Sotto le ceneri del modello Marchionne alla FIAT Sata di Melfi cova la lotta

La favola delle 1000 assunzioni, a fronte dei 60mila cassintegrati sparsi in tutt’Italia e di altri stabilimenti che chiudono o vengono “ristrutturati” e trasferiti in Serbia o negli USA (che è il vero obiettivo Marchionne), è un’operazione volta a dare forza alla linea Marchionne per affermarla come “modello vincente”.

Il Job’s Act ne dà copertura e legittimità politica. La manovra a tenaglia contro i lavoratori è evidente: o si accetta quel modello o si chiude. In fabbrica, però, cresce il malumore, oltre che gli infortuni.

La verità è che gli operai sono costretti ad accettare condizioni di lavoro “da bestie”, indebitati fino al collo grazie alla cassa integrazione durata anni e la minaccia di disoccupazione. Chi riesce cambia lavoro alla prima opportunità o emigra. Il 25 febbraio CISL-UIL-UGL hanno firmato per la nuova turnazione che porta gli operai a condizioni del tutto similari a quelle precedenti la grande battaglia dei 21 giorni di sciopero nel 2004. A Melfi gli operai si stanno riorganizzando: sono alla settima settimana di sciopero contro il sabato e la domenica lavorativi (straordinari imposti dall’azienda) con adesioni crescenti e un numero ancora più grande di lavoratori che si mette in malattia o in ferie.

Il 26 febbraio siamo andati davanti allo stabilimento per sostenere la lotta che le RSA più combattive stanno promuovendo contro i sabati di straordinario forzato. A dimostrazione del clima terroristico che si respira in fabbrica e fuori, i compagni che stavano volantinando e diffondendo Resistenza a fine turno sono stati fermati da due pattuglie (Polizia e Carabinieri) e sono stati identificati dalla DIGOS, intervenuta su mandato della direzione aziendale. L’agitazione e la resistenza opposta dai compagni ha avuto grande riscontro e plauso tra i tanti operai presenti, cosa che ha impedito che venissero tradotti in Questura. Ecco che si dimostrano del tutto fondati i timori dell’azienda e delle istituzioni: hanno paura della solidarietà di classe; hanno paura delle connessioni, delle relazioni e dei legami che possono crearsi tra gli operai dentro la fabbrica e comunisti, tra operai e altre realtà in lotta.

Bisogna organizzarsi e mobilitarsi!

Tutti i lavoratori che non sono disposti ad abbassare la testa di fronte all’arroganza padronale devono unirsi, organizzarsi, mobilitarsi insieme, indipendentemente dalle sigle sindacali di appartenenza! Dentro la fabbrica, sostenendo tutte le iniziative di mobilitazione a cominciare dallo sciopero dei sabato e domenica di straordinario; fuori dalla fabbrica, diffondendo le notizie su ciò che accade dentro, promuovendo iniziative comuni con comitati, associazioni, altri organismi operai e altre organizzazioni politiche e sindacali che sono fuori dallo stabilimento e che, su altri versanti, si oppongono agli effetti peggiori della crisi generale del capitalismo.

Bisogna rompere l’isolamento degli operai combattivi e degli stabilimenti! Far sentire loro che fuori dalla fabbrica esiste un movimento di resistenza sociale diffuso che sostiene e deve sostenere le mobilitazioni che quegli operai stanno costruendo all’interno degli stabilimenti, come stanno facendo le RSA della Fiat SATA di Melfi.

Bisogna soprattutto costruire un coordinamento operaio a partire dalle fabbriche del gruppo Fiat (oggi la FCA): Pomigliano (NA), Melfi (PZ), Cassino (FR), la FMA di Pratola Serra (AV), l’Irisbus di Grottaminarda (AV). Coordinare quei lavoratori avanguardie di lotta che non si lasciano piegare. Bisogna costruire un fronte di solidarietà attiva e militante con coloro che non abbassano la testa nonostante le intimidazioni e le misure punitive cui sono quotidianamente esposti da parte dei padroni. È il passo concreto e l’unica prospettiva realistica per cacciare padroni e governi amici dei padroni. È il passo concreto per costruire un’alternativa politica, che parta dai lavoratori, per il nostro Paese.

Il Partito dei CARC sostiene e organizza ogni operaio e ogni lavoratore che si mette su questa strada, che decide di prendere in mano il proprio futuro!

Federazione Campania del P.CARC

melfi

Rispondi

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Il 29 novembre è sciopero generale! Partecipiamo compatti e costruiamolo insieme

Scarica il Pdf Dopo che Cgil e UIL hanno proclamato...

Sull’esito delle elezioni in Liguria, Emilia Romagna e Umbria

Il Pd festeggia per la “vittoria” in Emilia Romagna...

Sciopero nazionale del personale sanitario, adesioni all’85%

Verso lo sciopero generale del 29 novembre

Lottare per la Palestina e lottare per il proprio paese

Parlare di unità, lottare per l'unità, praticare l'unità