Resistenza raddoppia!

Si apre una nuova fase per il suo sviluppo

Con il mese di giugno si chiude la campagna per il raddoppio di Resistenza. Siamo arrivati poco al di sotto dell’obiettivo di 5.000 euro: siamo intorno ai 4.200 euro, anche se alcune sezioni devono ancora centralizzare i dati di giugno. Ma confermiamo il nuovo formato ad 8 pagine: abbiamo toccato con mano non solo che dai benefici del “raddoppio” non possiamo tornare indietro (per questione di contenuti, di completezza dei ragionamenti, per la possibilità di andare oltre agli aspetti principali ed essenziali nell’analisi, per la possibilità di trattare argomenti che altrimenti sarebbero sacrificati), ma anche che la mobilitazione per mantenerlo economicamente, questo nuovo formato, può svilupparsi in virtù di quello che con questa campagna abbiamo capito e della strada che essa ha aperto. Sembreranno cose banali, per qualcuno, ma in un’epoca in cui la raccolta di finanziamenti su basi commerciali è di gran lunga più conosciuta, praticata e “normale” della raccolta di finanziamenti chiedendo sostegno all’attività politica (per essere chiari: è più facile trovare gente, tanta, che vi chiede soldi tramite un aperitivo solidale o perché vi vende un calendario – per inciso sono tutte attività che facciamo anche noi – piuttosto che per il contenuto della loro azione, per la loro analisi, per sostenere trovare gente, tanta, che vi chiede soldi tramite un aperitivo solidale o perché vi vende un calendario – per inciso sono tutte attività che facciamo anche noi – piuttosto che per il contenuto della loro azione, per la loro analisi, per sostenere la proposta politica che avanzano), in un’epoca dove impera la convinzione che sia necessario “vendere” qualcosa per raccogliere soldi, noi abbiamo imparato che la raccolta su basi politiche è possibile, è quella più solida, è quella più orientata alla mobilitazione materiale e morale di chi sottoscrive, è un modo di alimentare il legame con i compagni e le compagne della “base”, con i simpatizzanti e con i collaboratori.

Ci siamo misurati con un obiettivo non facile stante le nostre forze attuali (5.000 euro in 3 mesi), convinti che dietro alla parola d’ordine del raddoppio di Resistenza avrebbe dovuto esserci la trasformazione nostra: passare da “quelli che chiedono i soldi” a “quelli che offrono la possibilità di sostenere la lotta per instaurare il socialismo”. Si trattava (e si tratta, perché le resistenze non le abbiamo superate tutte) di recuperare uno degli aspetti distintivi del vecchio movimento comunista e farlo valere oggi, qui e ora: il legame con le masse popolari, il fatto di agire verso le masse come propagandisti e organizzatori, discutere nelle sezioni della situazione e del che fare, di quello che succede e che vogliamo far succedere, della lotta per instaurare il socialismo, discutere di politica.

Il primo numero di Resistenza a 8 pagine è uscito nell’emozione della Redazione: erano passati 20 anni dalla prima pubblicazione nel 1994 e per 20 anni, senza perdere un colpo, senza perdere un mese, il giornale si è trasformato in quello che è ora. Ed emozione c’è anche oggi, che consolidiamo il formato di 8 pagine e siamo consapevoli che Resistenza cambierà ancora. Perché tutto cambia, la questione sta nell’essere protagonisti e promotori del cambiamento che serve alle masse popolari o subire il “cambiamento” promosso dalla borghesia e dal clero.

E che Resistenza cambierà al procedere della rinascita del movimento comunista nel nostro paese noi lo abbiamo già deciso: sono in corso le iniziative (formazione, selezione, esperienze tipo) per la trasformazione della Redazione, che si amplia, si allarga e che “arruola” e mobilita, soprattutto, giovani compagni e compagne che dal prossimo numero saranno a pieno titolo parte del collettivo di Redazione. E cambia anche il direttore del giornale (il responsabile della Redazione), un altro passo “epocale” che dimostra lo sviluppo del Partito tutto.

Sono innovazioni che stravolgeranno il giornale? No, per niente. Sono cambiamenti necessari ad alimentare di energie  del (n)PCI che cresce, a mobilitare nuovo compagni ad assumere nuove e maggiori responsabilità nella lotta di classe, a formare nuovi dirigenti, a imparare (e insegnare) a fare più e meglio di Resistenza uno strumento per la rinascita del movimento comunista.

