La lotta No Tav non si arresta! Solidarietà e libertà per tutte/i le/i resistenti No Tav!

 

28.06.12
 
La lotta No Tav non si arresta!
Solidarietà e libertà per tutte/i le/i resistenti No Tav!
 
Esprimiamo la nostra solidarietà le/i compagne/i del Collettivo Autorganizzato R60 di Reggio Emilia oggi sotto processo a Bologna e con le/i compagne/i No Tav arrestati sabato 25 giugno.
Solidarietà con tutte/i le/i compagne/i in questo momento indagati, sotto processo e arrestati per il loro impegno nella lotta No Tav e perche attivi e protagonisti nelle lotte di resistenza popolare contro il capitalismo e l’avanzare della seconda crisi generale.
 
Libertà per tutti i fermati e gli indagati!
La lotta No Tav non si arresta!
La solidarietà è un’arma!
Ritorcere contro esecutori e mandanti l’attacco repressivo!
Usare la difesa in funzione dell’attacco!
 
Partito dei CARC – Emilia Romagna
http://www.carc.it/” target=”_blank”>http://www.carc.it/”>www.carc.it – e-mail pcarcemiliaromagna@ymail.com” target=”_blank”>pcarcemiliaromagna@ymail.com”>pcarcemiliaromagna@ymail.com
 
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APPELLO A SOSTENERE CHI E’ INQUISITO PERCHE’ DIFENDE LE LIBERTA’ DEMOCRATICHE
 
ESTENDERE E RAFFORZARE LA VIGILANZA DEMOCRATICA
REALIZZARE LA COSTITUZIONE
SMASCHERARE E DENUCIARE I PICCHIATORI, I PROVOCATORI E I LORO MANDANTI, RENDERE NOTI I LORO VOLTI E NOMI SBARRARE LA STRADA ALLA DERIVA REAZIONARIA
 
FIRMA E FAI FIRMARE L’APPELLO, INVIA LA TUA ADESIONE ALLA MAIL: vigilanzademocratica@carc.it
INDICANDO: NOME E COGNOME, PROFESSIONE, CITTA’, EMAIL/TELEFONO
 
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Riceviamo e inoltriamo dalle compagne e dai compagni del Collettivo Autorganizzato R60 di Reggio Emilia
 
Reggio Emilia, 27/06/2012
Contro la repressione solidarietà di classe!
Nell’operazione repressiva del 13 giugno 2012 due compagni del Collettivo Autorganizzato R60 hanno subito una perquisizione domiciliare in seguito all’accusa da parte del Sostituto Procuratore Maria Rita Pantani di aver eseguito una serie di scritte ingiuriose nei confronti del Presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, del Procuratore Capo di Torino, Giancarlo Caselli, del Sindaco di Torino, Piero Fassino, del Presidente della Repubblica Bielorussa, Alexander Lukashenko.
Una perquisizione locale con contestuale informazione di garanzia a loro carico poiché formalmente indagati per:
A) offese all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica, art.278 c.p., per aver scritto con vernice spray, su un muro di questo capoluogo, una frase che lede l’onore e il prestigio del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano;
B) violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario, art.338 c.p., per aver scritto con vernice spray, su tre muri diversi di questo capoluogo, frasi gravemente minacciose nei confronti del Procuratore Capo di Torino Dr. Giancarlo Caselli;
C) oltraggio a un corpo politico, amministrativo o giudiziario, art.342 c.p., per aver scritto con vernice spray, sui muri di questo capoluogo frasi che offendono l’onore e il prestigio del Sindaco di Torino, Piero Fassino, e del Procuratore Capo della Repubblica di Torino, Giancarlo Caselli;
D) imbrattamento e deturpamento di cose altrui, art 639 c.p. (punto 4 comma 2), per aver imbrattato e deturpato con simboli e frasi murali effettuate con vernice spray i muri di alcuni edifici di questo capoluogo.
 
Oltre alle residenze dei due compagni è stata perquisita la sede del Collettivo Autorganizzato R60, con tanto di sequestro di vario materiale politico che poco ha a che vedere con i reati contestati dalle forze della repressione.
Il CollettivoR60 ha denunciato subito politicamente tale operazione poliziesca convinto che si tratti esclusivamente di una persecuzione politica ed una intimidazione ad una realtà che oggi vuole divenire: bastone fra le ruote dei poteri forti attraverso la lotta contro la realizzazione del parcheggio interrato di Piazza della Vittoria (tentativo dei poteri forti di speculare devastando il territorio), la solidarietà e la promozione dell’autorganizzazione dei terremotati, 
l’istituzione di un doposcuola gratuito per permettere ad ogni persona a prescindere dalle condizioni economiche e sociali di potersi istruire, la lotta contro il fascismo, la lotta contro la repressione ed in generale la promozione dell’autorganizzazione e del coordinamento dal basso per fare fronte alla crisi del sistema capitalista.
 
