Alle elezioni europee votiamo e chiamiamo a votare M5S

grillini

Con le elezioni europee di maggio, i circoli della finanza, delle banche e della grande industria mirano a formare un Parlamento europeo che copra con un velo di consenso “democratico” le politiche di miseria, razzismo e guerra delle istituzioni dell’Unione Europea e della comunità internazionale (la Troika) degli imperialisti. Meno il futuro Parlamento riuscirà a svolgere questo compito, meno danno farà alla nostra causa. Noi comunisti orientiamo la nostra attività immediata per fare di ogni azione un passo verso il nostro obiettivo di instaurare il socialismo, in concreto oggi verso la mobilitazione delle masse popolari e in particolare degli operai a costituire un loro governo d’emergenza. Più numerosi saranno nel Parlamento europeo quelli che useranno la loro posizione per mobilitare le masse popolari a organizzarsi, migliori saranno le condizioni in cui condurremo la nostra lotta.
Cosa faranno realmente della loro posizione nel Parlamento europeo i personaggi e i gruppi che si candidano, lo deduciamo non dalle loro promesse e dai programmi che declamano, ma da quello che fanno già adesso nel Parlamento italiano, nelle Giunte regionali e comunali, nelle posizioni che occupano nella società civile: cioè da come usano già oggi le risorse e l’autorità di cui dispongono. Non discutiamo di promesse e programmi, discutiamo di quello che già fanno e che hanno fatto finora.
Da qui la nostra indicazione di votare M5S: per l’effetto che il suo successo alle elezioni politiche del febbraio 2013 ha avuto nella lotta di classe del nostro paese, nonostante la mancanza di determinazione e coraggio che ha mostrato in occasione del golpe bianco che ha portato all’installazione del governo Letta-Napolitano-Berlusconi e il carattere non sistematico della sua attività a favore della mobilitazione e dell’organizzazione delle masse popolari.
E’ probabile che si levino anche in questo caso, come per l’indicazione di voto al M5S in occasione delle politiche del 2013, cori di insulti, scomuniche, accuse e testimonianze di purezza e fedeltà alla falce e martello. Scommettiamo però che l’argomento forte che verrà usato dagli esponenti della sinistra borghese è il pericolo fascista che populisti ed euroscettici farebbero incombere sull’Europa: come a dire o accettate quello che fa l’UE o sarà ancora peggio. E’ un imbroglio. Il pericolo di mobilitazione reazionaria e di guerra incombe realmente sul nostro paese, sull’Europa e sul mondo, ma esso viene proprio dai gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Gli avvenimenti dell’Ucraina sono lì a dimostrarlo. Il colpo di Stato strisciante in corso da febbraio in Venezuela anche. Oggi in ogni paese europeo vi sono gruppi che scimmiottano il fascismo e il nazismo a cui nella prima parte del secolo scorso le classi dominanti affidarono il potere per schiacciare il movimento comunista. Forza Nuova, CasaPound e simili fanno prove di fascismo: cercano di dimostrare che sono in grado di deviare nella “guerra tra poveri” e nel razzismo contro gli immigrati l’indignazione montante delle masse popolari contro la borghesia e il clero, che i loro metodi criminali sono più efficaci dei metodi “amministrativi” della polizia e dei carabinieri e dei metodi “umanitari” delle ONG laiche e clericali, ben rappresentate da Laura Boldrini nelle istituzioni della Repubblica Pontificia.
A conferma di questo basta vedere l’uso dei risultati delle amministrative in Francia. All’indomani delle elezioni amministrative del 23 marzo in Francia, i risultati (ampiamente previsti) sono diventati anche nel nostro paese strumento di terrorismo mediatico per condizionare al campagna elettorale per le europee di maggio. “Hanno stravinto i fascisti del Fronte Nazionale!” è il ritornello che corre di titolo in titolo, di commento in commento, a conferma dell’allarme che a gran voce gridano tutti i vari esponenti dei comitati di affari contro la svolta populista, antieuropeista, nazionalista che si respira in Europa.
In verità il Fronte Nazionale (FN) ha ottenuto anche meno voti rispetto a passate elezioni, combinati con un aumento dell’astensionismo (sopra il 30%), con la marea di protesta che attraversa la Francia contro le politiche di Hollande e della Troika, il FN spicca in quanto è l’unico partito che non ha perso. Da qui a cantarne il trionfo, ce ne passa…
Ce ne passa, ma fa comodo. E’ uno strumento, rozzo e inefficace, con cui i vertici della UE puntano a pilotare il voto per le europee: facendo leva sul sentimento democratico e antifascista contano di mobilitare le masse popolari a votare i loro partiti, le loro liste, i loro esponenti. E’ uno strumento rozzo, dato che i vertici della UE sono gli ultimi, davvero gli ultimi, a potersi appellare ai valori democratici e progressisti delle masse popolari per contrastare la “deriva di destra”: la Grecia e l’Ucraina sono una manifestazione esemplare dell’esercizio della loro “democrazia”. Ma è anche uno strumento inefficace, dato che non basta agitare spauracchi di populismo, nazionalismo radicale, neofascismo per disinnescare la spinta alla mobilitazione che nasce da condizioni concrete (e questo dovrebbe essere, o diventare in fretta, chiaro anche alle formazioni della sinistra borghese). Il “sentimento antieuro” non nasce da una questione ideologica, ma dalle condizioni concrete.
E’ interesse delle masse popolari creare nelle istituzioni europee una situazione di ingovernabilità similare a quella che si è creata in Italia dopo le elezioni politiche del febbraio 2013. Per raggiungere questo obiettivo le elezioni europee del 25 maggio sono una preziosa occasione che nessun allarme di deriva a destra, di antipolitica, di populismo deve inficiare. Nel panorama italiano, l’aggregato che più di tutti gli altri ha dato con la pratica garanzia di continuità e dedizione in questo senso è il M5S. Per questo indichiamo a tutti quanti nutrono dei sani sentimenti di ribellione nei confronti del sistema politico ed economico dell’UE di votare e chiamare a votare per il M5S.
Basterà un voto massiccio al M5S per rovesciare le autorità della UE? Ma via, siamo seri… no, non basterà! Come in questo senso nessun voto ad alcuna lista basterà. Ma spingere avanti nel suo percorso il M5S favorisce una serie di condizioni del tutto positive per estendere ed elevare il movimento popolare contro la UE e per farne un movimento cosciente delle organizzazioni operaie e popolari per costruire la nuova governabilità. In Italia e in UE (il primo popolo che trova il modo e la forma per liberarsi dai lacci dei circoli della finanza internazionale sarà maestro per tutti gli altri…).
Al di là dell’esito delle elezioni, usare la campagna elettorale come un’operazione di formazione politica. Per prima cosa, un sostegno aperto e ampio al M5S nel corso della campagna elettorale per le europee avrà una ricaduta immediata sull’operato e sull’orientamento del M5S in Italia, nella Repubblica Pontificia. Man mano che raccoglie consenso fra le masse popolari, il M5S deve rispondere a loro, principalmente a loro. Elevare il suo ruolo a livello europeo favorisce la tendenza ad assumere un ruolo più deciso in Italia non solo a far “saltare il banco”, ma soprattutto ad essere l’artefice (un artefice) della costruzione dell’alternativa.
In secondo luogo, un sostegno aperto al M5S alimenta la lotta fra due linee in quella parte di base rossa che ancora si riconosce nei partiti della sinistra borghese, che nel caso delle elezioni europee fanno capo alla lista Tsipras. Si tratta cioè di alimentare la lotta ideologica fra chi ancora cerca qualche soluzione in operazioni politiche “a sinistra” dei caporioni della UE e spera di trovarle in liste che aspirano al meno peggio e chi è disposto ad attivarsi, mobilitarsi, orientarsi sulla base di un risultato elettorale (anche solo elettorale, è comunque espressione di una tendenza) per imboccare una strada nuova, sperimentale, di rottura, di lotta, di autorganizzazione (tutti aspetti che il M5S può evocare, incoraggiare e favorire, ma che alla fine, in ultima istanza, dipendono principalmente dai comunisti).

