13 aprile: difendere la Resistenza!
La lotta alla repressione è lotta per la nuova governabilità! Avanti verso un nuovo 25 aprile!
Dopo che il 4 dicembre il Tribunale delle Libertà di Bologna si era pronunciato a favore della richiesta del Pubblico Ministero Maria Rita Pantani di 2 (dei 6 richiesti) arresti domiciliari e il ripristino dell’obbligo di firma a 10 antifascisti il 13 aprile si svolgerà un’altra tappa della caccia alle streghe orchestrata e portata avanti dal PM e dalla Questura di Reggio Emilia nei confronti dei 16 antifascisti che il 25 aprile 2014 a Reggio Emilia insieme a decine di compagni, lavoratori, giovani, donne, immigrati scesero in piazza e impedirono le gazzarre della Lega nel suo rifarsi una verginità dopo gli scandali e le corruzioni, sulla pelle degli immigrati e dei poveri.
Il PM Maria Rita Pantani continua la sua caccia alle streghe immemore della vittoria della Resistenza!
Il PM Pantani (che a parole si erge a paladino della lotta contro l’usura e contro la violenza sulle donne) avanza ciecamente con il tentativo di fermare con la repressione un movimento inarrestabile perché erede della Resistenza che 70 anni fa ha liberato il nostro paese dall’oppressione e repressione nazista e fascista, che è espressione diretta dell’attuale lotta della masse popolari contro gli effetti e la guerra di sterminio che la crisi produce, che mette in discussione l’attuale sistema sociale e propone nuovi modi di produzione collettivi e condivisi e nuovi rapporti sociali.
Il PM Pantani (che a parole si erge a paladino della lotta contro l’usura e contro la violenza sulle donne) avanza ciecamente con il tentativo di fermare con la repressione un movimento inarrestabile perché erede della Resistenza che 70 anni fa ha liberato il nostro paese dall’oppressione e repressione nazista e fascista, che è espressione diretta dell’attuale lotta della masse popolari contro gli effetti e la guerra di sterminio che la crisi produce, che mette in discussione l’attuale sistema sociale e propone nuovi modi di produzione collettivi e condivisi e nuovi rapporti sociali.
Un’operazione repressiva che si inserisce in un contesto di crisi, di sviluppo del movimento di resistenza e nel contempo di repressione contro gli organismi, gli aggregati e anche i singoli esponenti del movimento popolare colpevoli di difendere il diritto ad una vita dignitosa e sempre più colpiti da denunce, ordinanze di sgombero, decreti penali di condanna, fogli di via, fermi e arresti, cariche e pestaggi (emblematico quello avvenuto nei confronti dei lavoratori dell’AST di Terni).
Emblematiche, e estremamente gravi (a proposito della parvenza democratica di questi signori e istituzioni), anche le motivazioni per gli arresti domiciliari nei confronti del dirigente del Partito dei CARC che avrebbe la colpa (!) di “assumere un ruolo di spicco nell’attività di orientamento delle iniziative politiche di lotta e solidarietà”. E ancora che in occasione dell’importante manifestazione di solidarietà dell’8 novembre in solidarietà con gli antifascisti “non ha mancato di dare pubblica lettura di un documento nel quale si accusa il Sostituto Procuratore reggiano titolare del presente procedimento [il PM Maria Rita Pantani – ndr] di scelte, oltre che discriminatorie nei confronti degli “antifascisti”, volte comunque a favorire “l’agibilità politica” dei “gruppi razzisti, fascisti e xenofobi, lasciandoli scorazzare per la città indisturbati a fomentare il loro clima di odio facendo carta straccia dell’art. 3 della Costituzione”.
Quindi nei confronti del compagni vi sarebbe addirittura l’aggravante del fatto che ha legittimamente contestato e denunciato pubblicamente l’operato chi, in barba alla Costituzione, lo sta perseguitando e tenta di incriminarlo. Qui passiamo addirittura all’assurdo!
