Il Congresso della CGIL, visto dal basso e da dentro

Il Congresso di CGIL si concluderà probabilmente (visto che il XVI congresso dell’ARCI è stato sospeso per i contrasti tra l’ala filo PD e “aziendalista” e l’ala movimentista e sociale, il probabilmente è d’obbligo) il 6,7 e 8 maggio con la riunione nazionale a Rimini.
Le assemblee congressuali di base (svolte nel periodo 7 gennaio – 21 febbraio 2014) meritano la nostra attenzione, perché (nonostante deviazioni, degenerazioni, collusioni, complicità e misfatti d’ogni genere) la CGIL è un’istituzione molto importante ai fini dell’orientamento, della mobilitazione e dell’organizzazione della classe operaia e più in generale delle masse popolari e della formazione di organizzazioni operaie e popolari.

Quali conclusioni tirare per il nostro lavoro?
1. Camusso & C. hanno grosse difficoltà a controllare la CGIL, non esitano a ricorrere a manovre, a intimidazioni e a truffe ma non controllano completamente neanche l’apparato (circa 12.000 funzionari).

2. Estrapolando a tutti gli invitati i risultati di presenza e di voto che si riscontrano nelle assemblee dove c’erano i rappresentanti del Documento 2 (gli unici dati affidabili), emerge che circa il 20% degli iscritti della CGIL sono sindacalmente attivi (1 milione gli iscritti che hanno partecipato effettivamente alle votazioni) e di essi (nonostante le manovre e intimidazioni della destra che dirige la CGIL e la propaganda di regime: confusione, terrorismo e intossicazione) il 20% circa ha votato per il Documento 2.

Si tratta quindi di 200 mila tra lavoratori e pensionati (senza contare quelli che hanno votato il Documento 1 ma con gli emendamenti di Landini)!
Più che sui “652 mila voti privi di alcuna giustificazione che, se verrà confermato il rifiuto della maggioranza di procedere a qualsiasi verifica, non possiamo che considerare falsi”, è su questi 200 mila che i promotori e fautori del Documento 2 possono e devono progettare la loro attività futura, se vogliono costruire il futuro e quindi puntano principalmente sulla mobilitazione dei lavoratori (anziché fare i candidati trombati e fregati, che puntavano sulla loro quota di potere e privilegi istituzionali). Più che sul “non riconoscere i risultati del voto con la certificazione e su quale sarebbe stato l’esito del congresso se ovunque ci fossero state democrazia, trasparenza e parità di condizioni”, la questione su cui concentrarsi è come portare quei 200 mila lavoratori e pensionati sindacalmente attivi a condurre un’azione efficace contro il Testo Unico, le misure del governo Renzi e quelle dei precedenti governi (in particolare le riforme della Fornero), la chiusura delle fabbriche e lo smantellamento dei servizi e più in generale per trasformare il paese
È comunque su questi 200 mila tra lavoratori e pensionati attivi che noi comunisti dobbiamo ragionare (insieme ai promotori e fautori del Documento 2 o solo insieme alla sinistra di essi). Consapevoli che quelli di loro che porteremo a svolgere un’attività efficace, prima o poi trascineranno con sé anche altri (e la loro opera sarà rafforzata per mille vie dagli altri lavoratori attivi, sindacalizzati e no, o più in generale dalle masse popolari in qualche misura già mobilitate).
Quindi: quali azioni e come coinvolgere in esse la massima parte dei lavoratori che hanno votato il Documento 2 (senza respingere ma anzi cercando di trascinare anche gli altri) e almeno una parte dei promotori del Documento 2? È un problema che dobbiamo risolvere: facendo esperienze tipo nelle aziende e nelle zone finché non avremo scoperto soluzioni generali.

Analisi del voto alle assemblee di base

Un’avvertenza: abbiamo usato come base i dati diffusi l 17.03.14 dal coordinamento nazionale de “Il sindacato è un’altra cosa” (“Le nostre stime sui risultati del congresso”). Il 18.03.14 la direzione della CGIL ha reso noti i dati finali, però non contengono la distinzione chiave, quella tra le assemblee a cui hanno partecipato i rappresentati del Documento 2 e quelle dove non erano presenti (e neanche il numero di quanti hanno votato il Documento 1 ma con gli emendamenti di Landini) e, soprattutto, per prendere decisioni politiche serie non bisogna fidarsi e considerare come veri i dati indicati dalla destra CGIL per le assemblee dove è riuscita a non far partecipare i rappresentanti del Documento 2.

Dei 5.7 milioni di iscritti (dichiarati) della CGIL tra lavoratori del privato e del pubblico e pensionati, 4.68 milioni erano invitati a partecipare alle assemblee congressuali (per gli altri iscritti – circa 1 milione – non erano previste assemblee congressuali, per motivi vari che non siamo in grado di esaminare).

Quanti di loro hanno partecipato alle assemblee?

Quanti hanno votato il Documento 1 “Il lavoro decide il futuro” (Camusso – Landini) e quanti il Documento 2 (“Il sindacato è un’altra cosa”- Cremaschi)?

