Sotto le ceneri del modello Marchionne alla FIAT Sata di Melfi cova la lotta

La favola delle 1000 assunzioni, a fronte dei 60mila cassintegrati sparsi in tutt’Italia e di altri stabilimenti che chiudono o vengono “ristrutturati” e trasferiti in Serbia o negli USA (che è il vero obiettivo Marchionne), è un’operazione volta a dare forza alla linea Marchionne per affermarla come “modello vincente”.

Il Job’s Act ne dà copertura e legittimità politica. La manovra a tenaglia contro i lavoratori è evidente: o si accetta quel modello o si chiude. In fabbrica, però, cresce il malumore, oltre che gli infortuni.

La verità è che gli operai sono costretti ad accettare condizioni di lavoro “da bestie”, indebitati fino al collo grazie alla cassa integrazione durata anni e la minaccia di disoccupazione. Chi riesce cambia lavoro alla prima opportunità o emigra. Il 25 febbraio CISL-UIL-UGL hanno firmato per la nuova turnazione che porta gli operai a condizioni del tutto similari a quelle precedenti la grande battaglia dei 21 giorni di sciopero nel 2004. A Melfi gli operai si stanno riorganizzando: sono alla settima settimana di sciopero contro il sabato e la domenica lavorativi (straordinari imposti dall’azienda) con adesioni crescenti e un numero ancora più grande di lavoratori che si mette in malattia o in ferie.

Bisogna organizzarsi e mobilitarsi!

Bisogna rompere l’isolamento degli operai combattivi e degli stabilimenti! Far sentire loro che fuori dalla fabbrica esiste un movimento di resistenza sociale diffuso che sostiene e deve sostenere le mobilitazioni che quegli operai stanno costruendo all’interno degli stabilimenti, come stanno facendo le RSA della Fiat SATA di Melfi.

Bisogna soprattutto costruire un coordinamento operaio a partire dalle fabbriche del gruppo Fiat (oggi la FCA): Pomigliano (NA), Melfi (PZ), Cassino (FR), la FMA di Pratola Serra (AV), l’Irisbus di Grottaminarda (AV). Coordinare quei lavoratori avanguardie di lotta che non si lasciano piegare. Bisogna costruire un fronte di solidarietà attiva e militante con coloro che non abbassano la testa nonostante le intimidazioni e le misure punitive cui sono quotidianamente esposti da parte dei padroni. È il passo concreto e l’unica prospettiva realistica per cacciare padroni e governi amici dei padroni. È il passo concreto per costruire un’alternativa politica, che parta dai lavoratori, per il nostro Paese.

Il Partito dei CARC sostiene e organizza ogni operaio e ogni lavoratore che si mette su questa strada, che decide di prendere in mano il proprio futuro!

Federazione Campania del P.CARC

melfi