Rinviato al 21 aprile il processo per gli antifascisti che lottano contro gli abusi di polizia e sotto processo perché il 28 aprile 2009 hanno difeso i valori che la Resistenza antifascista ha affermato!
L’udienza di martedì 17 marzo per i fatti del 28 aprile 2009 non è durata più di un ora, il PM scordandosi di convocare un testimone ha fatto rinviare l’udienza a martedì 21 aprile, nella quale verrà sentito l’ultimo testimone dell’accusa.
La lotta continua!
E’ il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! E se chi dovrebbe applicare la Costituzione non solo non lo fa, ma tollera, sostiene quando non foraggia e protegge i fascisti, la loro propaganda xenofoba, le prove di fascismo e razzismo. Allora ben vengano le mille iniziative di base volte a ostacolare e impedire derive reazionarie!
Fare fronte alle prove di fascismo è legittimo anche se illegale!
Ribaltare il banco degli imputati: passare da accusati ad accusatori!
Chi ha sparato non è la vittima, ma l’autore di un abuso di polizia.
Che i fatti assumano il loro vero nome!
Aderisci e sostieni la lotta contro le prove di fascismo e gli abusi delle forze dell’ordine.
Sostieni la campagna di solidarietà del Comitato 28 Aprile.
Un sostegno politico, morale e economico per sviluppare la nostra attività, per far fronte alle spese legali e assicurare la continuità del nostro lavoro nonostante gli attacchi repressivi (perquisizioni, sequestri di computer, ecc.), per estendere l’organizzazione e l’orientamento dei comunisti fino alla vittoria.
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Elevare la solidarietà! La battaglia è ancora aperta!
Libertà per compagni incriminati per antifascismo e antirazzismo!
Sostenere e sviluppare la lotta per l’agibilità di ogni individuo e associazione che si mobilita per difendere le libertà democratiche conquistate con la resistenza antifascista!
E’ il razzismo e il fascismo nel nostro paese ad essere illegale! Non chi si mobilita per difendere i valori che la Resistenza antifascista ha affermato!
Campagna in solidarietà con chi ha impedito la presenza di organizzazioni razziste e reazionarie in occasione del 25 aprile 2014 Aderisci alla campagna #unafirmanonciferma!.
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Comitati NO TAV, amministratori locali e mobilitazione popolare
Il 21 febbraio il movimento NO TAV è sceso di nuovo in piazza a Torino per rispondere alle pesanti condanne che il Tribunale di Torino ha comminato a 46 attivisti (150 anni di carcere e 150mila euro di rimborsi, questo è l’esito del primo grado del “maxiprocesso” al quale vanno aggiunte le condanne e le misure restrittive che piovono sul movimento a seguito di altri “processi minori”).
Non abbiamo gli elementi per confermare il giudizio estremamente positivo con cui gli organizzatori hanno salutato la partecipazione al corteo e neppure particolari elementi per confutare tale giudizio: il movimento costruito in più di 20 anni di mobilitazione e protagonismo popolare era e rimane una delle maggiori e principali espressioni della resistenza agli effetti della crisi e una grande fucina di proposte, idee, progetti per la costruzione dell’alternativa.
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CONTARE SULLE PROPRIE FORZE, COSTRUIRE IL GOVERNO DI BLOCCO POPOLARE
CACCIARE IL GOVERNO RENZI, COSTRUIRE L’ALTERNATIVA
Le masse popolari organizzate devono diventare la nuova classe dirigente della società. Che cosa è il potere? Se per i vertici della Repubblica Pontificia il loro (vecchio) potere è principalmente esercizio del monopolio della violenza, per le masse popolari il potere che devono costruire qui e ora è l’esercizio del prestigio e dell’autorevolezza degli esponenti delle loro reti, organizzazioni, coordinamenti, quello stesso prestigio che oggi consente a quei loro esponenti di convocare grandi mobilitazioni, di essere riconosciuti portavoce, di essere rappresentativi delle loro istanze e rivendicazioni. Quegli esponenti hanno un potere, le masse popolari organizzate glielo conferiscono attraverso la fiducia che gli accordano. Oggi lo usano per chiedere, protestare, rivendicare; se le masse popolari organizzate glielo imporranno, lo useranno per dirigere il processo concreto di costruzione del Governo di Blocco Popolare.
