primo paese imperialista che romperà le catene della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti mostrerà la strada e aprirà la via anche alle masse popolari degli altri paesi imperialisti e ai popoli oppressi di tutto il mondo.

Usando come guida il marxismo-leninismo-maoismo, i comunisti devono elaborare linee e metodi specifici per costruire la rivoluzione socialista nel proprio paese. La rivoluzione socialista non è una ribellione spontanea delle masse popolari costrette a condizioni intollerabili, che i comunisti devono attendere che scoppi o a cui si devono preparare facendo propaganda, mobilitando le masse popolare a fare lotte rivendicative e a partecipare alla lotta politica borghese, organizzando la classe operaia e il resto delle masse popolari in sindacati, in organizzazioni di massa e nel partito comunista. La rivoluzione socialista è un processo promosso e guidato dal partito comunista, campagna dopo campagna, nel corso del quale il partito

– si rafforza e si consolida,

– raccoglie e forma le forze rivoluzionarie organizzando gli elementi avanzati della classe operaia e delle altre classi delle masse popolari, oltre che nelle proprie file, nelle organizzazioni di massa che si aggregano attorno al partito (fronte rivoluzionario),

– costruisce, estende e rafforza passo dopo passo un nuovo potere che si contrappone a quello della borghesia e lo stringe in una morsa crescente fino a soppiantarlo (di regola attraverso una guerra civile che la borghesia scatena quando si trova alle strette), impadronirsi dell’intero paese e instaurare il socialismo. Questo processo è la costruzione della rivoluzione e si configura come una guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata (GPRdiLD).

 

  1. LA LINEA DEL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE

2.1 Per avanzare nella rinascita del movimento comunista fino all’instaurazione del socialismo e sbarrare la strada alla mobilitazione reazionaria delle masse, in una situazione caratterizzata

– dal precipitare della crisi generale del capitalismo nella sua fase acuta e terminale,

– dallo sgretolamento dei pilastri su cui si fondava il regime di controrivoluzione preventiva instaurato dalla borghesia imperialista dopo la Seconda guerra mondiale per mantenere il proprio dominio sulle masse popolari e per far fronte al movimento comunista,

– dalla debolezza del movimento comunista conseguente all’esaurimento della prima ondata della rivoluzione proletaria, – dalla presenza di un gran numero di dirigenti della sinistra sindacale, di sinceri democratici della società civile e delle amministrazioni locali, di esponenti della sinistra borghese non ciecamente anticomunisti (i tre serbatoi) che hanno seguito e influenza tra le masse popolari,

nel 2008 il (nuovo)Partito comunista italiano ha lanciato la linea del Governo di Blocco Popolare (GBP).

Il GBP non è il governo dei comunisti (dittatura del proletariato), è il governo d’emergenza delle organizzazioni operaie e popolari (OO e OP), è composto da persone che godono della loro fiducia e ha il compito di far fronte agli effetti più gravi della crisi attuando il programma riassunto nelle seguenti sei misure generali:

  1. assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa),
  2. distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi,
  3. assegnare a ogni persona un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato),
  4. eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti,
  5. avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione,
  6. stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Su questa base il GBP avrà la forza di dare attuazione pratica a rivendicazioni generali delle masse popolari organizzate con provvedimenti quali l’abolizione del debito pubblico (tutelando i risparmi delle masse popolari), la nazionalizzazione delle banche, l’abolizione dei privilegi corporativi di cui godono il Vaticano e la Chiesa (Concordato e Patti Lateranensi con le successive modifiche, 8 per mille, esenzioni fiscali, immunità e impunità, le mille prestazioni di fatto della Pubblica Amministrazione al Vaticano e alla sua Chiesa, ecc.), il ristabilimento del potere dello Stato italiano sulle basi NATO e USA e la rottura della collaborazione politica e militare con i sionisti d’Israele, la mobilitazione delle masse contro le Organizzazioni Criminali, la stabilizzazione di tutti i precari a partire da quelli della Pubblica Amministrazione, l’assegnazione delle case vuote della Chiesa, delle immobiliari, delle assicurazioni, delle banche e dei ricchi alle famiglie sfrattate e senza casa, ecc.

2.2 Le OO e OP faranno ingoiare il loro governo d’emergenza ai vertici della Repubblica Pontificia se renderanno il paese ingovernabile a ogni governo formato o patrocinato da essi: i vertici della Repubblica Pontificia  non sono ancora in condizione di scatenare la guerra civile per reprimere le OO e OP e ingoieranno il GBP in attesa di creare le condizioni per riprendere la situazione in mano.

Rendere il paese ingovernabile significa imparare dall’esperienza a praticare e combinare sistematicamente e su larga scala le seguenti otto vie:

  1. la diffusione della disobbedienza e dell’insubordinazione alle autorità,
  2. lo sviluppo diffuso di attività del “terzo settore”: le attività di produzione e distribuzione di beni e servizi organizzate su base solidaristica locale,
  3. l’appropriazione organizzata di beni e servizi (espropri, “io non pago”, ecc.) che assicura a tutta la popolazione i beni e servizi a cui la crisi blocca l’accesso,
  4. gli scioperi e gli scioperi alla rovescia, principalmente nelle aziende e nelle scuole,
  5. le occupazioni di fabbriche, di scuole, di stabili, di uffici pubblici, di banche, di piazze, ecc.,
  6. le manifestazioni di protesta e il boicottaggio dell’attività delle pubbliche autorità,
  7. il rifiuto organizzato di pagare imposte, ticket e mutui,
  8. lo sviluppo di attività autonome dal governo centrale da parte delle Amministrazioni Locali d’Emergenza (ALE) sottoposte alla pressione e sostenute dalla mobilitazione delle masse.
  1. 3 Un governo d’emergenza
  • al servizio delle OO e OP che sono le autorità pubbliche locali e i suoi agenti locali (analogamente a come ora le amministrazioni locali, i prefetti, i questori, ecc. sono le autorità pubbliche locali e gli agenti del governo centrale),
  • che si è imposto ai vertici della Repubblica Pontificia,
  • che attua le sei misure generali,