Quale altra migliore dimostrazione che si tratta chiaramente di un operazione repressiva contro chi si pone generosamente come protagonista e organizzatore della resistenza spontanea che le masse popolari oppongono alla crisi, per conquistare il diritto ad una vita dignitosa e che con la pratica è di esempio?
A questo si associa il clima persecutorio e la demonizzazione alimentato dall’intossicazione dei media localiche alimentano la campagna repressiva nei confronti di chi nella Città Medaglia d’Oro alla Resistenza si è mobilitato indifesa della Resistenza, dei valori che la lotta vittoriosa di liberazione dal nazifascismo ha sancito.
Ma in tutt’Italia, a Reggio come a Palermo, il piano persecutorio nei confronti dei compagni si scontra con l’ampia e crescente mobilitazione di numerosi organismi popolari, associazioni, organizzazioni politiche e individui che si sono uniti formando un importante movimento di solidarietà.
Questo ha nei fatti impedito già il 4 dicembre al Tribunale delle Libertà di Bologna accogliere pienamente le richieste di aggravamento delle misure restrittive per tutti gli antifascisti e assoggettarsi pienamente al piano del PM.
13 aprile: difendere la Resistenza!
Resistere al tentativo di cancellare a colpi di denunce e processi i valori e le conquiste per cui centinaia di migliaia di partigiani con la Resistenza antifascista ha affermato.
Ora tocca a noi difenderli!
Il 13 aprile il giudice è chiamato a decidere se avviare il processo facendo carta straccia dei diritti costituzionali su cui le loro stesse istituzioni “democratiche” dovrebbero fondarsi oppure non procedere e prosciogliere i compagni riconoscendo e difendendo i valori che la Resistenza vittoriosa sul nazifascismo ha affermato.
La Resistenza insegna: riprendere il cammino interrotto e portare a compimento l’opera iniziata dai comunisti, dagli operai e dai partigiani, superando i limiti e correggendo gli errori che hanno impedito di condurre fino alla vittoria la lotta non solo per liberare il nostro paese dal nazifascismo, ma per costruire “un ordine nuovo”: per instaurare il socialismo.
Fare fronte alla repressione e volgerla a favore del movimento di resistenza e della rinascita del movimento comunista è possibile sviluppando la resistenza alla repressione e la lotta, la mobilitazione e la solidarietà popolare, conducendo ogni battaglia con la linea della lotta su due gambe (iniziative di mobilitazione e solidarietà delle masse popolari e azioni specifiche tra i sinceri democratici) e della trasformazione del processo in un processo di rottura (non collaborare alla messinscena della giustizia neutrale e uguale per tutti, ma trasformarsi da accusati in accusatori).
Fare fronte alla repressione è possibile nella misura in cui si concepisce la lotta alla repressione come campo di lotta per la creazione delle condizioni per la nuova governabilità delle masse popolari.
La lotta contro la repressione si inserisce nella battaglia più ampia in corso nel nostro paese per contrastare la deriva reazionaria del governo Renzi-Berlusconi che si serve di ogni mezzo, compreso apparati di polizia e magistratura per raggiungere i propri scopi, come sta a dimostrare l’assoluzione degli assassini di Cucchi, la protezione e il supporto continuamente fornito ai gruppi fascisti e razzisti (Casapound, Forza Nuova) che scorazzano impunemente nel paese (ricordiamo l’ultima vile aggressione di cui è rimasta vittima il compagno Emilio del Centro sociale Dordoni di Cremona), la repressione sempre più aperta e di massa contro i lavoratori in lotta, l’uso dispiegato della legislazione speciale e antiterrorismo contro i movimenti di resistenza popolare (inchieste e processi contro No TAV, studenti e movimenti sociali), il massiccio ricorso alle sanzioni pecuniarie amministrative e penali (multe, decreti penali di condanna, ecc.) e alla limitazione o privazione della libertà personale (obbligo di firma, DASPO, confino, arresti domiciliari, ecc.), e, sul piano internazionale, la promozione delle guerre imperialiste di aggressione contro altri popoli.