Oggi al Tribunale delle libertà di Bologna il GIP deciderà se applicare le misure cautelari (obbligo di firma, arresti domiciliari o arresto in carcere) richieste dal PM Pantani per i compagni perquisiti. In un paese in cui il potere escogita sorprendenti teoremi per intimidire chi cerca di costruire una nuova società in cui l’uguaglianza, la solidarietà e la giustizia sociale siano punti cardine per un’esistenza degna di questo nome (arrivando addirittura a proporre una misura cautelativa per “reati” amministrativi) i fatti, ancora una volta, dimostrano che è in atto una persecuzione politica di un collettivo che pone le basi per una proposta di cambiamento reale, possibile e necessaria.
Sappiamo bene chi abbiamo di fronte: se il PM Pantani preferisce riesumare corpi di assassini fascisti e repubblichini, utilizzare soldi pubblici per intercettazioni telefoniche e ambientali ed impiantare dispositivi GPS nelle macchine di attivisti politici (come ha fatto nei confronti di un nostro compagno), è solo perché si tratta di un mero esecutore di un sistema che ogni giorno, in nome del potere economico capitalistico, da un lato affama, taglia su istruzione e sanità e dall’altro attacca i diritti di lavoratori, migranti, disoccupati e precari, reprimendo chi propone la costruzione di una società differente.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà a tutti i compagni, che come noi sono in prima linea nel movimento di resistenza alle misure di lacrime e sangue che i padroni con Monti oggi portano avanti e che per questo continuano ad essere perseguitati.
Invitiamo tutte le organizzazioni che si dicono comuniste, anarchiche, antifasciste, anticapitaliste e progressiste ad esprimere solidarietà anche a questi compagni.
 
NON CI FAREMO INTIMIDIRE DALLE SPORCHE MANOVRE REPRESSIVE!
LIBERTÀ PER TUTTI I FERMATI E GLI INQUISITI!
LA SOLIDARIETÀ È UN’ARMA! USIAMOLA!
 
Venerdì 29 giugno aperitivo antifascista c/o Spazio R60 Via Berta 4/c
 
Sabato 30 giugno – partecipiamo in massa alla manifestazione antifascista a Parma Via Ognibene (Parco Montermini), ore 17 http://www.parmantifascista.org/images/stories/30giu2012.jpg
 
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riceviamo e diffondiamo:

Comunicato sugli arresti del 25 giugno da compagne e compagni di Bologna

Il 25 giugno, a distanza di cinque mesi dalle perquisizioni e dalle varie misure cautelari che avevano coinvolto 54 persone in tutta Italia, una compagna di Bologna viene messa agli arresti domiciliari con tutte le restrizioni (divieto di comunicazione verbale e scritta, con persone diverse da quelle con lei residenti). Il materiale che le era stato sequestrato durante la perquisizione del 26 gennaio è stato usato dalla procura di Torino per avanzare l’accusa di violenza e lesioni aggravate in concorso in merito alla giornata di resistenza No Tav del 3 luglio a Ramats.
Il 3 luglio 2011 in tantissimi abbiamo scelto di essere nei boschi della Val Susa per attaccare il cantiere costruito su quella che fu la Libera Repubblica della Maddalena. Abbiamo scelto di arrivare fino alle reti e di assediare il cantiere.
E’ stata una giornata di lotta intensissima che ha portato quattro persone agli arresti e che, solo nell’area archeologica a cui si giunge da Ramats, ha visto centinaia di persone pronte a difendere dalla violenza sbirresca un territorio stupendo insieme a chi lo abita.
Siamo scesi in quei boschi non come i “guerrieri della domenica” – come i giornalisti ci hanno definito nei giorni successivi – ma come individui che ogni giorno in Valle o in città sono schiacciati da una macchina impazzita di produzione e consumo e che ogni giorno lottano contro di essa.
Siamo scesi in quei boschi per difendere un territorio e con esso tutti i territori che viviamo ogni giorno, strappati alla gente e dati in pasto a chi produce ricchezza per le proprie tasche.
Siamo tornati tante volte in Valle e tante volte l’abbiamo portata nelle nostre città, per rendere le lotte che conduciamo altrove una forza per chi da anni non demorde in Valle.
La tenacia degli uomini e delle donne che resistono su quelle montagne e con cui condividiamo sentieri, sogni e lotte è il fuoco che continua bruciare nei nostri cuori, che scalda le celle e le case che tengono lontani da noi compagni e amici.

Fuoco a tutte le gabbie!
Libertà per tutti/e gli/le arrestati/e No Tav!

 

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