ha anche la forza per non sottostare ai diktat dell’Unione Europea e delle altre istituzioni del sistema imperialista mondiale e per condurre una politica tesa a porre fine al protettorato USA, facendo fronte efficacemente al boicottaggio, alle pressioni, ai ricatti (blocco dei beni italiani all’estero, rifiuto delle normali operazioni bancarie legate al commercio e agli scambi internazionali, ecc.) e alle altre manovre che i governi, le istituzioni finanziarie e commerciali, le banche e le altre autorità del sistema imperialista mondiale adotteranno in collaborazione con una parte delle classi dominanti italiane.

A questo fine infatti può far leva

  • sul grande debito del nostro paese e sul fitto intreccio di interessi creati dall’UE e dall’euro tra il sistema monetario e finanziario italiano e quello internazionale (rompere i rapporti con le banche italiane vorrebbe dire per le istituzioni bancarie e finanziarie della comunità internazionale rinunciare ai crediti che ognuna di esse e alcuni loro clienti vantano verso le banche italiane e ridurre a carta straccia titoli dello Stato e delle aziende italiane per alcune migliaia di miliardi di euro),
  • sui contrasti di interessi nella comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti (all’interno della quale si intensifica la lotta dei gruppi imperialisti franco-tedeschi per strappare a quelli americani il predominio nel sistema finanziario mondiale) e sui paesi che con essa hanno un contenzioso aperto: dalla Repubblica Popolare Cinese alla Russia, dall’Iran alla Siria, dalla Corea del Nord al Venezuela e agli altri paesi dell’ALBA.

L’azione del GBP verso le istituzioni del sistema imperialista mondiale e il Vaticano e l’opera del GBP per far fronte agli effetti più gravi della crisi nel nostro paese dando attuazione pratica alla parola d’ordine “un lavoro utile e dignitoso per tutti” avranno ripercussioni importanti sulle masse popolari degli altri paesi che sono anch’esse alla ricerca di una via d’uscita dal disastro della crisi, sul movimento comunista internazionale e sulle forze antimperialiste dei paesi oppressi.

2.4 La costituzione del Governo di Blocco Popolare è uno strumento della lotta per instaurare il socialismo nel nostro paese, non è una terza via alternativa al permanere del capitalismo e all’instaurazione del socialismo. In questo si distingue da un governo tipo Tsipras (un governo elettorale e velleitario a cui aspira la sinistra borghese che pretende di eliminare i mali del capitalismo con l’approvazione della comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti) e dai governi di Fronte Popolare degli anni ’30 del secolo scorso (che erano effettivamente governi dediti a dare forma e forza di leggi a misure che le masse popolari volevano e di cui avevano bisogno, ma che fallirono perché i partiti comunisti li avevano promossi senza un piano e i mezzi per far fronte alla immancabile controrivoluzione).

L’instaurazione del GBP risponde alle esigenze immediate delle masse e contemporaneamente sarà su larga scala la scuola pratica, intellettuale e morale di comunismo che le masse popolari hanno bisogno di compiere per imparare a governare il paese, per rendersi capaci di far fronte vittoriosamente alla guerra civile se gli elementi più criminali della borghesia e del clero la scateneranno, per arrivare a instaurare il socialismo. Il GBP prenderà misure pratiche, governative e sostenute dalle organizzazioni operaie e popolari per far fronte agli effetti più gravi della crisi. Sarà per forza di cose un insieme di misure contraddittorie e con risultati parziali:

  1. perché al GBP parteciperà anche una parte delle classi dominanti,
  2. perché la Pubblica Amministrazione sarà ancora grosso modo quella di oggi, salvo le epurazioni degli elementi ostili e più corrotti,
  3. perché le Forze Armate e di polizia saranno ancora grosso modo quelle di oggi, salvo le epurazioni degli elementi ostili,
  4. perché non esproprierà in massa i capitalisti, ma li sottoporrà temporaneamente a una legislazione d’emergenza,
  5. perché anche al suo interno si scontrerà chi è per andare avanti e chi invece è per ristabilire le condizioni di un “sano capitalismo”, di un “normale” corso delle cose,
  6. perché resteranno da regolare fino in fondo e definitivamente i conti con il Vaticano, con gli imperialisti USA, con i gruppi sionisti, con l’Unione Europea, con le Organizzazioni Criminali.

Ma proprio questa esperienza insegnerà alle masse popolari che per consolidare le misure prese ed estenderle, per difenderle con successo dall’opposizione dei padroni, del Vaticano e dei loro alleati, per trattare con lungimiranza le contraddizioni in seno al popolo ed eliminare gli inconvenienti che si presenteranno, bisogna abolire completamente la proprietà capitalista delle grandi aziende e trasformarle in agenzie pubbliche che svolgono i compiti produttivi loro assegnati e togliere ai borghesi ogni libertà, bisogna instaurare la dittatura del proletariato e un’economia pianificata, bisogna formare ed educare in massa la popolazione alle attività specificamente umane della conoscenza, della ricerca, dell’organizzazione, delle relazioni sociali, della cultura e dell’arte, ecc. da cui le classi dominanti le hanno sempre escluse.

Non esiste in nessuna parte del mondo un capitalismo puro che si trasforma in socialismo puro: per arrivare a instaurare il socialismo, iniziamo dall’eliminazione degli effetti più gravi della crisi generale del capitalismo e dalle misure connesse con questo e proseguiremo sistematicamente nell’opera che ne deriverà.

