Roma. Sabato 14 febbraio abbiamo partecipato alla manifestazione in solidarietà con il popolo greco e in sostegno a Syriza. Tanti compagni accorsi da molte regioni, in particolare dalla Toscana, a scendere in piazza è stata proprio la base rossa, quella con la falce e martello nel cuore, per cui la vittoria elettorale di Syriza non è solo la vittoria delle masse popolari greche e la possibilità di riscatto di una popolazione messa in ginocchio dall’UE, ma soprattutto è fiducia che è possibile cambiare il corso delle cose. E’ il senso di appartenenza al movimento comunista, che seppur debole, può e deve rinascere perché è l’unica strada per la reale emancipazione dei popoli oppressi dal capitalismo e le sue leggi. Aldilà di Tsipras. Questo è quanto abbiamo raccolto dai partecipanti alla manifestazione.
“La partita in Grecia si apre ora”: questo era il titolo del volantino che abbiamo distribuito e rispetto al quale ci sono stati diversi commenti. “Non è vero che la partita si apre ora, perché Syriza da anni lotta e lavora per raggiungere questo risultato”. Oppure “è vero perché adesso inizia una nuova fase e per questo bisogna solidarizzare al massimo con il popolo greco e sostenere ogni mossa di Tsipras, il risultato raggiunto è un risultato per tutti noi”.
Da questi tre commenti, abbiamo avviato diverse discussioni e quello che emerge è che:
– in positivo, la maggior parte dei compagni con cui abbiamo parlato ha riconosciuto che la forza di Syriza sta nel legame con le masse popolari. Da qui emerge la volontà di fare un bilancio dell’esperienza che la galassia della sinistra radicale (borghese) ha condotto in Italia con le varie e reiterate prove di costruzione di cartelli elettorali che hanno lasciato più di tutto l’amaro in bocca a chi vi aveva riposto fiducia;
– in negativo, e in contraddizione con quanto detto sopra, il lavoro di Syriza tende ad essere appiattito sulla figura di Tsipras.. In pratica si mette al centro l’individuo, il leader carismatico. Per molti compagni non avere un leader di riferimento dopo averne individuati molti (da Cremaschi a Rodotà, a Landini), è come guardare il mondo da uno spioncino: la visuale è inevitabilmente ristretta e limitata e in genere ciò che ne rimane escluso è il ruolo delle masse popolari come soggetto attivo e determinante per qualsiasi cambiamento della società.
La vittoria di Syriza, infine, apre interrogativi e spinge a una superiore comprensione di cosa significa costruire un governo che sintetizza gli interessi collettivi e li afferma. Il governo di Syriza non è una versione greca del Governo di Blocco Popolare, ma le questioni che deve affrontare sono similari, le speranze e le aspettative su ciò che effettivamente farà sono grandi.
Le discussioni fatte sono state molto più ricche della sintesi riportata. Di certo, per la base rossa la mobilitazione in solidarietà con Syriza e le masse popolari greche è un momento importante anche e soprattutto per discutere della situazione italiana.
Una compagna della Federazione Lazio