Si tratta di alimentare, quindi, quel percorso che all’intruppamento in questa o quella lista “di sinistra” per cercare un’affermazione elettorale contrappone quel percorso che invece porta ad essere la base rossa oggetto e soggetto della trasformazione delle cose, con il voto (che è l’aspetto meno importante), con la partecipazione attiva e costruttiva alle mille iniziative di base che le organizzazioni operaie e popolari conducono anche e soprattutto fuori dalla campana elettorale (che è un “incidente”, ma non l’aspetto determinante della loro mobilitazione e del loro attivismo), l’assunzione di un ruolo attivo nell’incalzare, orientare, costringere i candidati della lista Tsipras ad assumere un ruolo che travalica le manovre elettoralistiche, a mettersi al servizio della mobilitazione popolare.

La campagna terroristica sull’avanzata del nazionalismo radicale e del fascismo in Europa possiamo, oltre che smascherarla, usarla per rafforzare quella spinta alla mobilitazione e alla ribellione che l’estrema destra (Lega, Fratelli D’Italia, Forza Italia, Casa Pound, Forza Nuova, ecc.) tenta di cavalcare, ma che noi possiamo trasformare nella mobilitazione concreta per costruire l’alternativa, una prospettiva positiva, costruttiva, rivoluzionaria: per avanzare verso l’instaurazione del socialismo.
Questo non dipende da Grillo e dal M5S, dipende da quanto noi comunisti diventiamo capaci di valorizzare tutti i fattori positivi, tutte le spinte a rompere con i vertici della Repubblica Pontificia e la Troika: dipende da quanto siamo decisi a vincere.

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