SOLIDARIETÀ E VICINANZA A EMILIO, ALLA SUA FAMIGLIA, AI COMPAGNI E ALLE COMPAGNE DEL CS DORDONI!

AGLI SQUADRISTI INFAMI E AI LORO PROTETTORI, LA RICONOSCENZA DEI PADRONI!

AI PROLETARI IN LOTTA LA RESPONSABILITÀ DI TRASFORMARE IL PAESE!


“Per quel che ci riguarda, si tratti di un individuo, di un partito, di un esercito o di una scuola, io credo che la mancanza di attacchi da parte del nemico contro di noi sia una cattiva cosa, poiché significa che noi facciamo causa comune col nemico. Se siamo attaccati dal nemico, è una buona cosa, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una linea di demarcazione nettissima tra noi e il nemico. Se esso ci attacca violentemente, dipingendoci con i colori più cupi e denigrando tutto quello che facciamo, si tratta di una cosa ancora migliore, poiché ciò dimostra non solo che abbiamo stabilito una linea di demarcazione netta tra il nemico e noi, ma anche che abbiamo conseguito notevoli successi nel nostro lavoro” ‐ Mao TseTung

A Cremona una squadraccia di 60 fascisti aggredisce i compagni del Centro Sociale Dordoni e ne ferisce uno in modo gravissimo.

Poche settimane prima, una simile azione i fascisti di Casa Pound l’avevano preparata contro i tifosi dell’Ardita San Paolo (Roma), un’esperienza di sport dal basso, popolare e antifascista, assaltandoli durante un partita, volto coperto e manici di piccone.

Il 26 gennaio a Massa ci sarà la prima udienza del processo a carico di 5 compagni accusati di aver occupato la stazione ferroviaria come atto di solidarietà nei confronti dei compagni arrestati a seguito della Ronda Popolare Antifascista e Antirazzista del 2009, che impedi l’iniziativa dei fascisti locali e contribuì a mettere fine al progetto di Maroni di sdoganare le squadracce nei quartieri popolari in nome della “sicurezza” e del razzismo di stato.

A Reggio Emilia è in corso una campagna contro le condanne ai compagni che fronteggiarono e impedirono le gazzarre della Lega (quella che oggi promuove il Front National con Casa Pound) nel suo rifarsi una verginità dopo gli scandali e le corruzioni, sulla pelle degli immigrati e dei poveri; tale campagna si lega a quella contro gli abusi di polizia in relazione ai fatti del 28 aprile 2009 , quando l’agente DIGOS Fabio Corradi sparò alla macchina di tre compagni “colti” a fare una scritta antifascista) e che per ciò sono oggi sotto processo.

Il 13 febbraio a Roma inizia la fase conclusiva del processo contro i compagni accusati per gli scontri del 15 ottobre 2011, compagni già detenuti in carcere o ai domiciliari, sottoposti a una serie di piccoli e grandi arbitri da parte delle autorità Giudiziarie.

Sono alcuni esempi.

Vanno aggiunti i ripetuti attacchi contro il movimento popolare e operaio: la repressione contro il movimento NO TAV, i licenziamenti selettivi di operai combattivi nelle aziende, le campagne di criminalizzazione e le manganellate contro il movimento di lotta per la casa….
Fascisti (i servi del padronato), polizia e tribunali (i cani da guardia dell’ordine del padronato) attaccano senza riserve chi esprime il conflitto di classe, in certi casi attaccano insieme, in altri casi si dividono il lavoro, in altri ancora l’intervento degli uni prepara quello degli altri. Chi si limita a vedere i (veri, reali) limiti del movimento popolare, continua a guardare il dito e non la luna.

Nel contesto di crisi generale, di disoccupazione crescente, di precarietà, di attacco ai diritti, la classe dominante non ha alcuna soluzione positiva per fare fronte agli effetti della crisi (ha solo la guerra fra poveri e la guerra fra popoli e stati); le masse popolari organizzate hanno forza, risorse, generosità e combattività per imporre una loro via per fare fronte alla crisi e per trasformare il paese.
Questo è chiaro anche a una parte della classe dominante: nel nostro paese non esiste una sola, unica, forte e organizzata espressione della lotta di classe (come nel Biennio Rosso, per capirci), non esiste il “pericolo rosso”, ma Vaticano, padronato, organizzazioni criminali e imperialisti USA e sionisti usano i fascisti (gli scarti delle mase popolari, la parte più abbrutita e arretrata) “a macchia di leopardo”, li spingono (o gli permettono) di colpire ora qui e ora lì, in tutto il paese, di fare propaganda e proselitismo fra i giovani come diversione dalla lotta di classe.
Non siamo interessati a cercare scorciatorie che non esistono per tagliare le gambe ai fascisti e ai razzisti, l’antifascismo militante, giusto, legittimo e sano, deve essere combinato con le attività concrete che favoriscono il protagonismo di quella parte di masse popolari già organizzate (organismi,collettivi, comitati cittadini, comitati ambientalisti, coordinamenti, reti) e che favoriscono l’organizzazione di una parte crescente di settori popolari.

La discriminante non è “essere d’accordo”, ma praticare le misure concrete per fare fronte agli effetti della crisi.

Questo è il modo più costruttivo e lungimirante per far cadere sulla testa di chi li alza manganelli e bastoni, per isolare, stanare e rendere inoffensivi i fascisti, per rovesciare contro chi la promuove la guerra fra poveri, trasformandola in lotta di classe.

Togliere di mezzo i fascisti è possibile a condizione che il movimento popolare si prenda la responsabilità di organizzare l’attuazione delle misure concrete per fare fronte agli effetti della crisi e che le organizzazioni operaie e popolari si mettano alla testa del protagonismo dal basso.

Togliere di mezzo i fascisti è possibile se si toglie legittimità e iniziativa a chi li arma, li protegge, li alimenta, se agli arbitri, ai privilegi e all’oppressione della classe dominante, le masse popolari iniziano a costruire una loro governabilità dei quartieri, delle aziende, delle scuole, delle città e del paese.

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