 

  1. IL RUOLO DEL P.CARC NELLA RIVOLUZIONE SOCIALISTA IN ITALIA

3.1 Il P.CARC riconosce che la Carovana del (n)PCI, alla quale è sempre appartenuto e ha dato il suo contributo, è la maggiore e la migliore concentrazione del movimento comunista che esiste nel nostro paese. Riconosce che la concezione, la linea, i metodi e i criteri che hanno guidato la costruzione del (n)PCI sono fondamentalmente giusti, relativamente giusti. Riconosce e fa propri il bilancio dell’esperienza, l’analisi della situazione e la linea generale indicati dal (n)PCI nel Manifesto-Programma. Su questa base poggia l’opera comune del P.CARC e del (n)PCI nella lotta di classe. D’altra parte stante le condizioni della lotta di classe nel nostro paese, l’eredità che la prima ondata della rivoluzione socialista ci ha lasciato e le forme che la lotta per la rinascita del movimento comunista ha nel nostro paese, il P.CARC continuerà a utilizzare finché possibile quanto resta degli spazi di agibilità politica, conquistati dalla classe operaia e dal suo vecchio partito comunista con la Resistenza, per promuovere l’orientamento comunista delle masse popolari, per fare delle loro lotte spontanee una scuola di comunismo, per promuovere la mobilitazione e partecipazione delle masse popolari all’attività politica rivoluzionaria, cioè alla lotta per la costituzione del GBP come mezzo per arrivare a fare dell’Italia un paese socialista.

3.2 Nel 2005, in collegamento e nell’ambito della strategia della GPRdiLD che il (n)PCI conduce per fare dell’Italia un nuovo paese socialista, il P.CARC si era assunto il compito di “promuovere, dirigere e organizzare la mobilitazione delle masse popolari a intervenire nella lotta politica borghese (elezioni e referendum, assemblee elettive, istituzioni, campagne d’opinione, mobilitazioni e scioperi nazionali, ecc.)”, non con l’obiettivo di fare la “sponda politica” delle masse popolari nelle istituzioni della Repubblica Pontificia per farle funzionare un po’ meglio, ma per far saltare uno dei pilastri su cui si regge il potere della borghesia nel nostro paese (il terzo pilastro del regime di controrivoluzione preventiva: la partecipazione delle masse popolari alla lotta politica della borghesia però in posizione subordinata e al seguito di suoi uomini e partiti).
A partire dal 2008, il P.CARC ha riconosciuto la linea del GBP indicata dal (n)PCI come giusta e conforme agli sviluppi della situazione economica e politica determinata dall’entrata della crisi generale nella fase acuta. Di fatto il P.CARC è sempre più passato da partito che mobilita le masse popolari a irrompere nelle istituzioni della democrazia borghese che reggono la Repubblica Pontificia a partito che opera per la costituzione del GBP, spinto dal fatto che

– si sono formate organizzazioni operaie e popolari autonome dalle forze borghesi, dai sindacati e dalle altre organizzazioni di massa del regime ed è cresciuto il distacco delle masse popolari dai partiti delle Larghe Intese e dalle istituzioni della Repubblica Pontificia (di cui l’aumento dell’astensionismo è una manifestazione),

– spinti dall’aggravarsi dei conflitti al loro interno, i vertici della Repubblica Pontificia stanno abolendo anche le forme della democrazia borghese (stanno facendo saltare il teatrino della politica borghese): hanno aggravato l’opera di elusione, aggiramento e violazione dei principi e dei dettami costituzionali che il regime democristiano aveva condotto per decenni; con l’innalzamento degli sbarramenti elettorali, le liste bloccate e le altre misure cosiddette “pro governabilità”, hanno posto limitazioni crescenti alla partecipazione delle masse popolari con liste autonome alle elezioni (anche quando ancora le indicono); siccome nonostante ciò le elezioni diventano sempre più un’incognita, per installare i governi delle Larghe Intese succedutisi dal 2011 a oggi hanno dovuto fare a meno della convalida elettorale e hanno fatto sistematicamente ricorso a colpi di mano (come il golpe bianco con cui sono corsi ai ripari dopo il successo del M5S alle elezioni politiche del 2013); hanno portato più a fondo l’esautoramento del Parlamento (ridotto a una camera di ratifica delle decisioni del governo) e delle assemblee elettive locali; fanno ricorso su scala crescente alla repressione (cariche della polizia, inchieste giudiziarie, sanzioni pecuniarie, legislazione speciale, limitazioni o privazioni della libertà personale) contro i movimenti popolari.
Con il suo IV Congresso, il P.CARC prende atto di questa trasformazione avvenuta sotto la spinta degli eventi e assume il compito di praticarla programmaticamente. Il IV Congresso conferma la validità delle Tesi del III Congresso salvo le parti superate da questa Dichiarazione Generale e dalle Risoluzioni complementari. Lo Statuto approvato dal III Congresso viene invece sostituito dal nuovo Statuto conforme a questa Dichiarazione Generale e alle Risoluzioni complementari, in particolare alla Risoluzione n. 2 che tratta del lavoro interno del P.CARC e della Riforma Morale e Intellettuale dei suoi membri e dei candidati a entrare nel Partito.

3.3 Il P.CARC assume la costituzione del GBP come suo obiettivo immediato e l’instaurazione del socialismo come obiettivo storico. La linea del P.CARC è quindi

– promuovere la moltiplicazione delle OO e OP, il loro coordinamento e il loro orientamento ad agire come Nuove Autorità Pubbliche, ossia organismi le cui direttive sono accolte ed eseguite dalle masse popolari, fino a costituire il GBP;

– sostenere e valorizzare le lotte spontanee delle masse popolari e promuoverle, principalmente come strumento per creare OO e OP, per sviluppare e rafforzare la sinistra e coinvolgere anche la parte più arretrata delle masse popolari e come terreno per fare scuola di comunismo;

 – fare propaganda per il socialismo e il comunismo.