Nel contesto generale di crisi economica, politica, ambientale e culturale (intellettuale e morale) la classe dominante oltre ad esprimere sempre di più il suo carattere eversivo rispetto alle sue stesse leggi (basti pensare ai referendum per l’acqua pubblica, agli ultimi tre governi che hanno ricevuto il mandato a governare senza necessità delle elezioni, passando per quanti antifascisti sono messi alla sbarra per aver messo in pratica quella parte della Costituzione che vieta il fascismo) si pone come promotrice della mobilitazione reazionaria di cui i gruppi fascisti sono solo un appendice secondaria ed ausiliaria.
Nel contesto di crisi generale, di disoccupazione crescente, di precarietà, di attacco ai diritti, la classe dominante non ha alcuna soluzione positiva per fare fronte agli effetti della crisi (ha solo la guerra fra poveri e la guerra fra popoli e stati); le masse popolari organizzate hanno forza, risorse, generosità e combattività per imporre una loro via per fare fronte alla crisi e per trasformare il paese. Il fattore risolutivo della crisi del capitalismo non sono le decisioni, i voleri, le caratteristiche dei grandi leader, ma l’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari, in primo luogo della classe operaia: solo le masse popolari possono porre fine alla crisi del capitalismo, sono le masse popolari che fanno la loro storia.
La lotta alla repressione è lotta per la nuova governabilità!
Elevare la solidarietà! La battaglia è ancora aperta!
Libertà per compagni incriminati per antifascismo e antirazzismo!
Solidarietà e libertà per i compagni che fronteggiarono e impedirono le gazzarre della Lega. La solidarietà verso chi promuove iniziative di“disobbedienza civile”, “diritto alla resistenza”, legittimo(il)legale o come lo si voglia chiamare, è un dovere per quanti oggi aspirano a un cambiamento reale della società e al contempo alimento di una trasformazione in senso positivo.
Aderisci alla campagna #unafirmanonciferma!
13 APRILE
Udienza preliminare del processo contro i compagni che fronteggiarono e impedirono le gazzarre della Lega.
Giornata di solidarietà! Dalle 9.30 presidio presso Tribunale di Reggio Emilia.
18 APRILE
Continua la campagna di solidarietà #Una firma non ci ferma
Dalle 16.30 Presentazione del Piccolo Manuale di Autodifesa Legale, a seguire Buffet di solidarietà con gli antifascisti di Reggio Emilia.
Circolo ARCI Zerbini – Piazzale Santa Caterina – Via Nino Bixio – PARMA
Partito dei CARC – Emilia Romagna; Comitato 28 Aprile – RE; Spazio popolare SOVESCIO – PR – sovescio@autistici.org; Giovani Comunisti Parma – info@gc.prcparma.it
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21 APRILE nuova udienza contro i compagni che lottano contro gli abusi di polizia e sotto processo perché il 28 aprile 2009 hanno difeso i valori che la Resistenza antifascista ha affermato!
E’ il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! E se chi dovrebbe applicare la Costituzione non solo non lo fa, ma tollera, sostiene quando non foraggia e protegge i fascisti, la loro propaganda xenofoba, le prove di fascismo e razzismo. Allora ben vengano le mille iniziative di base volte a ostacolare e impedire derive reazionarie!
Fare fronte alle prove di fascismo è legittimo anche se illegale!
Ribaltare il banco degli imputati: passare da accusati ad accusatori!
Chi ha sparato non è la vittima, ma l’autore di un abuso di polizia.
Che i fatti assumano il loro vero nome!
Aderisci e sostieni la lotta contro le prove di fascismo e gli abusi delle forze dell’ordine. Sostieni la campagna di solidarietà del Comitato 28 Aprile.
LIBERTÀ PER TUTTI GLI ANTIFASCISTI!
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Comitato 28 Aprile www.vigilanzademocratica.org – comitato28aprile2009@gmail.com
Partito dei CARC – Emilia Romagna www.carc.it – pcarcemiliaromagna@ymail.com