Sommovimenti nella sinistra CGIL e nei sindacati di base

La necessità di assumere l’iniziativa in campo politico è una questione che non riguarda solo la FIOM, ma tutta la sinistra CGIL e i sindacati alternativi e di base. Anche loro, pur nella diversità delle posizioni di partenza e della storia che hanno alle spalle, fanno i conti con le stesse difficoltà, con i limiti di un’azione solo sindacale e quindi sono spinte ad assumere l’iniziativa politica.

L’USB e agli altri sindacati oppongono la linea del conflitto alla linea della complicità con padronato e governo promossa dai dirigenti dei sindacati confederali; in questi anni, insieme alla sinistra CGIL che ora è raccolta nel Sindacato è un’Altra cosa, hanno perseguito l’obiettivo di sviluppare il conflitto e unificare le lotte tramite le “piattaforme rivendicative comuni” e le coalizioni sociali come il No Debito e il No Monti Day. Ma di fronte alla crisi generale del capitalismo, anche la linea delle rivendicazioni e del conflitto è sempre meno efficace sia nei confronti dei padroni sia nei confronti dei loro governi. I padroni chiudono le aziende, le delocalizzano e in quelle che tengono aperte peggiorano le condizioni di lavoro, e con il Jobs Act il governo Renzi-Berlusconi gli ha dato maggiore libertà d’azione. La Pubblica Amministrazione riduce o elimina i servizi, i dipendenti pubblici hanno il contratto bloccato da anni e il governo sta preparando il terreno per rendere anche loro “liberi” di essere licenziati come i lavoratori del privato. Al di là delle sparate a effetto (e degli 80 euro) in cui Renzi è specializzato, il governo prosegue la sua opera di rapina delle masse popolari e di devastazione del paese a beneficio del capitale finanziario.

Con la Conferenza di Organizzazione che ha tenuto il 20, 21 e 22 marzo, l’USB si è data il compito di individuare gli “strumenti politici, sindacali e culturali indispensabili alla costruzione dell’alternativa sociale in questo paese”, perché”esistono le motivazioni ma anche le condizioni per costruire quella forte alternativa sociale che sola può determinare una radicale inversione di tendenza. Un’alternativa che però deve essere reale e non fondata sulla retorica, che deve vivere ed agire il conflitto sociale, che deve essere plurale ed aperta ma non un insieme indistinto di posizioni ideologiche unite soltanto dall’essere contro qualche cosa: si deve costruire l’alternativa per cambiare sistema e non contro il Berlusconi o il Renzi di turno!”.

Né il Sindacato è un’Altra Cosa né l’USB e gli altri sindacati alternativi e di base si occupano ancora della creazione di un governo che sia deciso e capace di attuare le misure che loro stessi indicano come necessarie per cambiare rotta nelle aziende capitaliste, nelle aziende pubbliche e in tutto il paese. Ma dovranno arrivarci, perché è l’unica politica che, come scrive l’USB nella convocazione della sua Conferenza di Organizzazione, oggi “serve la gente e non quella che serve a se stessa e ai poteri economici e finanziari”. Altre vie non ce ne sono. Avere una “sponda politica” in Parlamento e nelle istituzioni della Repubblica Pontificia se non è servito a impedire l’eliminazione (prima graduale e poi a ritmo di marcia) dei diritti e delle conquiste che avevamo strappato con la Resistenza e le lotte degli anni ’60 e ’70 (quando il movimento comunista era ancora una minaccia per la borghesia, nel nostro paese e nel mondo), a cosa potrebbe servire adesso? E che nessun governo ligio alle regole dei mercati finanziari e della comunità internazionale possa essere amico delle masse popolari lo abbiamo sperimentato con il governo Prodi e ce lo confermano i contorcimenti del governo Tsipras in Grecia. Alla crisi del capitalismo non possiamo far fronte con i metodi e le relazioni che hanno prodotto la crisi e la perpetuano. E’ un’illusione o un imbroglio pensare che a tirarci fuori dalla crisi siano gli stessi che basano i loro interessi, privilegi e potere sui metodi e sulle relazioni che hanno prodotto questa crisi e non fanno che aggravarla. Bisogna avere il coraggio di prendere in mano la situazione, con i metodi, gli strumenti e le iniziative necessarie.

carc

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