La vecchia Redazione e il partito tutto augurano buon lavoro al nuovo direttore e alle nuove leve di redattori e li incitano ad affrontare il compito a cui sono chiamati con orgoglio e coscienti della sua importanza. Finché la borghesia imperialista avrà il potere, miseria e arretratezza saranno la condizione normale delle masse popolari. Non tutte le masse popolari né tutti gli operai potranno acquistare la coscienza desiderabile: quindi è necessario un gruppo di dirigenti coscienti che educhi la classe operaia e il resto delle masse popolari alla causa del comunismo, li unifichi e li guidi nella lotta, dirigenti che devono essere in larga misura essi stessi appartenenti (parte) alla classe operaia e alle masse popolari.

I nostri mezzi sono sproporzionati anche al fine di condizionare l’opinione pubblica. Il Papa si affaccia ogni domenica dal balcone e parla a 10 – 100 mila persone e le TV trasmettono le sue parole in tutto il mondo, a milioni di persone. Chi lo ascolta sente di essere uno tra milioni che ascoltano le stesse parole e in cui si sviluppano gli stessi sentimenti. Ciò lo fa in qualche modo uscire dall’impotenza in cui la vita reale lo confina e gli dà la sensazione di essere parte attiva di un universo vasto e potente.

Noi disponiamo di un foglio che una volta al mese raggiunge direttamente 1.000 lettori e via internet 20-30 mila persone (un canale importante, ma che apre poco la strada all’organizzazione). Il confronto la dice tutta. In più ogni nostro lettore sa di essere uno dei pochi che leggono il foglio e questo dà a lui la sensazione che quello che legge e i sentimenti e i desideri che la lettura desta in lui restano confinati a pochi individui e sostanzialmente privi di conseguenze pratiche (“se tutti capissero …”; “se anche gli altri facessero …”). Ma se noi col nostro foglio aiutiamo i nostri attuali 1.000 lettori ad avere idee giuste e precise su tutti i problemi fondamentali, noi diamo a quelli di loro che hanno una vita sociale attiva, che svolgono una qualche funzione di orientamento o di direzione verso i propri compagni di classe, verso i lavoratori attivi, i mezzi per svolgere meglio, in una direzione più giusta, più sistematicamente e più organicamente questa loro attività.

A nostro favore agisce il fatto che le idee e le parole omnipervasive della borghesia imperialista, del Papa e di tutti gli altri esponenti e portavoce della classe dominante, di sinistra e di destra, al governo e all’opposizione, non danno modo alle masse di risolvere positivamente i loro propri problemi, perché la soluzione dei problemi delle masse sta nell’eliminazione dell’attuale classe dominante. Questo è il limite della loro efficacia, connaturato in esse, ineliminabile.

A nostro favore agisce il fatto che le nostre idee giuste aiutano, a determinate condizioni e in determinate circostanze, le masse a realizzare la soluzione dei loro problemi. E per le masse non c’è niente di più istruttivo e convincente della pratica.

Siamo noi in grado di aiutare i nostri attuali 1.000 lettori ad avere idee giuste e precise su tutti i problemi fondamentali? Questo è un problema nostro, che dobbiamo risolvere noi, che noi abbiamo la possibilità di risolvere. Noi, come collettivo (quindi non necessariamente ognuno di noi per conto suo), dobbiamo avere idee giuste e precise su tutti i problemi fondamentali. Poi dobbiamo imparare a comunicarle ai nostri attuali  lettori.

Abbiamo noi, come collettivo, idee giuste e precise tutti i problemi fondamentali? Su quali dei problemi fondamentali ognuno di noi ha idee giuste e precise? Quali sono i problemi fondamentali? Queste sono le domande a cui ognuno di noi deve provare a dare risposta. Ognuno di noi deve fare inchiesta per rispondere a ognuna di queste domande e trovare e proporre misure che ci portino ad avere come collettivo idee giuste e precise su tutti i problemi fondamentali. I redattori di Resistenza hanno in questo un ruolo particolare. Questo dovere è loro in modo più specifico che non per gli altri membri del P.CARC.

carc

Iscriviti alla newsletter

Abilita JavaScript nel browser per completare questo modulo.

I più letti

Articoli simili
Correlati

Manuale di Storia contemporanea

La conoscenza della storia è uno strumento della lotta...

4 novembre in piazza: appello del Calp di Genova

Unire le lotte e le mobilitazioni contro la guerra...

Quando i sionisti attaccano hanno paura della verità

Liliana Segre e la denuncia all'attivista Cecilia Parodi

La lotta per la formazione

La formazione è un pilastro dell’attività del P.Carc. Si...