Sulla base dell’attuazione di questa linea il P.CARC accumula forze rivoluzionarie e promuove la Riforma Morale e Intellettuale dei suoi membri e dei candidati a entrare nel Partito.

 

  1. Il PIANO D’AZIONE  DEL P.CARC PER MOBILITARE LE MASSE POPOLARI A COSTITUIRE IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE

4.1 Creare le condizioni preliminari perché le organizzazioni operaie e popolari instaurino il loro governo d’emergenza. 1. Propagandare l’obiettivo del GBP e spiegare in cosa consiste e i suoi compiti, fino a che la sua costituzione diventi la sintesi consapevole delle aspirazioni delle organizzazioni operaie e popolari, in particolare occorre spiegare e dimostrare che solo costituendo un loro governo d’emergenza ognuna di esse può realizzare il suo obiettivo particolare: ogni lotta oltre al proprio obiettivo specifico deve perseguire la costituzione del GBP. 2. Promuovere in ogni modo la moltiplicazione delle organizzazioni operaie nelle aziende capitaliste, delle organizzazioni popolari nelle aziende pubbliche, delle organizzazioni popolari territoriali e tematiche e il loro rafforzamento politico e organizzativo. 3. Promuovere il coordinamento territoriale (di zona, provinciale, regionale e nazionale) e tematico delle organizzazioni operaie e popolari.

4.2 Promuovere la moltiplicazione e il rafforzamento delle organizzazioni operaie e popolari. Per OO e OP intendiamo organismi che operano con continuità, che sono composti da operai, lavoratori, studenti, pensionati, casalinghe, immigrati e altri semplici membri delle masse popolari (nessuno dei quali ha di per sé, cioè al di fuori dell’organizzazione, alcun potere sociale e quindi non appartengono a nessuno dei tre serbatoi) e in cui i membri sono protagonisti anche del processo decisionale. Simili organismi esistono e sono costituiti alcuni su base aziendale, altri su base territoriale, altri su singoli temi e questioni.

Principali e decisive sono le OO delle aziende capitaliste perchè la classe operaia è la forza dirigente della trasformazione della società capitalista in società comunista. Il lavoro che il P.CARC svolge per creare una rete di operai legati al movimento comunista che si occupano sistematicamente della salvaguardia delle aziende e che svolgono un’azione di orientamento, mobilitazione e direzione su altri operai e lavoratori, su altri settori delle masse popolari, sulle amministrazioni locali, sulle principali questioni locali e nazionali, è illustrato nella Risoluzione n.3.

Le OP formate dai lavoratori delle aziende pubbliche per dare continuità alla funzione produttiva e sociale delle aziende (contro la privatizzazione e contro l’eliminazione o riduzione dei servizi pubblici), hanno un ruolo analogo alle OO delle aziende capitaliste.

Le OP territoriali sono organismi che si occupano di una qualche attività necessaria alle masse popolari di una data  zona (tutela del territorio e dell’ambiente contro l’incuria delle autorità e le grandi opere speculative, difesa dei servizi pubblici, lotta al degrado, ecc.).

Le OP tematiche sono organismi formati intorno a un qualche obiettivo (mobilitazione contro la guerra, solidarietà internazionale, cultura, ecc.).

Le OO delle aziende capitaliste e le OP delle aziende pubbliche (e in una certa misura anche le OP territoriali) hanno un ruolo qualitativamente diverso dalle OP tematiche ai fini della creazione di una nuova rete di istituzioni del governo del paese. Le OP tematiche sono frutto principalmente della decisione di creare un organismo intorno a un determinato obiettivo, quindi nascono e scompaiono principalmente sulla base della volontà e della decisione dei loro componenti. Le OO delle aziende capitaliste e le OP delle aziende pubbliche (e in una certa misura le OP territoriali) sono invece espressione di un aggregato sociale oggettivo, non determinato dalla volontà e dalla decisione di creare l’organismo ma preesistente ad esse, sono espressione di un gruppo di lavoratori che le relazioni correnti della società e la loro funzione nella produzione riuniscono stabilmente, contrappongono alla stessa controparte, inseriscono in uno stesso quadro legislativo e contrattuale quanto al loro reddito e alle loro condizioni di lavoro, legano in un’unità stabile e duratura indipendente dalla loro volontà, dai loro sentimenti e dalla loro coscienza e connessa con la necessità duratura di ognuno di essi di guadagnarsi da vivere.

Un ingrediente del rafforzamento organizzativo e politico delle OO e OP è che ognuna di esse a sua volta promuova l’organizzazione delle masse popolari non ancora organizzate, cioè si occupi di far nascere altre OO e OP, in particolare per quanto riguarda le OP dei servizi pubblici di promuovere la mobilitazione e l’organizzazione degli utenti: la “pubblica utilità del servizio” che le autorità usano per mettere gli utenti contro i lavoratori che scioperano, va presa in mano dai lavoratori per chiamare gli utenti a decidere della quantità, del funzionamento e della qualità dei servizi pubblici.

4.3 Portare le OO e OP ad agire come Nuove Autorità Pubbliche (NAP). Il fattore portante della costituzione del GBP sono le OO delle aziende capitaliste e le OP delle aziende pubbliche che escono ognuna dalla sua azienda e costituiscono collegamenti con organismi operai e popolari di altre aziende, mobilitano e organizzano le masse popolari, i disoccupati e i precari della zona circostante a svolgere i compiti che le istituzioni lasciano cadere (creare lavoro e in generale risolvere i problemi della vita delle masse popolari), a gestire direttamente parti crescenti della vita sociale, a distribuire nella maniera più organizzata di cui sono capaci i beni e i servizi di cui la crisi priva la parte più oppressa della popolazione, a non accettare le imposizioni dei decreti governativi e a violare le regole e le direttive delle autorità della Repubblica Pontificia. In sintesi, organizzazioni operaie e popolari che si occupano della gestione e del futuro della propria azienda (“occupare le aziende e uscire dall’azienda”), del proprio territorio (costringere le amministrazioni locali a diventare ALE) e del paese (promuovere la costituzione del GBP da imporre e far ingoiare ai vertici della Repubblica Pontificia e alla loro comunità internazionale).