Quanti hanno votato gli emendamenti (Landini) del Documento 1?

– I rappresentanti del Documento 2 hanno partecipato al 15% delle assemblee a cui erano invitati a partecipare 1.050.000 iscritti (il 22.5% del totale dei 4.68 milioni di invitati), alle altre assemblee i rappresentanti del Documento 2 non hanno presenziato (per ostacoli e discriminazioni messi in opera dall’apparato, per limiti ideologici e organizzativi del gruppo promotore, per limiti di forze disponibili). Quando i rappresentanti del Documento 2 hanno scelto a quali assemblee partecipare, il criterio è stato di partecipare alle assemblee che riguardavano le realtà sindacalmente più attive.

– Su 1.050.000 di invitati, hanno partecipato alle votazioni sui due documenti 203 mila iscritti (il 19.3% del 1.05 milioni) e di questi circa 40.000 (19.7% dei votanti) hanno votato a favore del Documento 2. Non è disponibile il numero di quelli che hanno votato il Documento 1 ma con gli emendamenti di Landini (FIOM).

– Nelle assemblee in cui non erano presenti rappresentanti del Documento 2, una buona parte dell’apparato (buona parte ma non tutto, infatti le tracce della truffa sono distribuite in modo molto eterogeneo) ha collaborato alla truffa messa in opera dalla destra (Camusso & C.) che dirige la CGIL, ha gonfiato le cifre della partecipazione: avrebbero partecipato alle votazioni 1.352.000 iscritti (il 37.3 % dei 3.63 milioni di invitati a queste assemblee senza rappresentanti del D2) e di questi circa 2.000 (0.15% dei votanti) avrebbero votato a favore del Documento 2. Neanche per queste assemblee è disponibile il numero di quelli che hanno votato il Documento 1 ma con gli emendamenti di Landini (FIOM).

In sintesi:

– nelle assemblee dove erano presenti i rappresentanti del Documento 2, su 1.050.000 invitati hanno partecipato e votato 203.000 persone (il 19.3% degli invitati) e di questi circa 40.000 hanno scelto il Documento 2 (il 19.7% dei votanti);

– nella assemblee dove non erano presenti i rappresentanti del Documento 2, su 3.630.000 invitati avrebbero partecipato e votato 1.352.000 persone (il 37.3% degli invitati): da qui l’accusa di broglio, di aver gonfiato il numero di presenti e votanti. In queste seconde assemblee per di più solo in 2.000 avrebbero scelto il Documento 2 (lo 0.15% dei votanti): da qui la seconda accusa di broglio. Non c’è ragione che giustifichi le macroscopiche differenze di presenze alle assemblee (dal 19.3% al 37.3% degli invitati) e di voti per il Documento 2 (dal 19.7% allo 0.15% dei votanti).

Un’operaia della FIOM, candidata del P.CARC
Faccio autocritica. è la prima volta che la faccio in vita mia. Ho sempre avuto un atteggiamento settario: chi non era con me, era contro di me. L’esperienza pratica che sto facendo con il Partito mi sta facendo invece capire che con la linea di massa (anziché concentrarsi sull’attacco alla destra) si ottengono più risultati. Ad esempio ieri sono intervenuta nel congresso provinciale della FIOM. Sono intervenuta per terza. Il Partito mi ha scritto l’intervento, mi è stato molto utile. In futuro miro a scrivere io l’intervento da fare, attraverso il progredire del mio processo di formazione. Con il nostro intervento (dicono nostro perché è stato il frutto di un lavoro collettivo e non mio individuale) si è scatenato un applauso e si sono avvicinati a me lavoratori e compagni con cui da tempo avevo rotto i rapporti. Inoltre, dopo il mio intervento si sono iscritti altri 40 delegati (prima del mio intervento erano solo 10 iscritti a parlare, “i soliti”). Si è scatenato un meccanismo positivo. Anche un funzionario della R28Aprile ha dovuto fare la sinistra: praticamente ha ripetuto tutto il mio intervento. Questo significa che se si lavora in gruppo (collettivamente) l’intervento è superiore. Per me è stata un’esperienza importante e qualificante. Prima ero vista come l’estremista di sinistra, adesso l’effetto è stato radicalmente diverso. Anche il Segretario provinciale nelle sue conclusioni si è dovuto esprimere sulle nostre posizioni, ha dovuto contestare la linea del governo di emergenza popolare. Alla fine è stato eletto un “destro”. Mi dispiace che non sia venuto Landini (ha disdetto all’ultimo la sua partecipazione) perché altrimenti mi avrebbe dovuto rispondere lui! I delegati di base che erano presenti, su spinta del mio intervento hanno deciso di creare un coordinamento tra le fabbriche in lotta, dal basso, senza attendere i vertici sindacali. I delegati si sono scambiati i recapiti (mi sono inserita anche io nella lista ovviamente!). Insomma, è stato fatto un passo nella direzione da noi indicata (coordinamento anziché divide et impera). Certo alcuni che hanno fatto la sinistra negli interventi, poi al momento delle votazioni si sono spostati a destra. è stato eletto un Segretario a maggioranza. Ci sono stati 10 astenuti: io e 9 delegati che hanno seguito il nostro orientamento anche nelle votazioni (su 25 delegati del 2° documento). Non c’era un candidato alternativo, altrimenti avremmo potuto ottenere risultati ancora più positivi, incidere ancora di più.
Ci saranno ora il congresso regionale e quello nazionale. Voglio partecipare ad entrambi. Voglio intervenire, anche se non sono delegata, per portare anche li la nostra analisi e linea. è quello di cui c’è bisogno: mentre noi indichiamo linea e piano, la destra non indica niente se non la sudditanza. Ragiona solo per interessi di parrocchia.

