IL PARTITO DEI CARC ADERISCE ALLA CAMPAGNA REFERENDARIA PER L’ABROGAZIONE DELLA LEGGE 28/15

Lunedì 23 marzo a Firenze si sono riuniti i comitati regionali in difesa della sanità pubblica con alcuni sindacati di base e altre associazioni e comitati, per discutere del da farsi rispetto alle misure che la giunta regionale di Enrico Rossi sta prendendo a danno della sanità pubblica e del diritto dei cittadini ad avere accesso alle cure mediche. All’ordine del giorno era posta, tra le diverse questioni, quella di un referendum abrogativo della Legge Regionale 28/2015 che sancisce l’accorpamento delle 12 ASL in tre grandi aziende di area vasta con tutto ciò che ne conseguirà in termini di servizi ai cittadini e posti di lavoro. Pochi giorni dopo è nato il Comitato del Referendum Abrogativo ed è partita la raccolta firme. Il nostro Partito saluta positivamente questa iniziativa di resistenza delle masse popolari agli effetti della crisi che ha tra le sue mire le conquiste di civiltà e benessere ottenute con le lotte passate e che sta mettendo sempre più seriamente a repentaglio i servizi pubblici, in primis la sanità. Nel corso della crisi generale del capitalismo, i servizi pubblici, la loro produzione, la loro qualità, la loro disponibilità e il loro prezzo sono sempre meno una questione che riguarda lo Stato e la Pubblica Amministrazione, il governo, in quanto necessità e bene della collettività: diventano un campo soggetto all’azione delle “leggi naturali dell’economia”, quindi ci sono e sono forniti dove, come e quando servono a valorizzare il capitale diventano un piatto succulento per gli speculatori e affaristi di ogni sorta: ad esempio la sanità, solo in Toscana, vede un giro di soldi che ammonta a 9 miliardi di euro, un affare che fa gola a molti anche ai politici che se ne sono serviti per distribuire appalti e poltrone nell’opera di consolidamento di vecchi feudi e conquista di nuovi. La giunta di Enrico Rossi incarna perfettamente la volontà politica del governo Renzi che è la stessa dei Marchionne, Della Valle, Delrio e tutti gli altri speculatori che giorno per giorno spolpano e intossicano il nostro Paese. Sono gli stessi che hanno privatizzato l’acqua nonostante l’esito del referendum, che hanno concesso i permessi alle trivellazioni a Casole D’Elsa (pardon! Adesso sono sospese forse per le elezioni…?) per costruire rigassificatori nonostante il no della popolazione sancito sempre con un referendum e qui ci fermiamo perché gli esempi si sprecano… Cosa vogliamo dire con questo? Vogliamo dire che l’iniziativa proposta dal CREST e altri comitati è positiva nei termini in cui il referendum viene concepito come forma di lotta utile ad informare e aggregare le masse popolari, a portare informazione ma senza dimenticare che quello che serve davvero è un progetto politico che i Comitati e le associazioni nati in questi anni, possono e devono mettere in campo. La raccolta firme può essere utile se concepita come strumento di organizzazione delle masse popolari che ancora oggi non si mobilitano e di rafforzamento e moltiplicazione degli organismi già oggi esistenti, ma non solo. Siamo alle porte delle elezioni regionali, elezioni che il PD intende far passare in sordina sicuro dei suoi 4 voti necessari a mantenere tutto allo stato attuale (come dimenticare il commento di Renzi sul 34% dell’Emila Romagna…”ciò che conta è il risultato!”) e questo, se ce ne fosse ancora bisogno, ce la dice lunga sulla reale funzione del voto e degli strumenti della democrazie borghese. Ma le elezioni hanno ancora una loro funzione se concepite come occasione per dare visibilità alle lotte e metterle in connessione tra loro: gli organismi popolari devono rendere queste elezioni occasione per alimentare l’insubordinazione e l’ingovernabilità dal basso organizzando scioperi del pagamento del ticket, boicottaggi, occupazioni di disteretti, chiamando a partecipare quei candidati che si dichiarano “amici del popolo”, come Tommaso Fattori della lista “Sì Toscana”, a fare già oggi quello che promettono di fare una volta eletti. Tommaso Fattori, ad esempio, è il candidato Presidente di una lista che ha tra le sue fila partiti quali PRC e SEL che per anni si sono spartiti le poltrone con il PD, che hanno votato le porcate che adesso sono costretti, per salvarsi la faccia almeno quanto basta loro per farsi ancora vedere in giro, a osteggiare, che hanno sostenuto una giunta criminale come quella di Zubbani. Ebbene, se Fattori intende guadagnarsi quel briciolo di credibilità che essere candidato Presidente di questi Partiti renderebbe alquanto difficile, deve passare dal dire al fare: che promuova fin da subito tutte le iniziative necessarie a creare ingovernabilità e rottura con la giunta di Enrico Rossi iniziando proprio dalla questione urgente della sanità, chiamando ad uno sciopero del ticket a Massa, città tra le più martoriate da disoccupazione (quella giovanile è al 49%), speculazione e crisi ambientale (causa di tassi tumorali altissimi) e “teatro” di numerosi respingimenti di masse popolari ai CUP. In questo modo Tommaso Fattori diverrà realmente portavoce ed esecutore degli interessi delle masse popolari e non pedina di quei Partiti il cui unico fine è raccogliere quel consenso necessario a rivendicare al PD questa o quella poltrona! I candidati che intendono tutelare gli interessi delle masse popolari devono fare loro e mettere in pratica il principio per cui ad un governo che si comporta da forza occupante, come quello di Rossi e di Renzi, è necessario disobbedire. Gli enti locali sono sempre di più meri strumenti esecutivi delle manovre antipopolari del Governo centrale, gli amministratori locali che non si oppongono con tutte le loro forze e facendo leva sulla partecipazione delle masse popolari alla costruzione di una nuova governabilità del territorio, sono colpevoli tanto quanto Rossi e Renzi delle condizioni di malessere a cui condannano le masse popolari. Questo implica che gli organismi popolari, operai, i comitati e le associazioni passino dal rivendicare questo o quel diritto al mobilitarsi per assumere la direzione politica e di governo dei territori e mettere essi stessi in pratica le misure necessarie alle masse popolari per realizzare un sistema democratico, ecocompatibile, adeguato e coerente al livello di sviluppo raggiunto dalla società e a gli interessi delle masse popolari. Protestare non basta più: abbiamo un Paese da ricostruire, puntiamo a governare! Federazione Toscana del Partito dei CARC

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