Agire da NAP per ogni OO e OP significa passare dallo sdegno, dalla denuncia, dalla rivendicazione e dalla protesta a concepirsi e agire come artefici e costruttori di una nuova governabilità, che poggia sul protagonismo e sull’azione delle masse popolari organizzate; non affidare la soluzione dei problemi a partiti e istituzioni della RP ma occuparsi direttamente del futuro delle aziende e della società e sperimentare l’emanazione e l’attuazione delle misure d’emergenza (a partire dalla misura centrale, “un lavoro utile e dignitoso per ogni adulto”) in concorrenza e in rottura con quelle delle autorità della Repubblica Pontificia; condurre una serie di iniziative concatenate e coordinate nel modo più vasto di cui diventano capaci (sviluppando un fronte ampio di lotta e solidarietà tra le OO e OP, spingendo gli esponenti dei tre serbatoi a sostenere e a rafforzare le loro lotte) nel corso delle quali, per l’azione combinata dei comunisti e delle esigenze della lotta comune, avanzerà il lavoro per la costituzione di ALE e del GBP. Le masse popolari, anche la parte più attiva e combattiva, non sono abituate a concepirsi come “autorità di governo”, “a comandare”, a dirigere, a pianificare. Sono abituate ad affidarsi a questo o quel personaggio politico, sindacale o capopopolo, a questa o quella istituzione della Repubblica Pontificia (presidente della repubblica, papa, governo, prefettura, tribunali, ecc.). Fare di ogni OO e OP una NAP significa trasformare passo dopo passo il tradizionale ruolo delle masse popolari che “chiedono” e rivendicano alle istituzioni, nel nuovo ruolo di autorità di governo dal basso (come sono oggi in embrione i comitati NO TAV della Val di Susa, come sono stati su scala più ampia i consigli di fabbrica negli anni ’70, come furono compiutamente i soviet in Russia all’inizio del secolo scorso).

Non si tratta principalmente di portare gli esponenti delle OO e OP a pensarla come noi, ma di portarli a fare, spinti anche dall’evoluzione della crisi, cose che vanno nella direzione che noi indichiamo affinché i rapporti di forza si modifichino a favore della costituzione del GBP.

4.4 Valorizzare le lotte spontanee ai fini della costituzione del GBP (“fare di ogni lotta una scuola di comunismo”). La mobilitazione della classe operaia e delle masse popolari contro la borghesia imperialista si sviluppa spontaneamente (cioè sulla base della coscienza diffusa con cui le masse popolari si ritrovano, delle relazioni tra esse esistenti prodotte dalla loro collocazione sociale e dalla storia che hanno alle spalle, reagendo alle circostanze con i mezzi di cui dispongono) su quattro fronti

– primo fronte: resistenza e lotta alla repressione e sviluppo della solidarietà,

– secondo fronte: intervento nella lotta politica borghese,

– terzo fronte: lotte rivendicative e sindacali per strappare migliori condizioni di vita e di lavoro,

– quarto fronte: creazione organismi e strumenti culturali e sociali autonomi dalla borghesia.

In ognuno di questi fronti il P.CARC promuove la formazione di OO e OP che agiscono da Nuove Autorità Pubbliche e, applicando la linea di massa e  il metodo delle leve, punta a fare in modo che ogni mobilitazione diventi parte integrante del movimento per la costituzione del GBP: senza di questo, ogni vittoria è precaria, ogni sconfitta è demoralizzante; con questo invece ogni iniziativa particolare è sostenuta dalla forza di tutto il movimento e a sua volta contribuisce a rafforzarlo (ogni iniziativa particolare è una battaglia all’interno di una guerra). Nella Risoluzione n. 4 sono indicate le linee con cui il P.CARC promuove e sostiene l’organizzazione e la mobilitazione delle donne, dei giovani e degli immigrati, cioè di quei settori delle masse popolari sottoposti a forme di oppressione specifiche oltre a quella di classe e quindi più colpiti dagli effetti della crisi generale del capitalismo.

L’intervento del P.CARC combina le iniziative pratiche per portare le OO e OP a fare cose che alimentano il movimento per la costituzione del GBP con l’elevazione della coscienza e la formazione alla concezione comunista del mondo dei più attivi, disponibili e propensi.

Il P.CARC promuove, partecipa e sostiene le lotte e le azioni di protesta promosse dalle OO e OP per dare ad esse unità, continuità e sviluppo e per incanalarle nel processo di costituzione del GBP, non elaborando e proponendo “piattaforme di obiettivi minimi comuni” e “scioperi generali continuati”, ma facendo di ogni lotta rivendicativa una scuola di comunismo.

