Il 27 aprile al vertice straordinario dell’UE gli assassini di migliaia di uomini, donne e bambini nel Mediterraneo si riuniscono tra loro per litigare su come ripartirsi i costi dell’emergenza immigrazione (tradotto: per tenere lontani dall’Europa migliaia di persone disperate e, se proprio non è possibile, a quali paesi sbolognare la prima accoglienza in qualche campo di concentramento). Chi paga il conto? a questo per loro si riduce la tragedia di migliaia di persone in fuga dalla guerra e dalla miseria. E’ criminale, ma non è assurdo: è la concezione normale di gente per cui conta solo quello che rende soldi e che usa milioni di uomini, di donne e di bambini per realizzare profitti.
Gli esponenti della sinistra borghese gli vanno dietro. Chiedono al governo Renzi di ripristinare Mare Nostrum anche se costava 9 milioni di euro al mese (al posto di Triton che costa 3 di milioni). A chi si rivolgono? A un governo che spende 80 milioni di euro al giorno per spese militari! Ma ragionare in termini di soldi, vuol dire accettare la logica perversa e criminale che produce il vortice di crisi, miseria, devastazione ambientale e guerra in cui siamo immersi.
Per non farsi mettere in ombra da Salvini, Renzi ha dichiarato guerra agli scafisti (… l’ultima ruota del carro). Facciamola davvero la guerra agli scafisti! Aboliamo il reato di immigrazione clandestina e il resto delle leggi contro l’immigrazione e gli immigrati grazie alle quali gli scafisti riescono a svolgere il loro sporco lavoro. Arriverebbe una massa di disperati? Siamo un paese che ha tutti i mezzi per accogliere, dare una sistemazione dignitosa, integrare e valorizzare alcune centinaia di migliaia di persone che arrivano ogni anno in fuga dalla guerra e alla miseria. Il motivo che impedisce di farlo è lo stesso che non consente una vita dignitosa neanche alle masse popolari italiane di nascita. La strage di immigrati è l’altra faccia del piano Marchionne, del Iobs Act e della chiusura di aziende, dei tagli alla sanità, alla scuola e agli altri servizi pubblici, dell’incuria in cui versa il territorio e della TAV, delle macerie che ancora riempiono l’Aquila e dei miliardi inghiottiti dall’EXPO.
L’integrazione dignitosa degli immigrati fa il paio con la creazione di un sistema di relazioni sociali adeguato alla vita dignitosa delle masse popolari italiane. E’ l’obiettivo che unisce le masse popolari italiane e quelle immigrate. E’ l’obiettivo che solo l’organizzazione e la lotta comune dei lavoratori e delle masse popolari italiane e immigrate può realizzare.
“Trasformare l’indignazione e l’odio per i crimini perpetrati dalla borghesia e dal clero contro le masse popolari italiane e contro gli immigrati, in volontà di lottare e vincere!
Matteo Renzi e Matteo Salvini sono come quei ladri di Pisa di cui un tempo si diceva che di giorno litigavano a gran voce tra loro e di notte andavano insieme a rubare. Anche se in pubblico parlano male l’uno dell’altro, in realtà si dividono il compito comune sotto la benedizione della Corte Pontificia.
Il primo Matteo è impegnato a distruggere quanto resta delle conquiste economiche, politiche e culturali delle masse popolari nel nostro paese e a implicarlo sempre più nella guerra con cui la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti devasta su scala crescente il mondo. Basta ricordare che ogni giorno questa comunità di criminali solo nel Medio Oriente fa uccidere dai suoi mercenari, membri delle sue forze armate regolari o delle milizie private a cui appalta la sua guerra, centinaia di uomini, donne e bambini. Quando i suoi portavoce esprimono cordoglio per i morti nel Mediterraneo, fanno della pura e cinica ipocrisia per attenuare l’indignazione che le loro azioni suscitano in ogni persona onesta. Quando Bergoglio proclama in pubblico il suo dolore per il massacro, anzitutto bisogna chiedersi perché non mobilita in massa i suoi fedeli contro i responsabili del massacro: i capi delle grandi potenze europee, degli USA e di Israele. Ma è puerile fare la morale a persone che non riconoscono alcuna morale umana. La loro commozione di fronte all’ecatombe di uomini, donne e bambini nel Mediterraneo è solo commedia: speculano sull’emozione delle masse popolari, cercano di riguadagnare con le parole il consenso che hanno perso con la loro politica di crisi, di miseria e di guerra. In realtà ogni giorno con le armi uccidono direttamente sul terreno molte più persone di quante ne fanno affogare nel Mediterraneo o ne uccidono ai confini tra il Messico e gli USA.
Il secondo Matteo è impegnato, in combutta con i gruppi che scimmiottano il fascismo del secolo scorso (Casa Pound, Forza Nuova e canaglie simili), a trasformare l’indignazione e l’odio che il primo Matteo suscita nelle masse popolari in mobilitazione razzista contro gli immigrati. Se con la loro parola d’ordine “prima gli italiani” riuscissero a mobilitare una parte importante delle masse popolari italiane, i danni peggiori ricadrebbero proprio sulle stesse masse popolari italiane. Infatti la loro parola d’ordine “prima gli italiani” significa: “rassegniamoci alla miseria e all’abbrutimento che la borghesia e il clero ci impongono, ma nella ripartizione della miseria gli italiani devono passare davanti agli immigrati”. La loro parola d’ordine significa anzitutto sottomissione alla borghesia imperialista e al clero, rassegnazione al catastrofico corso delle cose che essi impongono al mondo. Neanche gli sciocchi infatti arrivano a credere che le condizioni sempre più miserabili in cui sono costretti milioni di lavoratori, di precari, di disoccupati e di pensionati in Italia e in Europa (e negli USA) siano il risultato degli immigrati che vengono ad aggiungere la loro miseria a quella dei primi. Mentre è palese che la devastazione dei paesi da cui gli immigrati provengono, le guerre e la miseria che vi imperversano, sono il risultato della colonizzazione che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti ha imposto nuovamente in gran parte dei paesi che si erano affrancati nel corso della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale, sono il risultato delle guerre che essa ha scatenato in Afghanistan, in Iraq, in Libia, in vari paesi Africani, in Siria, in Jugoslavia, in Ucraina e altrove” (dal comunicato del (n)PCI n. 11-20.04.15).