26 settembre 2013: discussione in Consiglio Provinciale di Reggio Emilia della mozione su reato di tortura, codice identificativo e in solidarietà a Mattia.
La notte del 28 aprile 2009 Mattia Cavatorti e altri due giovani compagni vennero fermati dalla DIGOS di Reggio Emilia a seguito di una scritta nei pressi della sede di Casa Pound. Gli agenti non esitarono addirittura a sparare alle gomme dell’auto per fermarli colpendo per fortuna solo la macchina. I compagni vennero “sequestrati” in questura, privati di ogni diritto e sottoposti a un “trattamento” palesemente ingiustificato e degradante.
A distanza di quattro anni Mattia è addirittura stato denunciato per lesioni dall’agente della DIGOS Fabio Corradi proprio quello che sparò quella notte. A distanza di quattro anni riemerge in maniera del tutto distorta una storia che soltanto il caso a fatto sì che non finisse in maniera drammatica, alla pari di altre storie note o meno note in cui chi indossava la divisa ha abusato del proprio ruolo e del potere a lui conferito.
È proprio il caso di dirlo non solo ci sparano addosso…ma vogliono passare anche per vittime!
In Italia sono innumerevoli gli abusi più o meno gravi compiuti dalle forze dell’ordine che finiscono nel nulla per la paura di denunciarli, per le coperture di cui le forze dell’ordine godono,per gli immancabili depistaggi, per la difficoltà a procedere ai riconoscimenti in mancanza di un codice identificativo e per la prescrizione che in assenza del reato di tortura interviene puntualmente a garantire l’impunità ai responsabili.
La macelleria messicana di Genova, l’omicidio di Stefano Cucchi, quello di Federico Aldrovandi, la tragedia di Gabriele Sandri, di Giuseppe Uva, di Aldo Bianzino, di Paolo Scaroni (sopravvissuto a grave prezzo alla furia omicida di un’intera squadretta del VII Reparto mobile di Bologna) stanno lì a dimostrarlo.
A fronte di questo crescono il numero e la qualità delle manifestazioni e dei presidi, cresce il coordinamento fra i tanti organismi e i singoli che su spinta e su iniziativa dei famigliari delle vittime si occupano della lotta agli abusi di polizia.
Prese di posizione di esponenti democratici e progressisti, iniziative di esposti e leggi di iniziativa popolare, un lavoro di denuncia meticoloso e puntuale che alcune organizzazioni hanno iniziato a fare su spinta e iniziativa dei famigliari delle vittime. Su questo piano si articola questo movimento per la verità e la giustizia.
Oggi, giovedì 26 settembre alle 16.00, verrà discussa dal Consiglio Provinciale di Reggio Emilia una mozione presentata tramite il consigliere Ferrigno in cui verrà chiesto pubblicamente di:
1. Prendere una posizione pubblica di denuncia degli abusi subiti da Mattia e in solidarietà con lui;
2. Prendere una posizione pubblica per l’istituzione in Italia del reato di tortura, in mancanza del quale tanti agenti coinvolti direttamente nelle torture alla Diaz e a Bolzaneto sono stati o assolti o condannati per reati minori;
3. Prendere una posizione pubblica per l’introduzione del numero identificativo per gli agenti
antisommossa, perché il loro anonimato favorisce l’impunità.
Il Comitato Solidali con Mattia sarà presente con una propria delegazione per sostenere l’iniziativa e invita chiunque intenda esprimere solidarietà e a sostenere la lotta per la verità e la giustizia che sta portando avanti a presenziare.
Comitato Solidali con Mattia – smogbh@gmail.com