Salutiamo con il (n)PCI gli aspetti postivi dell’Accordo tra Cuba e gli USA: “la liberazione dei tre combattenti cubani” e “il ristabilimento delle relazioni diplomatiche che (…) è il riconoscimento che le manovre degli imperialisti USA per soffocare la rivoluzione cubana non sono servite allo scopo”.
Concordiamo che con quell’Accordo gli imperialisti USA cambiano linea per raggiungere lo stesso obiettivo: “Cuba socialista non solo li priva di un campo dove fare i loro affari meglio di come li fanno in Messico, in Honduras e in altri paesi dell’America Latina sfruttando l’alto livello scolastico della popolazione cubana, ma fornisce un potente stimolo e sostegno a tutti i movimenti progressisti e socialisti dell’America Latina”, come si è visto in Venezuela. Che l’intento degli imperialisti USA resti quello di riportare Cuba sotto il loro tallone lo ha detto chiaro lo stesso Obama nella sua conferenza di fine anno: “Quello dell’Avana resta un regime che opprime la propria gente. Continueremo a fare pressioni perché questo cambi. Ma non è pensabile continuare a perseguire politiche che in 50 anni non hanno prodotto alcun cambiamento. Una Cuba più aperta, visitata da più viaggiatori e delegazioni religiose, connessa a reti di telecomunicazione, diventerà più suscettibile a cambiamenti positivi”… le parole di Obama sulle “delegazioni religiose” la dice lunga anche sul ruolo del Vaticano con il suo nuovo Papa e la sua Chiesa. “I gruppi imperialisti USA per loro natura non possono rinunciare all’obiettivo di ristabilire il loro dominio completo in America Latina e la crisi generale del capitalismo rende questo obiettivo ancora più necessario e urgente per loro. Prova ne è che mentre con la Corte Pontificia contrattavano in segreto l’Accordo del 17 dicembre, hanno intensificato la loro guerra sovversiva e terroristica contro il Venezuela, vi hanno aggiunto sanzioni economiche e stanno cercando di stroncare il sistema economico della rivoluzione bolivariana, largamente basato sull’impiegare la rendita petrolifera per il benessere delle masse popolari e per lo sviluppo economico e civile del paese. La Comunità Internazionale ha fatto crollare il prezzo del petrolio quasi della metà, da più di 100 a circa 60 dollari al barile. È la tattica, applicata allora al prezzo del rame, con cui negli anni ’70 hanno creato in Cile il terreno per il colpo di Stato contro il governo Allende”. Nel ribadire il nostro sostegno e la nostra solidarietà alla rivoluzione bolivariana, sottoscriviamo il giudizio con cui il vice ministro degli esteri del Venezuela ha bollato le dichiarazioni “di preoccupazione per la violazione dei diritti umani in Venezuela” della Mogherini (Alto Rappresentante dell’UE per gli affari esteri in rappresentanza del “partito americano” di Renzi-Berlusconi): “sta operando come una servile pedina dell’Amministrazione Obama nel ripetere le stesse infamie dei lacchè dell’imperialismo USA”.
Consigliamo ai nostri lettori lo studio del Comunicato del (n)PCI “L’Accordo segreto Cuba-USA-Vaticano e la lotta di classe”, reperibile sul sito www.nuovopci.it