Ancora una volta la nostra zona viene devastata a seguito di un’alluvione. Come da copione oramai negli ultimi anni, basta una pioggia di intensità maggiore del normale per gettare la città nel disastro. Allagamenti, centinaia di famiglie sfollate, case, auto e piccole aziende distrutte e solo per fortuna nessun morto. Questa volta è toccato alla città di Carrara. Mai come questa volta è evidente la responsabilità di chi amministra le nostre città. Basti pensare che l’argine destro del fiume Carrione rimesso a “nuovo” dalla Provincia nel 2007 ha ceduto sotto l’impeto dell’acqua. Un fronte di 200 metri si è staccato devastando la zona e allagando completamente case e laboratori. Nessuna calamità, nessun evento imprevedibile dietro questa tragedia! Ma l’incuria del territorio, la devastazione delle montagne che va a inficiare il drenaggio dei corsi d’acqua, la cementificazione selvaggia e il disprezzo di una classe politica che evidentemente ha altre priorità, sono alla base di questa ennesima tragedia che ancora una volta così duramente colpisce le popolazioni. Anche i disastri conseguenti all’alluvione; al pari di tutte le altre “emergenze” che i territori vivono: disoccupazione, emergenza abitativa, distruzione della sanità pubblica ecc; sono la dimostrazione che le città hanno bisogno di Amministrazioni Comunali di tipo nuovo. I disastri che viviamo sulla nostra pelle infatti (come il resto delle “emergenze”), non sono “disgrazie inevitabili”, sono invece il risultato delle scelte politiche che le amministrazioni perseguono. Finché le amministrazioni continueranno a governare in nome e per conto gli interessi di pochi, questi saranno i risultati! Si permette ai pochi baroni del marmo di continuare ad arricchirsi indiscriminatamente devastando le montagne con le inevitabili conseguenze sul territorio; mentre migliaia di persone languono nella disoccupazione e nella miseria nessuno si prende cura della pulizia e della messa in sicurezza del territorio; si continua a spendere soldi per devastare la sanità pubblica con la costruzione dell’ospedale unico e la dismissione dei due ospedali cittadini esistenti. E ora di cacciare le amministrazioni dei baroni, delle lobbies, dei potentati e degli industriali. Finché saranno questi signori i “governanti occulti” delle città che governano tramite i loro rappresentanti politici, la musica per le masse popolari non cambierà. E’ necessario costruire delle Amministrazioni Locali di Emergenza, delle amministrazioni che mettano al centro del loro operato l’interesse collettivo, che siano disposte a rompere con gli interessi dei potenti, che siano disposte a rompere quella catena che passando da regioni, governi, istituti finanziari ed economici impongono la morsa della crisi sulla pelle delle masse popolari. Abbiamo bisogno di amministrazioni che siano disposte a mettere in campo delle misure di emergenza: violare i patti di stabilità pur di garantire esigenze primarie come ad esempio la messa in sicurezza del territorio e la sanità pubblica, che siano disposte ad espropriare gli immobili inutilizzati dei ricchi e del Vaticano pur di garantire una casa a chi non ce l’ha, che siano disposte a sostenere l’occupazione delle fabbriche e delle aziende che i padroni dismettono, che siano disposte a non ridursi al ruolo di gabellieri dei governi ma che mobilitino le masse popolari contro le ingiustizie ed imposizioni di governi e degli istituti finanziari. Chi può mettere in campo queste misure? Solo un’Amministrazione che opera su spinta e indicazione delle masse popolari organizzate, dalla parte più combattiva e generosa delle loro organizzazioni popolari (ambientaliste, per la difesa e il miglioramento della sanità pubblica, per il diritto all’abitare ecc) e operaie può rispondere a queste caratteristiche e dar vita a delle amministrazioni che non scarichino il prezzo della crisi sulla pelle delle masse popolari.