Ogni lotta concreta, pur essendo unilaterale (perché riguarda un problema particolare, è uno scontro su un aspetto particolare dell’ordinamento sociale e ha come promotore e protagonista un determinato gruppo sociale), già di per sé è comunque una scuola di comunismo per chi vi partecipa perché insegna ed educa a organizzarsi, a stabilire e rafforzare relazioni, a individuare gli amici e i nemici, a lottare, a scoprire e arricchire i mezzi e le forme di lotta, alimenta la coscienza e la conoscenza. L’azione dei comunisti potenzia questo carattere, fa e deve fare di ogni lotta una scuola di comunismo di livello e di efficacia superiori. Scuola di comunismo non vuol dire solo e a volte non vuole dire del tutto reclutamento nel Partito, condivisione del programma e della concezione dei comunisti, simpatia per i comunisti. Questi sono risultati che maturano in tempi e in modi diversi a seconda delle classi, degli ambienti e degli individui. Scuola di comunismo vuol dire anzitutto portare un orientamento giusto sulla lotta in corso e su ogni aspetto della vita sociale e individuale che la lotta fa emergere. Significa in ogni scontro

  • mobilitare la sinistra perché unisca a sé il centro e isoli la destra,
  • trattare, imparare e insegnare a trattare le contraddizioni in seno al popolo in modo da unire le masse e mobilitarle contro la borghesia imperialista,
  • favorire i legami della lotta in corso con le altre lotte,
  • allargare e mobilitare la solidarietà oltre la cerchia dei protagonisti diretti della lotta in corso,
  • sfruttare ogni appiglio e aspetto che la lotta presenta per favorire l’elevamento della coscienza di classe,
  • mobilitare tutti i fattori favorevoli e neutralizzare quelli sfavorevoli alla vittoria della lotta in corso,
  • favorire la massima partecipazione possibile a ogni livello di ideazione, progettazione, direzione e bilancio,
  • individuare gli elementi più avanzati e spingerli in avanti,
  • favorire la crescita di ogni elemento avanzato al livello massimo che ognuno può raggiungere,
  • far emergere il legame tra le varie lotte e i vari aspetti della lotta,
  • insegnare il materialismo dialettico nell’azione,
  • insegnare a diventare comunisti.

4.5 Mobilitare la base rossa nella lotta per il  GBP. La base rossa non è costituita solo da chi proviene dal PRC, dal PdCI o dai vari frammenti che si sono formati dall’implosione di questi partiti della sinistra borghese (quelli che sono contro i mali del capitalismo, ma non osano guardare oltre i confini del capitalismo che li genera). La base rossa è costituita da tutte le persone e dagli organismi (indipendentemente dalla loro attuale collocazione politica) che non hanno seguito la sinistra borghese nella rottura con il movimento comunista, aspirano al socialismo e hanno la bandiera rossa nel cuore. I fattori scatenanti della frammentazione della sinistra borghese sono:

  1. l’aggravarsi della crisi generale, che agisce e influisce su tutte le masse popolari e in modo particolare sui militanti dei partiti della sinistra borghese che sono persone attive;
  2. il fallimento elettorale della sinistra borghese, che è anche fallimento del ruolo che aveva assunto verso le masse:
  3. a) il ruolo di sponda nelle istituzioni borghesi,
  4. b) il ruolo di promotori e sostenitori delle lotte rivendicative.

L’evoluzione della crisi politica in cui sono infognati i vertici della Repubblica Pontificia costringe gli esponenti della base rossa (circoli ed esponenti che fanno o facevano parte del PRC, PdCI, PC-Rizzo, FGC, Giovani comunisti, Falce e martello, Autoconvocati del PRC, PCL, Sinistra Anticapitalista, PDAC, Lista Tsipras, Ross@, ecc.) a definirsi e a posizionarsi in uno dei due campi concretamente possibili che si delineano con sempre maggior evidenza:

  1. fare l’ala di sinistra dello schieramento borghese, costruendo un cartello elettorale per presentarsi alle elezioni politiche e amministrative con l’obiettivo principale di partecipare o sostenere un governo o uno schieramento politico  che rimane sempre espressione dei vertici della Repubblica Pontificia, lanciando campagne e agitando rivendicazioni che sono richieste e pressioni (anche radicali) perché il governo faccia quello che non vuole ma soprattutto non può fare (perché farlo implica rompere, tramite una serie mirata di iniziative energiche, le procedure, regole e leggi del sistema finanziario, bancario e monetario internazionale);
  2. creare le condizioni perché le masse popolari organizzate agiscano da nuove autorità pubbliche che affrontano da subito con misure d’emergenza (misure di cui sono protagoniste decisive le OO e OP) un periodo di lotte accanite e decisive, nel corso delle quali per l’azione combinata dei comunisti e delle esigenze della lotta comune avanzerà la rinascita del movimento comunista, lotte che sfoceranno  nella costituzione del GBP.

Queste sono le due linee, manifestazioni concrete delle due vie (mobilitazione rivoluzionaria o mobilitazione reazionaria delle masse) per far fronte alla crisi generale del capitalismo e avanzare nella costruzione della rivoluzione socialista e delle due classi (proletariato o borghesia) in lotta per la direzione del paese.
Il P.CARC indica ai compagni della base rossa una prospettiva, un compito e una via chiara, realistica e costruttiva per affrontare la situazione e per farla finita con la dispersione, la frammentazione e la demoralizzazione, li inserisce in un processo di elevazione della loro coscienza (comprensione della situazione politica, formazione  alla concezione comunista e sviluppo di attività comuni) e della loro pratica.  Il P.CARC chiama i compagni della base rossa e gli aspiranti comunisti, consapevoli che bisogna far fronte al catastrofico procedere della crisi del capitalismo, a unirsi nelle sue file per contribuire alla costituzione del GBP.

