Bergoglio: la faccia “buona” della speculazione. Quante famiglie ospita nelle proprietà del vaticano?

95a84a6a63443b6cbac2fcda7c70345d-kjnD-U430206139103634jB-593x443Corriere-Web-Roma

A Roma, per una ventina di giorni, 50 famiglie sgomberate dalle proprie abitazioni a Torre Spaccata si sono rifugiate nella basilica di S. Maria Maggiore, chiedendo al Papa un incontro e una soluzione. Bergoglio ha negato l’incontro “perché sarebbe stato un atto politico” (ma ricevere in udienza i membri del Consiglio Superiore della Magistratura, come Bergoglio ha fatto il 17 giugno, non è un atto politico?) e dal suo trono d’oro ha continuato a pontificare su quanto sia “intollerabile che il mercato finanziario governi le sorti dei popoli”. E’ già passato il tempo in cui Papa Bergoglio non sapeva che farsene dei conventi chiusi e prometteva di darli ai rifugiati! Le prediche di Bergoglio e le minacce di risanare la Chiesa dalle “mele marce” sono un cult dei media nazionali, che a sostegno dell’operazione di marketing del Vaticano sponsorizzano quotidianamente il nuovo modello di Papa. Tutto questo mentre Bergoglio continua il repulisti tutto interno alle dinamiche vaticane (è toccato anche, valga come esempio su tanti, a Tarcisio Bertone), come un vero e proprio re dirige uno stato che ha l’estensione di un atollo e l’arsenale politico, economico e finanziario di un colosso come gli USA.

Il Vaticano, la cui faccia pubblica è una mascherata pittoresca di paramenti e riti medioevali, è il principale centro di potere della Repubblica Pontificia, puntello dell’imperialismo USA e sionista e commensale delle Organizzazioni criminali (la storia della banda della Magliana, della Mafia, ecc. parlano chiaro). Il suo impero economico è conosciuto solo in minima parte, dato che il segreto è un aspetto fondante della sua natura e in virtù di esso opera e governa (governo occulto e di ultima istanza del nostro paese).

Il patrimonio immobiliare, benché fiumi di inchiostro siano stati scritti e pure chi si spinge oltre nelle inchieste deve ammettere che si tratta di dati approssimativi, si aggira attorno al   22% dell’esistente a livello nazionale (cioè escluse le proprietà all’estero): chiese, palazzi, istituti e conventi, monasteri, case generalizie, cliniche e ospizi, residenze private, scuole, seminari, oratori, collegi, negozi, uffici… tutto intestato a centinaia di organismi diversi fra enti, diocesi, congregazioni, confraternite, società riconducibili direttamente o meno alla cupola vaticana. Un patrimonio inestimabile di cui Roma è parte.

Proprietà vaticane, proprietà dei palazzinari, svendita del patrimonio pubblico sono la causa dell’emergenza abitativa a Roma.

Le istituzioni  borghesi non riescono, non possono e non vogliono trovare soluzioni (non possono servire due padroni), si limitano a confinare intere famiglie in residence (cioè in stanze di pochi mt quadrati) o in capannoni periferici, come successo agli occupanti di S. Maria Maggiore. Ma non si risparmiano nell’impiego di uomini, mezzi, soldi per attuare il Piano Casa di Renzi e Lupi che significa crescita esponenziale di sfratti e sgomberi e una dura repressione nei confronti del movimento di lotta per la casa. Gli arresti di Paolo di Vetta e Luca Faggiano (nel maggio scorso) sono solo la punta dell’iceberg: l’articolo 5 del Piano Casa considera le occupazioni un reato penale e gli occupanti in emergenza abitativa alla stregua dei criminali.
In questo contesto, occupare le chiese può risolvere l’emergenza abitativa? Certamente no! E allora qual è il fattore positivo e di novità dell’occupazione di S. Maria Maggiore?
Occupando la chiesa hanno rivolto la mobilitazione direttamente “ai piani alti” della politica, scavalcando burattini come Renzi e Lupi; hanno sfruttato le contraddizioni che Bergoglio alimenta con il suo “predicare bene e razzolare male”. Che lo abbiano fatto consapevoli di “inchiodarlo” o per la fiducia che anche loro ripongono in lui è secondario: sono in ogni caso stati d’avanguardia, hanno mostrato una strada e ora si tratta di percorrerla.
Chi la percorre? Siamo consapevoli che la costruzione della rivoluzione socialista nel nostro paese passa anche dalla trasformazione del ruolo della Chiesa, cioè da quanto le masse popolari la costringono, malgrado il Vaticano, a mettersi al servizio della nuova governabilità del paese, la costituzione del Governo di Blocco Popolare.
Tuttavia il movimento di lotta per la casa non ha ancora abbastanza chiaro che la via indicata dagli occupanti di S. Maria Maggiore può e deve dispiegarsi su ampia scala. In generale per il movimento popolare il Vaticano resta ancora un nemico meno definito rispetto agli imperialisti USA, all’UE, ai Berlusconi-Monti-Renzi e chi per loro, perché tutto ciò che lo riguarda è “segreto e mistero” e il diffuso atteggiamento nei confronti della Corte Pontificia oscilla fra la subordinazione ideologica a un potere  medievale (“esiste da sempre, esisterà per sempre”) e la denuncia un po’ rassegnata (“è così  e  non possiamo farci niente”).
Ma il Vaticano è a tutti gli effetti un proprietario e un occupante illegittimo: il movimento di lotta per la casa deve prendere la testa di una campagna per individuare, mappare e occupare gli immobili vuoti della Chiesa per assegnarli a chi ne ha necessità sia per abitarci che per organizzare servizi, spazi di aggregazione, mense, asili, doposcuola, dopolavoro: la vita collettiva.
Si tratta cioè di avviare quella campagna di liberazione dai tentacoli della Corte Pontificia che resisteranno, tuttavia, è bene averlo chiaro, fino alla costruzione del socialismo visto che il Vaticano, come ogni impero millenario, sopravvive alla storia fino a che chi domina il sistema politico ed economico glielo consente.

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