Le organizzazioni operaie e popolari hanno già qui e ora la possibilità di costruire la rete del loro potere: quando lanciano una direttiva conforme agli interessi collettivi e le masse le seguono, questo è potere, hanno il potere. Se questo avviene in tutti o in gran parte dei terreni della vita sociale, le organizzazioni operaie e popolari comandano, dirigono, è questo il nuovo potere. A quel punto le istituzioni del vecchio potere, anche se non sono ancora sciolte, sono tuttavia impotenti: parlano e nessuno le ascolta.
Diventare classe dirigente non significa occupare il posto occupato oggi da politicanti, trafficanti, padroni, cardinali e mafiosi per fare qualcosa di meglio e di più favorevole per le masse. E’ fuori strada chi pensa che basta cambiare le persone al governo per cambiare il governo. Diventare classe dirigente impone e consente alle masse popolari di trasformare il sistema di relazioni sociali esistente: di sostituire l’azienda creata e gestita dal capitalista per aumentare il suo capitale con l’unità produttiva costruita e gestita dai lavoratori organizzati che produce i beni e i servizi che i lavoratori organizzati riconoscono come necessari alla vita dignitosa della popolazione, al livello di civiltà che l’umanità ha oggi raggiunto, di sostituire il sistema di relazioni internazionali basato sulla concorrenza e la competizione tra paesi e gruppi industriali e finanziari con un sistema di relazioni internazionali basato sulla solidarietà, sulla collaborazione e sullo scambio tra paesi.
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ABBONATI A RESISTENZA
il vecchio movimento comunista è stato glorioso, prima di finire deturpato per mano dei revisionisti, in virtù del fatto che è stato per centinaia di migliaia di lavoratori, per milioni di elementi delle masse popolari del nostro paese il principale motore, lo strumento, per l’emancipazione individuale e collettiva; è stato per generazioni di operai e proletari lo strumento con cui comprendere, ma soprattutto trasformare il mondo. E proprio perché in certi casi e in certi posti (in Russia, in Cina…) ci sono riusciti, questa è stata la maggiore dimostrazione pratica della forza delle masse popolari: immensamente più forti degli dei che erano state educate a temere e venerare per millenni, più forti delle classi dominanti che le soggiogavano da secoli, più brave e più motivate a far funzionare un mondo che i padroni portavano allo sfascio e alla guerra. Hanno sfatato con la pratica i luoghi comuni, hanno sfatato le teorie metafisiche millenarie sulla “natura umana” e si sono conquistate un mondo che era stato fino ad allora ostile e infame.
I comunisti di oggi hanno da svolgere lo stesso compito, siamo più deboli organizzativamente, siamo ancora relativamente deboli ideologicamente (cioè dipende da quanto studiamo, elaboriamo, sperimentiamo), eppure abbiamo condizioni generali immensamente più favorevoli dei predecessori.
Ad esempio credenze, miti, superstizioni, arretratezze culturali e morali che solo 150 anni fa erano ben radicate fra le masse popolari, oggi sono ben più rare; le condizioni materiali, morali e il livello culturale delle masse popolari è di gran lunga superiore, in virtù di quel “balzo in avanti” che il movimento comunista, la prima ondata della rivoluzione proletaria, ha fatto fare all’umanità. Per dirne una: il Vaticano fa un gran cianciare, tramite Bergoglio, della “natura umana” che spinge gli individui ad arricchirsi e ad essere individualisti. Fa la parte della coscienza critica della borghesia, che forma gli uomini a essere individualisti e disposti a tutto per arricchirsi. Ma nei fatti concreti ci sono oggi lavoratori, non ricchi possidenti, disposti a “investire” sugli strumenti culturali, politici e materiali attraverso cui elevare la loro comprensione del mondo. E non solo “per il gusto di sapere”, ma per volontà di trasformarlo.
Dicevamo in un articolo di Resistenza: “In una società in cui ogni ente, autorità, istituzione, agenzia, vi obbliga a versare una parte dei vostri soldi alla causa della corruzione, del parassitismo, dello sfruttamento e dell’intossicazione, potete (ancora) liberamente scegliere di sostenere la causa della costruzione del socialismo in un paese imperialista come il nostro, di contribuire alla lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista”. Lo ribadiamo. Potete farlo, potete spingere e invitare altri a farlo.
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