Pubblichiamo uno stralcio dall’articolo “Principi, criteri e metodi d’organizzazione” da La Voce del (n)PCI n. 48 con l’obiettivo di offrire un approfondimento “di metodo” a quanti si cimentano nel compito di imparare a dirigere. La direzione è un’arte che si impara e nel laboratorio collettivo che è il partito comunista ogni compagno e compagna trova la sintesi dell’esperienza più avanzata che il partito ha scoperto ed elaborato.
Significativo, inoltre, il legame fra ciò che nell’articolo si intende per direzione nel lavoro interno e direzione nel lavoro esterno, nella società, con un esempio preso dalla storia dei primi paesi socialisti che apre le porte a un più complessivo bilancio sul fallimento del primo tentativo su vasta scala compiuto dall’umanità nella sua avanzata verso il comunismo.
“Coscienza e organizzazione sono i due fattori di forza del movimento comunista. Avanzare vuol dire organizzare chiunque è in qualche misura organizzabile e portare coscienza nel raggio più ampio raggiungibile con le nostre forze, intervenendo sistematicamente, in modo adeguato ai singoli contesti, “dall’interno” in ogni ambito per mobilitare la sinistra, formare e condurre in battaglie le forze di cui disponiamo.
Fare piani organizzativi, elaborare direttive, dare direttive di lavoro o trasformare intellettualmente e moralmente i nostri compagni, far loro capire o meglio far loro addirittura elaborare piani e direttive e poi controllare l’esecuzione e costringere ad ogni costo ad eseguirle?
Ecco due aspetti del lavoro di direzione e due metodi diversi di direzione. Due aspetti perché nel lavoro che un dirigente deve svolgere, entrambi i metodi sono presenti; ma due metodi che sono diversi e in certe circostanze contrapposti; due metodi a lungo andare contrapposti perché il primo si distingue dal metodo borghese solo per l’obiettivo che il dirigente persegue (cioè solo soggettivamente), il secondo si distingue anche perché forma rivoluzionari e moltiplica il loro numero e garantisce la continuazione della lotta e la vittoria: si distingue oggettivamente, al di là del percorso e delle intenzioni del dirigente che lo pratica. Non a caso una delle riforme con cui Kruscev avviò la corruzione e la decadenza dell’Unione Sovietica fu l’adozione programmatica, sistematica ed esclusiva del primo metodo di direzione con il pretesto che era grazie a quel metodo di direzione che i gruppi imperialisti USA avevano alzato il livello di vita della popolazione molto più in alto di quello medio dell’URSS (nascondendo 1. che i gruppi imperialisti USA stavano godendo di un periodo di ripresa e sviluppo dell’accumulazione del capitale grazie alla fine, a seguito della seconda Guerra Mondiale, della prima crisi generale del capitalismo, 2. che i lavoratori americani godevano delle ricadute che l’avanzamento del movimento comunista nel mondo aveva in tutti i paesi imperialisti, 3. che il livello medio di vita della popolazione USA nascondeva differenze abissali tra ricchissimi e poverissimi (due polli a uno e zero polli a un altro, fanno in media un pollo a testa), mentre in URSS lo scostamento dei privilegiati e dei più modesti dal livello medio era piccolo, 4. che i gruppi imperialisti USA disponevano dei sovrapprofitti estorti alle masse popolari dei paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale, 5. che mentre l’URSS era partita da un livello arretrato nel 1914 e aveva subito le distruzioni di due guerre mondiali, della guerra civile, dell’aggressione delle potenze dell’Intesa e nonostante questo aveva ricostruito e fatto enormi progressi, gli USA erano già all’inizio del XX secolo il paese più ricco e avanzato del mondo e la prima potenza mondiale e avevano tratto enormi vantaggi economici dalle due guerre mondiali).
Nel dirigere un compagno a volte ci troviamo a dover scegliere tra
– esigere che un compagno faccia dieci passi in avanti prima di affidargli un compito xy,
– accontentarci che il compagno faccia cinque passi in avanti e affidargli egualmente il compito xy nella fiducia che assolvendo il compito affidatogli, il compagno faccia gli altri cinque passi in avanti che oggi non è pronto (capace, disposto) a fare.
Chi dirige deve tener conto di due aspetti:
– il progresso del Partito nel suo consolidamento e rafforzamento,
– il progresso del compagno nella sua riforma morale e intellettuale.
Il primo aspetto di regola è quello principale, il secondo di regola passa in secondo piano. Ma senza progresso dei compagni nella riforma morale e intellettuale di regola il Partito non avanza nel consolidarsi e rafforzarsi. Nel dirigere, bisogna considerare i due aspetti e di volta in volta trovare la combinazione più vantaggiosa per la nostra causa”.