19.03.14 – Oerlikon Graziano (Torino) – Sciopero contro il Testo Unico sulla rappresentanza
La Rsu Fiom dello stabilimento Oerlikon Graziano di Rivoli (TO) ha proclamato per venerdì 21 marzo quattro ore di sciopero contro l’accordo del 10 gennaio. Con questa azione di lotta i delegati dello stabilimento torinese – dove il Documento 2 ha ottenuto il 6 febbraio scorso il 100% dei voti nell’assemblea congressuale – intendono dare continuità e coerenza alla loro netta contrarietà ai punti sensibili del Testo unico, che hanno già preannunciato di non essere disponibili a rispettare nelle parti riguardanti diritti inesigibili. La Rsu Fiom della Oerlikon di Rivoli ribadisce inoltre la propria posizione critica nei riguardi della consultazione sul 10 gennaio e considera un grave errore del gruppo dirigente della Fiom la decisione di prendervi parte, per quanto in contrarietà con alcuni contenuti dell’accordo: la battaglia contro il peggiore degli attacchi alle libertà sindacali dal dopoguerra a oggi non può essere sostenuta chiamando i lavoratori al voto su diritti inesigibili e scartando a priori qualsiasi ipotesi di conflitto.

Quale futuro per la Piaggio?
Sabato 22.03.14 serata sul tema lavoro con cittadini portavoce in Parlamento (Commissione lavoro pubblico e privato), Marco Baldassarre e Walter Rizzetto.
La necessità di questo incontro nasce da quello che ormai è sotto gli occhi di tutti da anni e cioè che la Piaggio un po’ alla volta se ne sta andando e con essa Pontedera non solo perde un pezzo di storia ma rischia di chiudere anche le ultime saracinesche. Quello che vorremmo far capire a tutti è il fatto che un piano di riconversione industriale per la Piaggio è possibile, oltre che necessario, e che del resto non sarebbe nemmeno la prima volta: dal 1884 la Piaggio è passata dall’arredamento navale alle produzioni metalmeccaniche e ferroviarie, alle teleferiche, funicolari, rimorchi, tramways, autocarri, filobus, aerei per poi arrivare alla Vespa. E’ probabile che in occidente lo scooter come prodotto sia arrivato al capolinea, ma questo non significa che la Piaggio debba per forza chiudere o delocalizzare: ragionare in questo modo significa avere un orizzonte temporale non superiore ai prossimi due anni, che è quello che ha contraddistinto l’amministrazione Colaninno con il supporto del PD. Se veramente la Piaggio fosse guidata da imprenditori degni di questo nome, un incontro come quello di sabato avrebbero dovuto organizzarlo loro molti anni fa. Noi dobbiamo creare un gruppo di persone che sappiano ancora sognare, vogliamo creare un tavolo tecnico permanente che pianifichi una ristrutturazione a lungo termine di Piaggio, e vogliamo creare un gruppo di studio che si occupi della tutela dei posti di lavoro a breve termine e della riqualificazione dei lavoratori. Nel 1980 alla Piaggio di Pontedera lavoravano 12000 persone. Ogni famiglia di Pontedera aveva qualcuno che lavorava alla Piaggio o nell’immenso indotto, oggi completamente sparito. Lavorare in Piaggio o per la Piaggio, voleva dire avere le porte delle banche spalancate. Oggi, dopo 30 anni di delocalizzazione selvaggia, politiche industriali basate sugli aiuti statali e speculazioni, la “forza lavoro” della Piaggio è di circa 3000 dipendenti dei quali 1000 impiegati e il centro di Pontedera sta morendo. Quindi non ci possiamo più permettere di dire “io non lo sapevo” oppure “non è compito mio” oppure “io non mi sento all’altezza”. Chiunque può fare meglio di Colaninno e del PD, se ha buon senso ed è libero. Le competenze specifiche ve le farete studiando: ad esempio potete imparare moltissimo dalla lunga storia della Piaggio e delle altre grandi aziende manifatturiere italiane. Non avete più scuse: continuare a delegare è una strada “comoda”, che avete già fatto e sapete benissimo dove vi ha portato. Provate a farne una nuova.
www.pontedera5stelle.it

carc

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