Carrara ha fatto scuola? A vedere quello che è successo a Siniscola (NU), si direbbe di sì.
“Verrebbe da dire ‘grazie Giunta Celentano’… perché non ci sarebbe stato alcun risveglio, se l’incubo di un’ingiustizia quotidiana non avesse scrollato di dosso al paese il torpore ingrigito da anni di resa alla rassegnazione… abbiamo visto il tempo della semina e quello del raccolto, tra una discussione e una risata, nella Casa del Popolo, in questi giorni abbiamo visto il presente diventare del colore delle idee… e abbiamo visto giovani e anziani, uomini e donne, assetati di sapere e conoscenza”. A dirlo è Zente Nova, che nel profilo facebook si definisce “un movimento autonomo e autorganizzato, che si riconosce nell’obiettivo di costruire un’alternativa sociale e politica a coloro che hanno messo radici nelle stanze del Comune”, tra i promotori, accanto al Comitato di cittadini Attivi, della mobilitazione contro la pressione fiscale (l’aumento delle aliquote del 138%, in particolare la TARI).
Il 13 marzo la mobilitazione è culminata nell’occupazione del Comune e nella messa in fuga della Giunta del Sindaco Celentano (a capo di una coalizione tra SEL, PD, Unione Popolare Cristiana), di cui da quando è stato eletto nel 2011 sono state più volte chieste le dimissioni senza esito. In questo arco di tempo la crisi economica ha travolto nel territorio di Siniscola migliaia di lavoratori, in particolare del settore tessile e nei servizi: l’Amministrazione si è distinta per aver combinato le passerelle di solidarietà e testimonianza (che varie volte ha dovuto sospendere per le contestazioni popolari) con l’aumento indiscriminato delle tasse. Le mobilitazioni erano iniziate nel novembre scorso e il 10 dicembre uno sciopero cittadino con serrata di negozi e servizi aveva raccolto l’adesione di migliaia di persone.
L’ordine del giorno del Consiglio Comunale lo scrivono e lo approvano i cittadini. Il 12 marzo si è tenuto un Consiglio Comunale in cui la Giunta avrebbe dovuto dare risposte alle richieste di riduzione immediata delle tasse entro 10 giorni, invece ha abbandonato l’aula. Il giorno dopo il copione si è ripetuto, ma questa volta all’abbandono dell’aula è seguita anche la comunicazione di sospensione del Consiglio. I cittadini presenti hanno invece annunciato l’occupazione a oltranza del Comune. Ma non solo: hanno sostituito la Giunta e il Consiglio approvando loro un ordine del giorno che abbassa le aliquote e hanno votato una mozione di sfiducia al Sindaco.
Mentre scriviamo, dopo 13 giorni, il Comune resta ancora occupato: è diventato la Casa del Popolo, un centro di aggregazione e mobilitazione a cui partecipano un gran numero di uomini, donne, giovani e anziani (che emergono come l’osso duro della mobilitazione) e che è rapidamente diventato un punto di riferimento per tutte le masse popolari, raccogliendo la solidarietà di disoccupati, studenti (che vi tengono assemblee), pastori e persino del prete.
La mobilitazione dei cittadini di Siniscola contro la pressione fiscale non è un caso unico e si associa al mare magnum di malessere, insubordinazione e mobilitazione suscitati dalla crisi, dall’azione del governo centrale e delle amministrazioni locali che collaborano con esso, come sceriffi ed esattori di tasse.
Accanto al Jobs Act (con tutto ciò che comporta), i tagli agli Enti Locali sono parte integrante della politica di guerra dei vertici della Repubblica Pontificia e creano una situazione per cui i Comuni sembrano presidi di occupazione con il compito di eseguire gli ordini, costi quel che costi.
Tuttavia sarebbe superficiale credere o convincersi che la linea dei tagli non segua dei criteri precisi rispetto all’obiettivo di riduzione della spesa pubblica imposta dal Patto di stabilità. Mentre i servizi per le masse popolari (sanità, istruzione, casa, manutenzione dei territori, trasporti, infrastrutture, ecc.) ne sono completamente investiti, il settore delle grandi opere (la TAV e i progetti di grovigli di autostrade, l’edilizia delle case vuote, fino all’organizzazione di grandi inutili eventi come l’Expo o come l’annunciato Giubileo straordinario di Bergoglio) continua a funzionare come il grande bacino in cui la speculazione prospera. Quanto emerso con l’arresto di Incalza e degli amichetti di Lupi lo dimostra. Ribellarsi implica la necessità di costruirne un altro sistema, alternativo e antagonista a quello esistente, i cui presupposti esistono già negli esempi di Siniscola e di Carrara.
Sono esempi non solo per le masse popolari (“fare come a Carrara, fare come a Siniscola”), ma lo sono anche per la schiera di Amministratori Locali che protestano contro il governo centrale: oltre a protestare e più che limitarsi a fare testimonianza, possono e devono mettersi nelle mani delle masse popolari organizzate, devono promuoverne la mobilitazione, il coordinamento, devono assumerne le indicazioni e devono usare il loro potere e i mezzi che gli sono conferiti dalla carica che ricoprono per attuare le misure che esse indicano.
Devono farlo per avere un ruolo positivo in questa fase e devono farlo se non vogliono fare la fine dei sindaci di Carrara e Siniscola: inutili anche alle autorità della Repubblica Pontificia, in quanto incapaci di tenere a bada le masse popolari.