4.6 Promuovere la costituzione di Amministrazioni Locali d’Emergenza (ALE). Le autorità centrali calpestano le autonomie locali e usano le Amministrazioni Locali (circoscrizione, comune, provincia, regione) per spremere le masse popolari e per ridurre i servizi. Riducono costantemente i fondi a disposizione delle Amministrazioni Locali, impongono nuove tasse e smantellano i servizi pubblici. Le Amministrazioni Locali che non osano rompere i vincoli di spesa e gli obblighi di tassazione che il governo di centrale impone, diventano complici delle speculazioni e delle attività criminali dei vertici della Repubblica Pontificia e della loro comunità internazionale: le amministrazioni locali della Lega Nord non si distinguono da quelle del PD e di FI; le amministrazioni “arancioni” (Napoli, Milano, ecc.) non si distinguono da quelle del PD; perfino quelle del M5S, elette all’insegna della rottura con la RP, non si distinguono in meglio proprio perché non osano sfidare il governo centrale, ma si attengono alle sue leggi scellerate.
Le ALE sono amministrazioni locali (dispongono dei mezzi, delle risorse e dell’autorità conferitegli dagli ordinamenti, dalle leggi e dalle prassi vigenti)

– che nella loro attività pongono gli interessi delle masse popolari davanti alle direttive e alle imposizioni delle autorità centrali: disobbediscono alle direttive delle autorità centrali in ogni caso in cui contrastano con gli interessi delle masse popolari, si danno i mezzi per farlo con efficacia e non esitano ad affrontare le ritorsioni delle autorità centrali (commissariamento, denunce, ecc.);

– che mobilitano le masse popolari a organizzarsi, sostengono con i propri mezzi, risorse e autorità l’attività delle OO e OP, le incitano a coalizzarsi e a prendere iniziative che mirano a costituire il GBP.

Si distinguono dalle vecchie amministrazioni perché mettono al centro del loro programma e della loro azione:

– la salvaguardia delle aziende e dei posti lavoro esistenti e la creazione di nuovi posti di lavoro utili e dignitosi per migliorare le condizioni di vita delle masse popolari (abitazione, istruzione, assistenza, servizi pubblici, ecc.) e per tutelare l’ambiente, il territorio e il patrimonio pubblico;

– l’attuazione della più ampia trasparenza sul funzionamento dell’Amministrazione e la partecipazione delle masse popolari alla scelta e alla gestione delle attività economiche, politiche e sociali e del patrimonio e delle risorse pubbliche.

Ogni ALE deve realizzare e attuare un Piano del Lavoro, che tenga conto del numero di disoccupati e precari presenti nel territorio di sua competenza e degli interventi da mettere in campo per la rinascita della zona che amministra (dalla ristrutturazione delle strade, fognature, immobili pubblici e quartieri alla bonifica ambientale, dal potenziamento degli ospedali e delle scuole pubbliche ai servizi sociali, agricoltura, pesca, ecc.).
Il fallimento delle giunte “arancioni” e delle giunte M5S conferma che le piattaforme di buoni propositi contano solo se si è disposti ad attuarli con le mille iniziative di base che poggiano sulla mobilitazione e organizzazione delle OO e OP; che un’amministrazione locale non si riduce a fare l’esattore delle tasse e a vessare le masse popolari per conto del governo centrale solo se usa il potere, le risorse, i mezzi a sua disposizione per promuovere la nascita, il rafforzamento e il coordinamento delle OO e OP del territorio, se spinge con ogni mezzo gli esponenti della sinistra sindacale, gli esponenti democratici della società civile e della pubblica amministrazione, i portavoce della sinistra borghese (i tre serbatoi) a mettersi a disposizione delle OO e OP per attuare misure d’emergenza (a partire dal Piano del Lavoro) e se fa confluire questa attività nella creazione delle condizioni per il cambiamento del governo del paese.
La linea della costruzione di ALE

– raccoglie, sviluppa e inquadra nella lotta per il GBP e il socialismo una tendenza positiva nel movimento politico del nostro paese, ovvero la contraddizione crescente tra governo centrale e amministrazioni locali e il ruolo di sostegno e/o centro promotore del movimento di resistenza popolare al procedere della crisi svolto da alcune amministrazioni locali; – contrasta le tendenze negative alla subordinazione ai vertici della Repubblica Pontificia, a non tradurre impegni e promesse in fatti concreti, al localismo (“noi nel nostro piccolo ce la caviamo”) e alla contrapposizione (Nord contro Sud).

4.7 Usare le competizioni elettorali per sviluppare la mobilitazione e l’organizzazione popolare. Anche se non è tramite le elezioni che le organizzazioni operaie e popolari faranno ingoiare il loro governo d’emergenza ai “poteri forti”, le elezioni restano ancora un momento di riflessione politica delle masse popolari.
Il P.CARC usa dovunque possibile le tornate elettorali (con liste proprie, con propri candidati in liste che si prestano alla nostra campagna, intervenendo nelle iniziative promosse da altri) per condurre campagne

– di propaganda: combinare la denuncia del corso delle cose (e della sottomissione delle forze politiche borghesi alle istituzioni e alle regole della Repubblica Pontificia e del sistema finanziario internazionale e nazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti, con l’indicazione della prospettiva che favorisce la rivoluzione socialista: l’organizzazione delle masse popolari e l’orientamento a costituire un proprio governo d’emergenza;

– di organizzazione: stabilire contatti con ambienti (farsi conoscere), con gruppi e individui da valorizzare dopo la campagna elettorale nei modi in cui possono servire alla nostra opera;

– di mobilitazione: promuovere e alimentare le mille iniziative di base con cui le masse popolare fannofronteanchesoloprovvisoriamenteaglieffettieconomici,ecologici,sanitari,moralieintellettualipiùdevastantidellacrisigeneraledelcapitalismo (se ad esempio sotto elezioni è più difficile che le forze dell’ordine vengano mandate a sgomberare le occupazioni, bisogna promuovere occupazioni di case); organizzare irruzioni di operai, altri lavoratori, disoccupati e precari ai comizi e alle assemblee elettorali per mettere al centro dell’attenzione le lotte che stanno conducendo (in quel momento i candidati sono più ricattabili, quindi si possono strappare delle cose essendo ben coscienti che dopo le elezioni te le toglieranno o cercheranno di farlo); condurre OO e OP, loro coordinamenti a manovrare tra le forze politiche borghesi (istituzioni statali, istituzioni economiche, istituzioni della società civile, associazioni, partiti, gruppi, individui).

