Solidarietà internazionalista con il Venezuela e i paesi dell’ALBA

Alla Festa nazionale della Riscossa Popolare di Napoli abbiamo dedicato particolare cura è alla solidarietà internazionalista con i popoli che combattono contro l’imperialismo, sviluppando uno scambio di esperienze e articolando una riflessione su come concretizzare nel nostro paese la solidarietà e in quali iniziative deve tradursi per essere efficace.
Abbiamo concentrato l’attenzione sulla lotta condotta dalle masse popolari del Venezuela e dal PSUV contro il colpo di Stato strisciante in atto dal mese di febbraio, sull’eroica resistenza che da cinquant’anni Cuba oppone alle trame degli USA alimentando la lotta anti-imperialista in tutto il Sud America e sulla battaglia condotta dai paesi dell’ALBA.
Prezioso è il contributo che questi paesi danno alla rinascita del movimento comunista internazionale, perché mettono in difficoltà la borghesia imperialista e con la loro resistenza e il loro esempio rafforzano lo slancio e la fiducia delle masse popolari in se stesse e nella possibilità di combattere, di tener testa e di vincere contro il nemico.
Oltre a vari tavoli tematici, abbiamo promosso un dibattito a cui hanno partecipato esponenti dell’Ambasciata del Venezuela e della Bolivia, della Gioventù Cubana, della Rete di Solidarietà con la Rivoluzione bolivariana nata il 29 giugno a Roma, del Comitato Ucraina Antifascista di Napoli ed esponenti del movimento di solidarietà con le masse popolari palestinesi e con quelle siriane.
Cosa ne abbiamo tratto? La solidarietà per essere efficace deve avere come cardine principale l’avanzamento del processo rivoluzionario nel nostro paese. Sostenere i popoli che lottano contro l’imperialismo significa innanzitutto fare la rivoluzione nel nostro paese: contribuire a scardinare il dominio della borghesia imperialista nel Mondo spezzando la catena nei paesi imperialisti, nel cuore del sistema capitalista. Solidarietà rivoluzionaria, quindi, che non delega e non si limita a supportare con iniziative di sensibilizzazione e denuncia la lotta condotta in altri paesi.
Allo stesso tempo, una solidarietà che non cada nelle facili semplificazioni indicando come modelli universali da seguire per lo sviluppo della rivoluzione socialista percorsi che non sono adatti per il nostro paese, stante la sua natura di paese imperialista e non paese oppresso dall’imperialismo. Come scrive il (n)PCI nel suo Comunicato del 10 agosto 2014: “Vi sono oggi nel mondo paesi, il Venezuela e i paesi dell’ALBA sono i casi esemplari, diretti da uomini e partiti che conducono una politica di indipendenza nazionale e di resistenza all’imperialismo, senza aver instaurato il socialismo (potere della classe operaia organizzata e delle masse popolari organizzate dirette dal partito comunista, proprietà pubblica delle principali forze produttive e pianificazione dell’attività economica, promozione sistematica della partecipazione universale delle masse popolari all’attività politica e alla cultura e del loro accesso a un crescente livello di organizzazione e coscienza). Ognuno di questi paesi si avvale di condizioni particolari (per il Venezuela principalmente la tradizione antimperialista delle Forze Armate e la rendita petroliera nazionalizzata) per promuovere il miglioramento delle condizioni delle masse popolari e sottrarsi almeno in parte alle costrizioni della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Essi seguono la via, che nel 1917 per alcuni mesi anche Lenin aveva preso in considerazione in Russia, di “far lavorare i capitalisti per andare verso il socialismo”. Noi comunisti salutiamo la loro azione internazionalista e appoggiamo con tutte le nostre forze la resistenza che essi oppongono al sistema imperialista. La loro azione avvantaggia le classi sfruttate e i popoli oppressi di tutto il mondo. La rivoluzione socialista che noi conduciamo nel nostro paese e la seconda ondata della rivoluzione proletaria che si sviluppa in tutto il mondo si giovano della loro azione e sono anche una forma di solidarietà nei loro confronti. Noi auspichiamo che questi paesi riescano a far fronte con successo alla guerra coperta o aperta che la CI conduce contro di loro e a realizzare il loro progetto di “far lavorare i capitalisti per andare verso il socialismo”, ma certamente non è la stessa strada che dobbiamo praticare e che pratichiamo noi comunisti dei paesi imperialisti. Noi conduciamo la rivoluzione socialista per espropriare la borghesia imperialista e instaurare il socialismo”.

Daremo seguito a quanto abbiamo avviato, in particolare per quanto riguarda la costruzione del II Incontro italiano di solidarietà con la rivoluzione bolivariana che si terrà nell’aprile del 2015 a Napoli. Faremo la nostra parte affinché questa importante iniziativa sia costruita attraverso una campagna di dibattito, coordinamento e mobilitazione caratterizzato da un interscambio tra organismi operai e popolari, associazioni, militanti e intellettuali protagonisti del processo rivoluzionario in atto in Venezuela e il movimento comunista e popolare del nostro paese sui seguenti temi:

1. autorganizzazione e autogestione del lavoro;

2. il pensiero di Gramsci e i suoi apporti per la rinascita del movimento comunista internazionale;

3. mobilitazione dei giovani nella lotta per il socialismo;

4. mobilitazione delle donne nella lotta per il socialismo (organizzazione di iniziative in occasione dell’8 marzo 2015);

5. sport popolare (Coppa Ugo Chavez 2015).

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