Sulla base dell’analisi concreta della situazione, il P.CARC sostiene anche con le indicazioni di voto la lista e i candidati che per la loro storia e azione alimentano la mobilitazione e l’organizzazione popolare. Rispetto ai candidati e alle liste che si presentano come forze di rottura e discontinuità con il passato, dobbiamo far valere i seguenti criteri

 – se i loro propositi sono reali e non promesse truffaldine e velleitarie, devono iniziare a fare subito con le forze e le risorse disponibili e le relazioni esistenti quello che promettono di fare domani se vinceranno le elezioni (sostegno alle OO e OP, formazione di CSN per sviluppare e rafforzare la mobilitazione e l’organizzazione delle OO e OP);

– nelle elezioni amministrative, la disobbedienza al governo di Roma non è un optional ma un impegno per ogni amministratore locale, una linea da seguire ogni volta che il governo fa leva sulle amministrazioni locali per attuare misure antipopolari.

Dobbiamo chiedere a ogni candidato che dice di volersi impegnare a favore degli interessi delle masse popolari cosa ha fatto finora e cosa sta facendo; se fa parte o ha fatto parte di partiti e amministrazioni che in questi anni sono stati complici del governo, bisogna verificare come intende rompere effettivamente facendosi promotore e sostenitore delle attività delle OO e OP: su questo terreno misuriamo la sua coerenza. Sosteniamo i candidati che danno affidamento di promuovere la creazione di ALE, di promuovere la costituzione di CSN (a livello nazionale e locale), con impegni precisi su cui faremo leva dopo le elezioni. Dobbiamo invece boicottare i partiti e le liste che non impegnano i loro candidati a disobbedire alle leggi e alle misure antipopolari del governo centrale.

4.8 Spingere gli esponenti dei tre serbatoi a costituire Comitati di Salvezza Nazionale (CSN) a ogni livello. Nel nostro paese esiste un gran numero di sindacalisti di sinistra, di sindaci democratici, di personaggi della società civile e della politica, di intellettuali e tecnici che godono di stima e fiducia tra le masse popolari, che sono preoccupati del corso delle cose, che cercano soluzioni e che possono dare il loro contributo per il GBP. Sono i principali promotori e dirigenti di organizzazioni sindacali, di associazioni, reti e aggregati che operano nel movimento di resistenza popolare contro la crisi. Sono i principali promotori (o patrocinatori) di mobilitazioni nazionali e locali contro la Troika e contro i governi della Repubblica Pontificia e di campagne  politiche, referendum e petizioni.
Non sono loro che possono costituire il GBP, mentre è possibile che alcuni di loro costituiscano CSN a livello nazionale e locale (a secondo del raggio della loro influenza e del loro prestigio) per incitare e incoraggiare lavoratori ed elementi delle masse popolare a organizzarsi, a creare OO e OP; per mettersi al servizio delle RSU e degli organismi popolari avanzati, di quelli decisi a trovare soluzioni; per alimentare l’indignazione per il presente e infondere nelle OO e OP coraggio e fiducia in se stesse.
Tra CSN e il GBP non c’è un legame diretto: i CSN possono essere dei catalizzatori, ma non sono indispensabili per arrivare al GBP. Chiunque ha seguito e prestigio, influenza e autorità, può mettersi a fare da solo o con altri CSN. Il fine e l’obiettivo principale dei CSN non è redigere rivendicazioni e piani da sottoporre ai governi della borghesia, fare cartelli elettorali, campagne referendarie o di denuncia, scimmiottare i governi ombra dei partiti borghesi, ma utilizzare il ruolo, il prestigio e le risorse che hanno per moltiplicare e rafforzare le OO e OP, per favorire il loro coordinamento territoriale e tematico e alimentare in loro la fiducia nella possibilità e capacità di diventare NAP, per costituire ALE. La linea delle rivendicazioni e del conflitto è una diversione e un imbroglio perché alimenta tra le masse popolari l’illusione che la salvezza possa venire dalle istituzioni della RP, dalle istituzioni dell’UE o della comunità internazionale dei gruppi imperialisti, che si tratta di persuadere queste istituzioni ad attuare politiche diverse con buone idee e progetti, entrando nelle istituzioni per “condizionarle” dall’interno o costringendole con le lotte e il conflitto. In sintesi che è possibile invertire il corso delle cose senza sovvertire l’attuale ordinamento economico, politico e sociale.
Non dobbiamo principalmente porci il problema se gli esponenti dei tre serbatoi sono affidabili, trasformabili, ecc., ma se e come possono servire alla costituzione del GBP, cosa possiamo ricavarne ai fini della lotta per il GBP. Non dobbiamo farci legare le mani o dipendere dalle loro arretratezze, esitazioni e stati d’animo. Tanto meno ne dipendiamo, quanto più siamo capaci di tener noi in mano l’iniziativa e usare le loro iniziative ai nostri fini, nel nostro piano di lavoro, per conseguire i nostri obiettivi di fase o nelle singole operazioni (campagne, battaglie, operazioni tattiche). Il nostro compito principale non è cambiare le loro idee e concezioni ma far fare loro quello che è più opportuno per avanzare verso il GBP.

 

  1. CONCLUSIONE

Il P.CARC

– chiama tutti i propri membri a lottare con scienza e determinazione per creare le condizioni affinché le organizzazioni operaie e popolari instaurino un proprio governo d’emergenza,

– chiama a unirsi nelle sue file i comunisti decisi a farla finita con la crisi del capitalismo e a instaurare il socialismo,

– chiama a collaborare gli esponenti delle organizzazioni operaie e popolari e le persone responsabili anche non comuniste decise a cambiare il corso delle cose catastrofico per gli uomini e l’ambiente che la comunità internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e con essa i vertici della Repubblica Pontificia impongono all’umanità.

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